La gente decide, ma soprattutto fa!Monica Di SistoIl mio intervento al seminario "La gente decide" presso l'università LUISS (10/10/2013)
http://communication.blogs.luiss.edu/2013/10/01/la-gente-decide-seminario-su-democrazia-deliberativa-e-partecipazione/
TTIPUnire I PuntiDossier sul trattato di libero commercio (TTIP) tra Unione Europea e Stati Uniti.
L’originale è stato pubblicato in Spagna dal Frente Civico www.frentecivicosomosmayoria.es
Comprendere l'economia e la finanzaSergio PagniniRingrazio vivamente per la splendida organizzazione ed ospitalità e per l'immersione sensoriale nell'alta fedeltà d'eccellenza "Hi-FI Natali", "Sandro Romani" di Monsummano Terme per la qualità del cibo, "Valentina Carmignani" per l'intervento sull'evoluzione e l'approccio al mercato immobiliare e per l'alta professionalità del barman "Alessio Cintelli"
Il valore della pianificazione negli investimentiPFProfessioneFinanza1. L’Economia mondiale oggi, un’analisi critica sui principali aspetti macroeconomici:
- perché guardare al lungo periodo è meglio che concentrarsi sul breve
- gli shock economici intrapresi dalle Banche Centrali, quali conseguenze?
- analisi di contesto macroeconomico, cambiamenti demografici e opportunità di investimento
2. Le nuove esigenze da considerare nella pianificazione finanziaria:
- i Millennials, target più interessato dall’attuale contesto macroeconomico
- la Silver economy
3. Previdenza, tra riforma e consulenza:
- l’importanza di gestire la propria economia personale in base al Life Planning
- il Goal Based Investment, l'approccio corretto agli investimenti
4. Centralità del ruolo del consulente finanziario: come creare valore
- accenni di finanza comportamentale, come gestire il cliente ed evitare i tipici bias comportamentali
ME MMT Toscana: Conoscere l’economia per comprendere la realtàParlante GrilloMateriale del primo incontro di un ciclo di conferenze tra i cittadini di S. Gimiganno (SI)
1a parte: Storia del moderno sistema economico-finanziarioelegiasBreve storia della nascita del moderno sistema ecoomico-finanziario, dalla crisi del '29 al crollo del muro di Berlino
A che punto è la notte 2.0 - Presentazione di Ivan CastelliAssociazione Culturale I CareIn questa presentazione il ricercatore ambientale Ivan Castelli ci ha illustrato un progetto molto interessante di Economia Green realizzato in Inghilterra
Danni CollateraliHoro CapitalQuale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Comprendere il rischioSergio PagniniPrima edizione del Salotto Finanziario Fra le Vele di Marina Cala De' Medici di Rosignano "Comprendere il Rischio : conoscere il rischio dei mercati e degli investimenti" .
Ringrazio vivamente per la splendida location lo Yachting Club MCDM, "Arredamenti Macchini" per la collaborazione storica, la qualità del cibo messa a disposizione da "Angolo del Buongustaio" ,"Marinari Giancarlo Re degli Ammolati_" , Panificio Guidetti Melania" , gli aromi e i profumi dei vini di "Fuxy Bar" , e la qualità e la limpidezza della musica gentilmente offerta da "Hi Fi Natali" e i fiori offerti da "Fiori&Fiori di Santoni" .
Comprendere il rischio cortoSergio PagniniPrima edizione del Salotto Finanziario Fra le Vele di Marina Cala De' Medici di Rosignano "Comprendere il Rischio : conoscere il rischio dei mercati e degli investimenti" .
Ringrazio vivamente per la splendida location lo Yachting Club MCDM, "Arredamenti Macchini" per la collaborazione storica, la qualità del cibo messa a disposizione da "Angolo del Buongustaio" ,"Marinari Giancarlo Re degli Ammolati_" , Panificio Guidetti Melania" , gli aromi e i profumi dei vini di "Fuxy Bar" , e la qualità e la limpidezza della musica gentilmente offerta da "Hi Fi Natali" e i fiori offerti da "Fiori&Fiori di Santoni" .
Ci sarà un contagioHoro CapitalI titoli delle prime pagine sono per la Grecia, ma la vera storia non è la Grecia, ma chi sarà il prossimo. I leader europei avevano il diritto di essere preoccupati solo poco tempo fa sugli effetti di contagio di un default della Grecia sull\'intero sistema Euro, che naturalmente ora dicono che non esiste.
