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Il teatro: Tra Maschere e Realtà di Giuseppe D'Angelo LI/1204
Il Teatro: Tra maschere e realtà In un modo davvero unico presentiamo le maschere, coloro i quali sono stati accomunati dalla stessa filosofia di vita teatrale e cioè dell’uomo che si riduce a forma , a maschera. Ecco chi conosceremo all’interno di questa presentazione: Pirandello Massimo Troisi Totò Eduardo De Filippo Giuseppe D’Angelo Saremo brevi ma intensi, proveremo a trasmettere al pubblico sensazioni e suggestioni di questi grandi artisti, in modo da poter sentirci parte integrante del mondo del teatro. Preparatevi lo spettacolo sta per iniziare!
Luigi Pirandello
Vissuto nel periodo a cavallo tra ’800 e ‘900, fra il naturalismo e l’inizio del decadentismo Pirandello, è definito uno scrittore isolato, difficile da inquadrare in un movimento letterario ben definito. Proprio a cavallo tra i due secoli si determina la crisi dei valori ottocenteschi, dove viene meno la fiducia nella scienza, nella razionalità e nei valori borghesi. Pirandello vive e rappresenta questa crisi sentendone le contraddizioni, e porta nella letteratura italiana alcuni dei caratteri fondamentali dell’avanguardia europea scaturiti proprio da questa crisi, come il relativismo, la tendenza alla scomposizione e alla deformazione, il gusto per il paradosso, la scelta dell’ironia e dell’espressionismo.  Il soggetto è costretto a vivere nella forma, non è più una persona integra, coerente e compatta, ma si riduce ad una  maschera  (o a un  personaggio ) che recita la parte che la società esige da lui e che egli stesso si impone secondo i suoi ideali morali. Proprio per questo nell’arte umoristica non sono più possibili né persone né eroi, ma solo maschere o personaggi. “ Un personaggio, signore, può sempre chiedere ad un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre “qualcuno”. Mentre un uomo – non dico lei, adesso – un uomo così in genere, può non essere “nessuno”.  Luigi Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore Luigi Pirandello
Eduardo de Filippo
Crebbe nell'ambiente teatrale napoletano insieme ai fratelli Titina e Peppino, rivelando fin da giovanissimo straordinarie doti comiche. I tre fratelli lavorarono insieme negli anni venti sia nell'ambito del teatro dialettale che in quello più eterogeneo del varietà, della rivista e dell'avanspettacolo, raccogliendo quasi sempre delle ottime criticheLa scatenata verve comica dei tre fratelli risaliva alle forme farsesche dell'antica commedia dell'Arte, che Eduardo conosceva bene avendola studiata e non condividendone la visione che gli studiosi avevano di essa: si dimostrò, infatti, critico verso l'agiografia degli attori che ne veniva fatta. Adottò il parlato popolare, conferendo in questo modo al dialetto napoletano la dignità di lingua ufficiale, ma elaborò una lingua teatrale che travalicò napoletano ed italiano per diventare una lingua universale. Non vi è dubbio che l'azione e l'opera di Eduardo De Filippo siano state decisive affinché il "teatro dialettale", precedentemente giudicato di second'ordine dai critici, fosse finalmente considerato un "teatro d'arte". Eduardo de Filippo
Gli attori comici , oggi si dividono in due grandi famiglie : chi recita se stesso e chi interpreta un personaggio. Totò per tutta la vita ha fatto Totò: questa è stata la sua particolarità:  la maschera fisiologica , questo particolarissimo tipo di maschera. Talvolta in lui c’era una sorta di  identificazione fra uomo e maschera.  Totò Oggi, comunque, la maschera alla maniera di Totò non c’è più, non è neanche un obiettivo perseguibile: la televisione, con i suoi tempi forsennati, chiede personaggi in continuo ricambio, uno per ogni pubblico, quello di destra e quello di sinistra, quello impegnato e quello disimpegnato, quello del Nord e quello del Sud. E’ il destino della televisione : aver moltiplicato i pubblici e aver impedito ai comici di essere riconosciuti ed amati da tutti i pubblici. In queste condizioni, oggi Totò la sua maschera non avrebbe potuto davvero inventarla.
L'arte di Massimo Troisi
Massimo Troisi era un essere umano leggero, lieve, forse stonato in un'epoca e in una società dello spettacolo dove imporre la propria presenza, essere arroganti, è il comportamento di moda. Massimo sapeva stare al mondo rendendo gradevole la vita dei suoi amici e della gente che gli era cara senza sfiorare mai gli altri con le sue angustie. Artisti che duravano molto più di una stagione e comici non schiavi di una battuta o incapaci di andare oltre i due minuti di esibizione. Erano comici spesso inventori di un genere, lettori ironici del quotidiano, o interpreti sarcastici della società in cui vivevano.  Massimo Troisi Come i grandi del neorealismo sapeva cogliere il particolare delle cose, delle situazioni, perfino i tic delle persone e trasformarli in una introspezione ironica. Eduardo De Filippo disse una volta che era un comico di domani con le radici nel passato. Sotto la sua pigrizia nascondeva però talvolta una volontà di ferro.
