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Confronto tra il romanzo “Madame Bovary” di G. Flaubert e il film “La Famiglia” di E. Scola Gabriele Cannariato Classe III B
BOVARISMO Il termine deriva dal celebre romanzo dello scrittore francese Gustave Flaubert  “Madame Bovary” del 1856.   E’ stato coniato nel 1902 da Jules de Gaultier per indicare l’atteggiamento di chi si crea una personalità fittizia e cerca di vivere in conformità ad essa, in contrasto con la propria natura e con la realtà.
BOVARISMO È la ricerca di una via di fuga dalla monotonia della vita di provincia. Ci si vuole allontanare da una condizione sociale o sentimentale considerata insoddisfacente sovente costruendosi una personalità fittizia. Tramite la lettura che proietta la mente in una sorta di paradiso terreno, si ha la percezione e la conoscenza della vita che si svolge nelle grandi metropoli che diventano il sogno ambito e inappagato.
BOVARISMO La lettura è il mezzo per sfuggire la realtà. Ciò è vissuto in forma talmente esasperata che potrebbe essere paragonato alla dipendenza da una droga. Il soggetto ritorna alla realtà deluso, perché si sente intrappolato in un mondo che non è il suo  e dal quale vorrebbe fuggire.
La Famiglia nel 1906
“La famiglia” di Ettore Scola Film del 1986 ambientato nella Roma pre e post fascista, candidato all’Oscar come migliore film straniero Ha vinto nel  1987 il nastro d’argento per la migliore regia e il Davide di Donatello nel 1987 per: la MIGLIOR REGIA; il  MIGLIOR FILM; il  MIGLIOR ATTORE (Vittorio Gassman);  la MIGLIORE SCENEGGIATURA; il  MIGLIOR MONTAGGIO; la MIGLIORE COLONNA SONORA (Armando Trovajoli).
Trama Il setting è sempre lo stesso; una casa del quartiere Prati di Roma dove si svolgono tutte le vicende. Il film scorre in nove flash-back della durata di un decennio ciascuno che partono da una fotografia scattata nel 1906 e fanno rivivere i ricordi di Carlo, anziano professore d'italiano in pensione, attorno ai personaggi e alle vicende generazionali di una famiglia borghese, nel loro succedersi quotidiano. Tra i ricordi di Carlo c’è Aristide, il padre pittore dilettante e la madre Susanna, cantante mancata;  c’è il nonno Carlo, anche lui professore e le tre zie zitelle, Margherita, Luisa e Ornella.
Trama Intorno a Carlo c’è Giulio, il fratello che si lascerà poi coinvolgere dal fascismo; c’è Beatrice, la ragazza che si reca da lui per prendere ripetizioni che diventerà sua moglie; c’è Adriana, la sorella di lei, una giovane pianista di cui Carlo rimane segretamente innamorato anche dopo esser diventato marito e padre; c’è Adelina la cameriera, poi moglie di Giulio, e poi figli, nipoti, figli dei nipoti...  Ci sono guerre, dopo guerre, mutamenti vari, fino alla festa di compleanno di Carlo in cui tutti si riuniscono nell'antica stessa casa per festeggiarlo e per posare  per una seconda ed ultima foto-ricordo di famiglia.
ADRIANA fugge come EMMA Sia pure molto attratta da Carlo, Adriana studentessa del decimo anno di conservatorio, decide di inseguire il sogno di diventare concertista, fugge da Carlo per recarsi a Parigi dove raccoglie soddisfazioni in campo artistico ( i suoi concerti vengono trasmessi anche alla radio italiana) ma colleziona solo fidanzati improbabili non riuscendo a realizzare l’unione sentimentale perfetta che vagheggiava di raggiungere. Adriana è più indipendente di Emma, è una donna che non fugge da un marito, ma è anch’essa in fuga.
ADRIANA fugge da sé stessa Adriana non aspira ad una noiosa vita matrimoniale ed immagina di trovare la felicità e la realizzazione di sé stessa andando a Parigi;  Fallisce in campo affettivo e quando si presenta l‘occasione giusta non la coglie per paura di essere imbrigliata nella routine della vita sicura.