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Il valore della pianificazione negli investimentiPFProfessioneFinanza1. L’Economia mondiale oggi, un’analisi critica sui principali aspetti macroeconomici:
- perché guardare al lungo periodo è meglio che concentrarsi sul breve
- gli shock economici intrapresi dalle Banche Centrali, quali conseguenze?
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- i Millennials, target più interessato dall’attuale contesto macroeconomico
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A che punto è la notte 2.0 - Presentazione di Ivan CastelliAssociazione Culturale I CareIn questa presentazione il ricercatore ambientale Ivan Castelli ci ha illustrato un progetto molto interessante di Economia Green realizzato in Inghilterra
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Comprendere il rischioSergio PagniniPrima edizione del Salotto Finanziario Fra le Vele di Marina Cala De' Medici di Rosignano "Comprendere il Rischio : conoscere il rischio dei mercati e degli investimenti" .
Ringrazio vivamente per la splendida location lo Yachting Club MCDM, "Arredamenti Macchini" per la collaborazione storica, la qualità del cibo messa a disposizione da "Angolo del Buongustaio" ,"Marinari Giancarlo Re degli Ammolati_" , Panificio Guidetti Melania" , gli aromi e i profumi dei vini di "Fuxy Bar" , e la qualità e la limpidezza della musica gentilmente offerta da "Hi Fi Natali" e i fiori offerti da "Fiori&Fiori di Santoni" .
Comprendere il rischio cortoSergio PagniniPrima edizione del Salotto Finanziario Fra le Vele di Marina Cala De' Medici di Rosignano "Comprendere il Rischio : conoscere il rischio dei mercati e degli investimenti" .
Ringrazio vivamente per la splendida location lo Yachting Club MCDM, "Arredamenti Macchini" per la collaborazione storica, la qualità del cibo messa a disposizione da "Angolo del Buongustaio" ,"Marinari Giancarlo Re degli Ammolati_" , Panificio Guidetti Melania" , gli aromi e i profumi dei vini di "Fuxy Bar" , e la qualità e la limpidezza della musica gentilmente offerta da "Hi Fi Natali" e i fiori offerti da "Fiori&Fiori di Santoni" .
Ci sarà un contagioHoro CapitalI titoli delle prime pagine sono per la Grecia, ma la vera storia non è la Grecia, ma chi sarà il prossimo. I leader europei avevano il diritto di essere preoccupati solo poco tempo fa sugli effetti di contagio di un default della Grecia sull\'intero sistema Euro, che naturalmente ora dicono che non esiste.
Commercio equo e solidale, per un commercio più giusto
1. Commercio equo e solidale
…per un commercio
più giusto
Monica Di Sisto,
vicepresidente [Fairwatch]
2. La mano invisibile…
(1750 e oggi)
Sono quasi 850
milioni le persone vale a dire una su otto
- che nel triennio
2011-2013 hanno
sofferto di
malnutrizione cronica,
denuncia il nuovo
rapporto ONU sulla
fame nel mondo
3. Una bella storia: l’International
Trade Organization
John Maynard Keynes e
Harry Dexter White alla
Conferenza di Bretton Woods
La Banca Mondiale e il Fondo
Monetario Internazionale sono stati
istituiti in un incontro tra i 43
“vincitori” a Bretton Woods, ridente
località balneare del New
Hampshire (USA) nel 1944.
A fianco ad essi venne prevista la
creazione di un’International Trade
Organisation (ITO).
Fu ratificata nel 1948 durante la
Conferenza delle Nazioni Unite di
L’Avana.
Il commercio secondo l’Ito: un
sistema di REGOLE
Il Congresso USA ne esaminò più
volte il documento istitutivo, ma
non lo approvò mai
4. Il sogno delle Nazioni Unite
Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite ha
approvato e proclamato la
Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani.
Tutti gli esseri umani nascono con
uguali e inalienabili diritti e libertà
fondamentali.
Le Nazioni Unite si impegnano a
sostenere, promuovere e proteggere
i diritti umani di ciascun individuo.
Questo impegno deriva dallo Statuto
delle Nazioni Unite, che riafferma la
fede dei popoli del mondo nei diritti
umani fondamentali e nella dignità e
nel valore della persona umana.
