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Le emigrazioni
negli USA tra
l’800 e il 900
A causa delle condizioni di
povertà in cui si ritrovava la
popolazione Italiana alla fine
dell’800 e inizi 900, furono
parecchie le famiglie che
decisero di partire in
America.
Il trasporto degli emigranti era con una flotta obsoleta di velieri che
furono, a ragione, chiamati “le navi di Lazzaro”. Il viaggio, poteva durare
anche un mese si compiva in condizioni di vita oggi inimmaginabili. La
situazione peggiore era quella degli allogi. Le cuccette, tutte nella parte
bassa della nave, si affacciavano su corridoi che per lo più ricevevano
aria soltanto dai boccaporti. Di conseguenza, al mattino, qualunque
fossero le condizioni atmosferiche, tutti erano costretti a trasferirsi sui
ponti: le malattie - polmonari e intestinali specialmente - erano
all’ordine del giorno e anche la mortalità era alta.
Le grandi ondate migratorie
verso gli Usa si verificarono
tra il 1815 e il 1915. Circa
33 milioni di persone
arrivarono in America. I ¾
di essi passarono per il
porto di New York dove
vennero creati due centri di
prima accoglienza:
- Castle Garden
- Ellis Island.
Ellis Island situato sulla foce dell' Hudson River,
divenne, nel 1892, il principale centro per l'immigrazione.
Fino all'anno della sua chiusura, nel 1956.
Ellis Island accolse circa 12 milioni di immigrati,
soprattutto passeggeri di terza classe delle navi che
dall'Europa giungevano in America.
I passeggeri di prima e
seconda classe, invece,
non dovevano essere
ispezionati dalle autorità
responsabili, perché si
dava per scontato che,
avendo potuto acquistare
un biglietto per la nave,
avessero anche
abbastanza denaro da
non costituire un peso
per lo stato americano.
I passeggeri della terza classe erano la maggioranza
degli immigrati e dovevano passare da tre a cinque
ispezioni prima di essere ammessi sul suolo newyorkese.
Venivano esaminati dal punto di vista della pulizia
personale, della salute mentale e veniva richiesto loro di
avere parenti e alloggi dove andare ad abitare.
Nela storia dell'emigrazione italiana dei primi sessant'anni si distinguono
due periodi, la prima fase, che giunge grosso modo fino alla fine
dell'Ottocento, è caratterizzata da un forte flusso migratorio dalle regioni
settentrionali.
Tra i paesi di destinazione l'America settentrionale (in particolare gli Stati
Uniti) occupa una posizione di rilievo, ma non esclusiva. Altrettanti
emigranti sono attirati dai grandi paesi del sud, Brasile e Argentina.
La seconda fase della
storia dell'emigrazione
italiana inizia all'incirca col
nuovo secolo ed è
caratterizzata da un
semplice mutamento: per
quel che riguarda le aree
di partenza, le regioni
meridionali, e prima fra
tutte la Sicilia, acquistano
un ruolo crescente; per
quel che riguarda le aree
di destinazione, gli Stati
Uniti rappresentano la
meta quasi esclusiva.

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Le emigrazioni negli usa nell’800

  • 1. Le emigrazioni negli USA tra l’800 e il 900
  • 2. A causa delle condizioni di povertà in cui si ritrovava la popolazione Italiana alla fine dell’800 e inizi 900, furono parecchie le famiglie che decisero di partire in America.
  • 3. Il trasporto degli emigranti era con una flotta obsoleta di velieri che furono, a ragione, chiamati “le navi di Lazzaro”. Il viaggio, poteva durare anche un mese si compiva in condizioni di vita oggi inimmaginabili. La situazione peggiore era quella degli allogi. Le cuccette, tutte nella parte bassa della nave, si affacciavano su corridoi che per lo più ricevevano aria soltanto dai boccaporti. Di conseguenza, al mattino, qualunque fossero le condizioni atmosferiche, tutti erano costretti a trasferirsi sui ponti: le malattie - polmonari e intestinali specialmente - erano all’ordine del giorno e anche la mortalità era alta.
  • 4. Le grandi ondate migratorie verso gli Usa si verificarono tra il 1815 e il 1915. Circa 33 milioni di persone arrivarono in America. I ¾ di essi passarono per il porto di New York dove vennero creati due centri di prima accoglienza: - Castle Garden - Ellis Island.
  • 5. Ellis Island situato sulla foce dell' Hudson River, divenne, nel 1892, il principale centro per l'immigrazione. Fino all'anno della sua chiusura, nel 1956. Ellis Island accolse circa 12 milioni di immigrati, soprattutto passeggeri di terza classe delle navi che dall'Europa giungevano in America.
  • 6. I passeggeri di prima e seconda classe, invece, non dovevano essere ispezionati dalle autorità responsabili, perché si dava per scontato che, avendo potuto acquistare un biglietto per la nave, avessero anche abbastanza denaro da non costituire un peso per lo stato americano.
  • 7. I passeggeri della terza classe erano la maggioranza degli immigrati e dovevano passare da tre a cinque ispezioni prima di essere ammessi sul suolo newyorkese. Venivano esaminati dal punto di vista della pulizia personale, della salute mentale e veniva richiesto loro di avere parenti e alloggi dove andare ad abitare.
  • 8. Nela storia dell'emigrazione italiana dei primi sessant'anni si distinguono due periodi, la prima fase, che giunge grosso modo fino alla fine dell'Ottocento, è caratterizzata da un forte flusso migratorio dalle regioni settentrionali. Tra i paesi di destinazione l'America settentrionale (in particolare gli Stati Uniti) occupa una posizione di rilievo, ma non esclusiva. Altrettanti emigranti sono attirati dai grandi paesi del sud, Brasile e Argentina.
  • 9. La seconda fase della storia dell'emigrazione italiana inizia all'incirca col nuovo secolo ed è caratterizzata da un semplice mutamento: per quel che riguarda le aree di partenza, le regioni meridionali, e prima fra tutte la Sicilia, acquistano un ruolo crescente; per quel che riguarda le aree di destinazione, gli Stati Uniti rappresentano la meta quasi esclusiva.