EMMA fugge come ADRIANA Emma annoiata dalla vita familiare e di provincia, senza sussulti e novità non è appagata dalla quotidianità e volge lo sguardo verso l’esterno in cerca di cambiamenti e di situazioni emozionanti. Da qui il continuo cercare un amante che non sarà mai capace di appagarla. Emma non riesce ad imparare dalle sue esperienze, diventa sempre più delusa perché nessun uomo le cambia l’esistenza.
La fuga di Emma La sua via di fuga avviene prima attraverso la lettura, poi con il suicidio. Emma tradisce un marito poco ambizioso vagheggiando cambiamenti, lusso e amori. Desidera sempre qualcosa di più di quello che possiede condannandosi all’infelicità perpetua persa nel desiderio costante dell’impossibile. Ella è un’anima in pena fino alla fine dei suoi giorni.
EMMA rinuncia come ADRIANA agli affetti familiari Nel tentativo spasmodico di elevarsi socialmente ed economicamente, di raggiungere vette di amore sublime, mai corrisposte  e di vivere costantemente in quella esaltazione isterica che le è propria, spende la propria intera vita fino al consumarsi della tragedia finale, disperdendo al vento quel che è rimasto dei suoi affetti familiari e del denaro che possiede.
Casa-nido o casa-prigione? Per Carlo la casa di suo nonno è il nido sicuro che lo protegge dalla confusione e dai pericoli del mondo circostante. Per Emma Ruen è l’ostacolo alla felicità. Emma era cresciuta in una fattoria ma sognava di poter tornare al castello del marchese d’Andervilliers e di vivere a Parigi.
Carlo VS Emma La vita domestica che scorre sempre uguale soddisfa Carlo che non desidera lasciare né la casa né gli affetti. Al contrario Madame Bovary odia il ripetersi di giorni sempre uguali; è soffocata dalla mediocrità provinciale e per sopravvivere si nutre di illusioni.
Emma e Adriana - Creature che seguono il loro destino Flaubert ci descrive un ambiente in cui già all’inizio del romanzo si avverte il tragico che passo dopo passo si prepara. Tutto è già prevedibile e qualsiasi speranza di sfuggire alla rovina non è che illusoria. L’insoddisfazione di Emma, la confusione tra reale ed immaginario, progetto e ricordo la condannano ad una fine terribile. Emma come Adriana è vittima di un destino. Entrambe sono persone tormentate, autodistruttive e contraddittorie. Sono affascinanti ma molto pericolose per chi le ama.
I libri come nutrimento (Carlo) e i libri come veleno (Emma) Nel film “la famiglia” la casa è il luogo degli affetti familiari e della crescita intellettuale. Il nonno Carlo era docente universitario, anche suo nipote Carlo insegna, poi aiuterà il suo nipotino Carletto così come il nonno faceva con lui. Tutto rimane immutato da una generazione all’altra; ciò che si respira guardando il film è una grande serenità. Sia Carlo, sia Emma amano i libri ma Emma adora le storie in cui ci si confonde con i personaggi e le pare di essere ella stessa a palpitare sotto i loro panni.
I libri come nutrimento (Carlo) e i libri come veleno (Emma) Tutto ciò le serve per separarsi da coloro che la amano. Per Carlo invece la cultura non è un veleno con cui distruggersi e separarsi dal resto della famiglia, anzi è un nutrimento rassicurante e costruttivo che unisce tutti: ascendenti e discendenti.
I rapporti con i figli Emma è anaffettiva nei confronti di Berta che allontana da sé. Non c’è trasmissione di sapere né dimostrazione di amore materno tra madre e figlia. I romanzi stucchevoli hanno avuto influsso negativo su di lei; hanno avvelenato le fantasie di Emma e quel fiotto di liquido nero, l’arsenico, che le esce di bocca, ne è la prova.
Conclusioni Sia Madame Bovary che Adriana sono figlie del loro tempo. Entrambe sono alla ricerca di qualcosa che non hanno, sono innamorate dell’amore immaginario ed irreale, si comportano da egoiste e fuggono dai veri affetti. Il loro idealismo ha fatto perdere di vista ciò che di speciale avevano già a portata di mano e non sono state capaci di restituire l’amore e di donare sé stesse .