5. Trade not aid!
1964 L’appello traid not aid (commercio
non aiuti) viene lanciato per la prima
volta a Ginevra nella prima Conferenza
Unctad, la Commissione delle Nazioni
Unite per il Commercio e lo Sviluppo.
1968 I Paesi produttori del Sud
tornarono all’attacco in occasione della
seconda Conferenza Unctad, senza
molto successo.
6. 1969: 1° world shop is open!
Viene inaugurata la prima Bottega
del Mondo nei Paesi Bassi.
L’iniziativa prende piede
rapidamente e, due anni più tardi,
in Olanda le Botteghe sono già
centoventi. Si diffondono anche in
Germania, Svizzera, Austria,
Francia, Svezia, Gran Bretagna e
Belgio. Mentre in Italia:
1974-la cooperativa Sir JHON LTD
importa manufatti da una cooperativa
di donne bengalesi
1988-prime centrali di importazione:
CTM, RAM
2003-AGICES(Assemblea Generale
Italiana del Commercio Equo e
Solidale)
8. E poi la World Trade
Organisation
-
Cade il muro di Berlino (1989)
Il negoziato doveva chiudersi a fine 1990 ma Stati
Uniti e Europa non si misero d’accordo.
Nel 1991 scoppia la Guerra del Golfo
Nel 1992 con il "the Blair House accord“ firmato
nel 1994, in Marrakesh (Marocco) i think thanks di
Clinton spingono alla creazione della World Trade
Organization, che diventa operativa il 1 gennaio
del 1995
Il sistema in vigore ha sei aree:
l’accordo ombrello istitutivo della WTO
L’accordo su beni e investimenti (GATT 1994 e
TRIMS),
L’accordo sui servizi (GATS),
Quello sulla proprietà intellettuale and
intellectual property (TRIPS);
Il dispute settlement body (DSB);
L’organismo di revisione delle politiche commerciali
dei Governi (TPRM).
9. Paesi poveri al centro?
Il clima culturale e politico era cambiato:
(Neoliberismo, ma soprattutto la Recessione
economica degli anni 80…)
La WTO la missione di portare, attraverso il
multilateralismo commerciale, maggiore prosperità,
accrescere i livelli d’impiego, ridurre
l’ineguaglianza e promuovere lo sviluppo
sostenibile a livello globale attraverso un tasso
crescente di libero mercato
“La maggioranza dei Paesi membri del WTO sono
Paesi in via di sviluppo. Poniamo le loro necessità e i
loro interessi al centro del programma di lavoro
adottato in questa Dichiarazione”.
Paragrafo 2 della Dichiarazione Ministeriale di Doha, 14
novembre 2001
10. Le bon élève: a quale prezzo?
FMI e BM hanno imposto dopo gli anni
Ottanta ai Paesi più poveri la cura: meno
Stato, più mercato
i costi sostenuti a seguito della
riduzione o dello smantellamento degli
strumenti pubblici a sostegno del
mercato interno dei Paesi dell'Africa
Sub-Sahariana nel ventennio 19802000 sono stati di 272 miliardi di
dollari
una cifra di circa 70 miliardi di dollari,
superiore all'ammontare complessivo
del debito estero stimato verso
creditori pubblici per i Paesi del
continente.
11. La crisi non è meteorologica…1999
sono passati quasi 15 anni da Seattle
Lee Kyung Hae
12. Le Nazioni Unite nel 2005 identificano
vincitori e perdenti nella scena globale
L’UNEP (UN Environment program) in un
rapporto con alcuni casi-studio su prodotti
agricoli “sensibili” e AoA spiega che “è
difficile che [l’agenda di Doha della Wto
in ambito agricolo) faccia fiorire nuovi
mercati, in particolare agricoli, per le
nazioni più povere senza che questo
avvenga a spese dell’ambiente
naturale”.
L’UNEP denuncia che i principali
“vincitori” della liberalizzazione dei
mercati sono gli importatori, I
produttori medi e di grande scala,
mentre i “perdenti” sono per lo più i
produttori locali e I piccoli agricoltori, il
cui reddito è sceso in picchiata. L’UNEP
chiarisce anche che i consumatori
possono risultare perdenti anch’essi in
molti casi, perché la riduzione dei
prezzi ai produttori progressiva e
drastica non ha alcun riflesso sui costi
finali di alcuni prodotti, oppure è la
qualità a risentirne.