Le Maschere
Statistiche
Passato...
“ La cantata dei pastori”  Dicembre 2007 Presente...
In Futuro...? Sono sicuro che  l’ incanto di quella magia che si chiama teatro, che ha saputo sin da bambino regalarmi gioie ed emozioni, resterà intatto in me per sempre. Per il futuro nutro la speranza di fare nuove esperienze nel mondo del teatro,guardando ciò che mi circonda sempre con gli occhi di un bambino...
Webliografia & Bibliografia Salinari ,“ Miti e coscienza del decadentismo italiano”,  da pag. 249 a pag. 287 Lauretta  ,“ Come leggere Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello ”, da pag. 25 a pag. 110 Luperini  ,“ La scrittura e l’interpretazione vol. 3 tomo II”,  da pag. 193 a pag. 311  “ VIVA VERDI, Il giornale degli autori ed editori”,anno 79  ,da pag.40 a 46 , n°5 settembre-ottobre 2007.  Wikipedia Italia ,  http://it.wikipedia.org/wiki/Eduardo_De_Filippo  Wikipedia Italia , http://it.wikipedia.org/wiki/Troisi

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  • 4. Vissuto nel periodo a cavallo tra ’800 e ‘900, fra il naturalismo e l’inizio del decadentismo Pirandello, è definito uno scrittore isolato, difficile da inquadrare in un movimento letterario ben definito. Proprio a cavallo tra i due secoli si determina la crisi dei valori ottocenteschi, dove viene meno la fiducia nella scienza, nella razionalità e nei valori borghesi. Pirandello vive e rappresenta questa crisi sentendone le contraddizioni, e porta nella letteratura italiana alcuni dei caratteri fondamentali dell’avanguardia europea scaturiti proprio da questa crisi, come il relativismo, la tendenza alla scomposizione e alla deformazione, il gusto per il paradosso, la scelta dell’ironia e dell’espressionismo. Il soggetto è costretto a vivere nella forma, non è più una persona integra, coerente e compatta, ma si riduce ad una maschera (o a un personaggio ) che recita la parte che la società esige da lui e che egli stesso si impone secondo i suoi ideali morali. Proprio per questo nell’arte umoristica non sono più possibili né persone né eroi, ma solo maschere o personaggi. “ Un personaggio, signore, può sempre chiedere ad un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre “qualcuno”. Mentre un uomo – non dico lei, adesso – un uomo così in genere, può non essere “nessuno”. Luigi Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore Luigi Pirandello
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  • 8. Gli attori comici , oggi si dividono in due grandi famiglie : chi recita se stesso e chi interpreta un personaggio. Totò per tutta la vita ha fatto Totò: questa è stata la sua particolarità: la maschera fisiologica , questo particolarissimo tipo di maschera. Talvolta in lui c’era una sorta di identificazione fra uomo e maschera. Totò Oggi, comunque, la maschera alla maniera di Totò non c’è più, non è neanche un obiettivo perseguibile: la televisione, con i suoi tempi forsennati, chiede personaggi in continuo ricambio, uno per ogni pubblico, quello di destra e quello di sinistra, quello impegnato e quello disimpegnato, quello del Nord e quello del Sud. E’ il destino della televisione : aver moltiplicato i pubblici e aver impedito ai comici di essere riconosciuti ed amati da tutti i pubblici. In queste condizioni, oggi Totò la sua maschera non avrebbe potuto davvero inventarla.
  • 10. Massimo Troisi era un essere umano leggero, lieve, forse stonato in un'epoca e in una società dello spettacolo dove imporre la propria presenza, essere arroganti, è il comportamento di moda. Massimo sapeva stare al mondo rendendo gradevole la vita dei suoi amici e della gente che gli era cara senza sfiorare mai gli altri con le sue angustie. Artisti che duravano molto più di una stagione e comici non schiavi di una battuta o incapaci di andare oltre i due minuti di esibizione. Erano comici spesso inventori di un genere, lettori ironici del quotidiano, o interpreti sarcastici della società in cui vivevano. Massimo Troisi Come i grandi del neorealismo sapeva cogliere il particolare delle cose, delle situazioni, perfino i tic delle persone e trasformarli in una introspezione ironica. Eduardo De Filippo disse una volta che era un comico di domani con le radici nel passato. Sotto la sua pigrizia nascondeva però talvolta una volontà di ferro.
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  • 15. In Futuro...? Sono sicuro che l’ incanto di quella magia che si chiama teatro, che ha saputo sin da bambino regalarmi gioie ed emozioni, resterà intatto in me per sempre. Per il futuro nutro la speranza di fare nuove esperienze nel mondo del teatro,guardando ciò che mi circonda sempre con gli occhi di un bambino...
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