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Madame Bovary vs La Famiglia

  • 1. Confronto tra il romanzo “Madame Bovary” di G. Flaubert e il film “La Famiglia” di E. Scola Gabriele Cannariato Classe III B
  • 2. BOVARISMO Il termine deriva dal celebre romanzo dello scrittore francese Gustave Flaubert “Madame Bovary” del 1856. E’ stato coniato nel 1902 da Jules de Gaultier per indicare l’atteggiamento di chi si crea una personalità fittizia e cerca di vivere in conformità ad essa, in contrasto con la propria natura e con la realtà.
  • 3. BOVARISMO È la ricerca di una via di fuga dalla monotonia della vita di provincia. Ci si vuole allontanare da una condizione sociale o sentimentale considerata insoddisfacente sovente costruendosi una personalità fittizia. Tramite la lettura che proietta la mente in una sorta di paradiso terreno, si ha la percezione e la conoscenza della vita che si svolge nelle grandi metropoli che diventano il sogno ambito e inappagato.
  • 4. BOVARISMO La lettura è il mezzo per sfuggire la realtà. Ciò è vissuto in forma talmente esasperata che potrebbe essere paragonato alla dipendenza da una droga. Il soggetto ritorna alla realtà deluso, perché si sente intrappolato in un mondo che non è il suo e dal quale vorrebbe fuggire.
  • 6. “La famiglia” di Ettore Scola Film del 1986 ambientato nella Roma pre e post fascista, candidato all’Oscar come migliore film straniero Ha vinto nel 1987 il nastro d’argento per la migliore regia e il Davide di Donatello nel 1987 per: la MIGLIOR REGIA; il MIGLIOR FILM; il MIGLIOR ATTORE (Vittorio Gassman); la MIGLIORE SCENEGGIATURA; il MIGLIOR MONTAGGIO; la MIGLIORE COLONNA SONORA (Armando Trovajoli).
  • 7. Trama Il setting è sempre lo stesso; una casa del quartiere Prati di Roma dove si svolgono tutte le vicende. Il film scorre in nove flash-back della durata di un decennio ciascuno che partono da una fotografia scattata nel 1906 e fanno rivivere i ricordi di Carlo, anziano professore d'italiano in pensione, attorno ai personaggi e alle vicende generazionali di una famiglia borghese, nel loro succedersi quotidiano. Tra i ricordi di Carlo c’è Aristide, il padre pittore dilettante e la madre Susanna, cantante mancata; c’è il nonno Carlo, anche lui professore e le tre zie zitelle, Margherita, Luisa e Ornella.
  • 8. Trama Intorno a Carlo c’è Giulio, il fratello che si lascerà poi coinvolgere dal fascismo; c’è Beatrice, la ragazza che si reca da lui per prendere ripetizioni che diventerà sua moglie; c’è Adriana, la sorella di lei, una giovane pianista di cui Carlo rimane segretamente innamorato anche dopo esser diventato marito e padre; c’è Adelina la cameriera, poi moglie di Giulio, e poi figli, nipoti, figli dei nipoti... Ci sono guerre, dopo guerre, mutamenti vari, fino alla festa di compleanno di Carlo in cui tutti si riuniscono nell'antica stessa casa per festeggiarlo e per posare per una seconda ed ultima foto-ricordo di famiglia.
  • 9. ADRIANA fugge come EMMA Sia pure molto attratta da Carlo, Adriana studentessa del decimo anno di conservatorio, decide di inseguire il sogno di diventare concertista, fugge da Carlo per recarsi a Parigi dove raccoglie soddisfazioni in campo artistico ( i suoi concerti vengono trasmessi anche alla radio italiana) ma colleziona solo fidanzati improbabili non riuscendo a realizzare l’unione sentimentale perfetta che vagheggiava di raggiungere. Adriana è più indipendente di Emma, è una donna che non fugge da un marito, ma è anch’essa in fuga.
  • 10. ADRIANA fugge da sé stessa Adriana non aspira ad una noiosa vita matrimoniale ed immagina di trovare la felicità e la realizzazione di sé stessa andando a Parigi; Fallisce in campo affettivo e quando si presenta l‘occasione giusta non la coglie per paura di essere imbrigliata nella routine della vita sicura.