13. La trappola del “trade in task”
Ci sono due grandi domande aperte nel commercio globale
oggi. La prima è sul “dove si accumula il valore
aggiunto”, e l’altra, che ci riguarda di più oggi è “chi
produce che cosa per chi”. Sono al centro di una
profonda revisione in corso dei modelli e della contabilità
del commercio internazionale.
Il modello teorico del commercio internazionale (leggi
globalizzazione) vuole che viaggino i beni come
sostituto degli spostamenti dei mezzi di produzione.
In realtà quando importi beni da un Paese partner è come
se importassi i suoi capitali e lavoratori, in competizione
diretta con imprese e lavoratori nazionali.
Con la frammentazione della produzione, però, la
parte di valore aggiunto dai fattori di produzione dei
Paesi di origine dei componenti è estremamente
ridotta.
14. Nella rete della fabbrica globale, al
centro le funzioni: e le persone?
Con il «trade in task» il lavoro
è assolutamente sparito dai
diagrammi. Non è nemmeno
considerato un fattore di
produzione. Banalmente non
c’è perché è una variabile
dipendente dai task.
Con il lavoro, sparisce il “chi”
lavoratore. Il soggetto è, a
seconda delle prospettive, il
prodotto, il supplier,
l’investitore/azienda.
15. Il gioco dell’Ipod
Usando l’iPod come esercizio sulla
fabbrica globale, Linden, Dedrick and
Kraemer (2009) hann stimato che
questo prodotto e le sue componenti
abbiano creato nel solo 2006 circa
41,000 posti di lavoro in tutto il
mondo.
circa 27,000 sono stati creati fuori
dagli Usa, essenzialmente nella
manifattura a basso reddito.
14,000 sono stati generati all’interno
degli Usa (incluse le vendite) di cui circa
6,000 tra ingegneri e manager d’alto
livello, e circa 8,000 di lavoratori
della distribuzione e non
professionali, molti dei quali non
dipendenti dalla filiera transnazionale
17. LDCs: Paesi meno sviluppati
Nel 2012, il cuore del futuro,
le popolazioni di ben 48 Paesi
della Terra, 33 in Africa, 14
in Asia e nel Pacifico e uno in
America Latina e Caraibi,
Haiti, che rappresentano ben
il 13% della popolazione
mondiale, ancora
sopravvivono con meno di 1
dollaro al giorno.
18. Trade not aid: davvero?
Trade: il commercio globale cresce nel 2011 del
5.0%, nel 2010 era il 13.8%, ed è cresciuto del
2,5% nel 2012.
Le esportazioni delle economie sviluppate sono
cresciute del 4,7% e quelle in via di sviluppo del
5,4%.
In Africa le importazioni sono cresciute del 5.0%
Si prevede per il mondo in via di sviluppo nel suo
complesso che le importazioni crescano del 6.2%
Gli aiuti, bontà nostra, calano: l’Ocse/Dac
registra un crollo globale del 3,3% negli aiuti
ai Paesi piu' poveri da parte dei Paesi
donatori. Taglio che per i Paesi dell'area
euro arriva al 6,4% rispetto al 2010.
19. 2013: l’Unctad ci dice che…
Nei giorni scorsi, nell’ambito
della sessantesima sessione del
suo ufficio esecutivo, l’UNCTAD,
ha presentato il Rapporto 2013
su Commercio e Sviluppo.
Il rapporto, dal titolo “Correggere
le dinamiche in cambiamento
dell’economia mondiale”,
sostiene che sono necessari
cambiamenti fondamentali nelle
politiche economiche prevalenti
per riaggiustare quella che ora
appare evidentemente come una
crisi strutturale.
20. 2013: l’Unctad ci dice che…/2
I paesi in via di sviluppo hanno avuto una
crescita economica più veloce di quelli
sviluppati, hanno visto un aumento significativo
del loro peso nell’economia globale – la loro
quota nella produzione mondiale è cresciuta
dal 22% del 2000 al 36% del 2012, mentre la
loro partecipazione alle esportazioni mondiali è
salita, nello stesso arco di tempo, dal 32% al
45%.