  • 11. EMMA fugge come ADRIANA Emma annoiata dalla vita familiare e di provincia, senza sussulti e novità non è appagata dalla quotidianità e volge lo sguardo verso l’esterno in cerca di cambiamenti e di situazioni emozionanti. Da qui il continuo cercare un amante che non sarà mai capace di appagarla. Emma non riesce ad imparare dalle sue esperienze, diventa sempre più delusa perché nessun uomo le cambia l’esistenza.
  • 12. La fuga di Emma La sua via di fuga avviene prima attraverso la lettura, poi con il suicidio. Emma tradisce un marito poco ambizioso vagheggiando cambiamenti, lusso e amori. Desidera sempre qualcosa di più di quello che possiede condannandosi all’infelicità perpetua persa nel desiderio costante dell’impossibile. Ella è un’anima in pena fino alla fine dei suoi giorni.
  • 13. EMMA rinuncia come ADRIANA agli affetti familiari Nel tentativo spasmodico di elevarsi socialmente ed economicamente, di raggiungere vette di amore sublime, mai corrisposte e di vivere costantemente in quella esaltazione isterica che le è propria, spende la propria intera vita fino al consumarsi della tragedia finale, disperdendo al vento quel che è rimasto dei suoi affetti familiari e del denaro che possiede.
  • 14. Casa-nido o casa-prigione? Per Carlo la casa di suo nonno è il nido sicuro che lo protegge dalla confusione e dai pericoli del mondo circostante. Per Emma Ruen è l’ostacolo alla felicità. Emma era cresciuta in una fattoria ma sognava di poter tornare al castello del marchese d’Andervilliers e di vivere a Parigi.
  • 15. Carlo VS Emma La vita domestica che scorre sempre uguale soddisfa Carlo che non desidera lasciare né la casa né gli affetti. Al contrario Madame Bovary odia il ripetersi di giorni sempre uguali; è soffocata dalla mediocrità provinciale e per sopravvivere si nutre di illusioni.
  • 16. Emma e Adriana - Creature che seguono il loro destino Flaubert ci descrive un ambiente in cui già all’inizio del romanzo si avverte il tragico che passo dopo passo si prepara. Tutto è già prevedibile e qualsiasi speranza di sfuggire alla rovina non è che illusoria. L’insoddisfazione di Emma, la confusione tra reale ed immaginario, progetto e ricordo la condannano ad una fine terribile. Emma come Adriana è vittima di un destino. Entrambe sono persone tormentate, autodistruttive e contraddittorie. Sono affascinanti ma molto pericolose per chi le ama.
  • 17. I libri come nutrimento (Carlo) e i libri come veleno (Emma) Nel film “la famiglia” la casa è il luogo degli affetti familiari e della crescita intellettuale. Il nonno Carlo era docente universitario, anche suo nipote Carlo insegna, poi aiuterà il suo nipotino Carletto così come il nonno faceva con lui. Tutto rimane immutato da una generazione all’altra; ciò che si respira guardando il film è una grande serenità. Sia Carlo, sia Emma amano i libri ma Emma adora le storie in cui ci si confonde con i personaggi e le pare di essere ella stessa a palpitare sotto i loro panni.
  • 18. I libri come nutrimento (Carlo) e i libri come veleno (Emma) Tutto ciò le serve per separarsi da coloro che la amano. Per Carlo invece la cultura non è un veleno con cui distruggersi e separarsi dal resto della famiglia, anzi è un nutrimento rassicurante e costruttivo che unisce tutti: ascendenti e discendenti.
  • 19. I rapporti con i figli Emma è anaffettiva nei confronti di Berta che allontana da sé. Non c’è trasmissione di sapere né dimostrazione di amore materno tra madre e figlia. I romanzi stucchevoli hanno avuto influsso negativo su di lei; hanno avvelenato le fantasie di Emma e quel fiotto di liquido nero, l’arsenico, che le esce di bocca, ne è la prova.
  • 20. Conclusioni Sia Madame Bovary che Adriana sono figlie del loro tempo. Entrambe sono alla ricerca di qualcosa che non hanno, sono innamorate dell’amore immaginario ed irreale, si comportano da egoiste e fuggono dai veri affetti. Il loro idealismo ha fatto perdere di vista ciò che di speciale avevano già a portata di mano e non sono state capaci di restituire l’amore e di donare sé stesse .