Ci sono però pochi cambiamenti nelle due
principali caratteristiche del commercio Sud –
Sud, ovvero la forte concentrazione in Asia, in
relazione al coinvolgimento di questi paesi nella
catena globale di produzione, con i paesi
sviluppati come destinazione finale; e il ruolo
principale delle materie prime nell’espansione
degli scambi Sud-Sud nei due passati decenni.
Questo dimostra, secondo l’UNCTAD, che il
commercio Sud – Sud non è diventato un
motore autonomo di crescita per i paesi in via
di sviluppo.
21. 2013: l’Unctad ci dice che…/3
Recenti proiezioni sulla crescita e la composizione di una “classe media
globale” suggeriscono che alcune delle più popolose economie in via di
sviluppo e in transizione possono ora avere la crescita nei consumi delle
famiglie necessaria per compensare la maggior parte del declino della
domanda di esportazione dai paesi sviluppati.
Il Rapporto sottolinea, comunque, che per realizzare questo potenziale dei
consumi, i decisori politici devono rafforzare i mercati interni, il potere
d’acquisto interno e raggiungere un appropriato equilibrio tra la crescita dei
consumi delle famiglie, gli investimenti privati e la spesa pubblica
Il Rapporto ricorda che le strategie trainate dall’esportazione enfatizzano
l’aspetto del costo del lavoro. Infatti, i salari sono rimasti ben indietro
rispetto alla crescita della produttività nella maggior parte dei paesi negli
scorsi decenni.
Al contrario, una strategia che assegni un ruolo maggiore alla domanda
interna enfatizzerebbe l’aspetto del reddito da salari, dato che si basa sulla
spesa delle famiglie come più grande componente della domanda interna.
La creazione di occupazione combinata alla crescita dei salari in relazione
alla produttività creerebbe una domanda interna sufficiente ad
avvantaggiarsi pienamente della capacità produttiva, senza dover
dipendere dalla continuità della crescita delle esportazioni.
22. Il commercio equo
offre un modello di politica…
"Scherzosamente il Commercio equo
si aggiudica il premio Adam
Smith perché
- Aiuta a ridurre gli squilibri di
filiera
- Sostiene l’accesso al credito
- Stabilizza i prezzi
- Stabilisce relazioni di lungo
periodo
- Investe parte dei profitti in beni e
servizi di rilevanza sociale
- Offre canali paralleli di
distribuzione alternativi
- Costruisce partnership tra Nord e
Sud e tra i Sud, anche quelli nel
Nord" Leonardo Becchetti
23. E di commercio
Our 2012-13 annual report, released
today, is based on our work on
“Unlocking the Power” of producers
and is highlighted by 16 percent
growth in the total number of
producer organizations compared to
2011
Over 1.3 million farmers and workers
in 70 countries are part of 1,149
Fairtrade producer organizations. In
addition to sales income, these
producer groups benefitted from
around 80 million euros in Fairtrade
Premium money in 2012.
Consumer sales increased significantly
in key markets, including: Germany
(33 percent), the Netherlands (26
percent), Sweden (28 percent),
Switzerland (15 percent), and the UK
(16 percent)..
24. Dove siamo?
«Ce lo eravamo immaginato
davvero come un mercato
diverso quello equosolidale.
Uno spazio a misura dei
piccoli, che fosse efficace,
ecologicamente sostenibile, e
costruisse una relazione più
diretta tra produttori e
consumatori per cambiare
davvero le regole del gioco.
Non è successo, ed è chiaro
che è nostra responsabilità far
sì che qualcosa si modifichi, e
il più presto possibile”. Franz
van der Hoff
25. Luca Gioelli
Lo stato di salute del Commercio
Equo non si misura certo tenendo
in considerazione solo il fatturato
delle singole realtà. Il dato
economico deve essere tenuto in
debito conto, quale conseguenza
delle attività svolte, quale
strumento per la creazione di
lavoro e di inclusione sociale, ma
non deve divenire il fine.
Non si tratta di stilare classifiche
per misurare i propri e gli altrui
muscoli, ma di valutare la vivacità
di un movimento, la ricchezza di
punti di vista e contributi che
animano il confronto e che
consentono di sperimentare nuove
strategie, di aprire nuove piste.
26. Renzo Garrone
Mi domando se abbia senso
continuare a sostenere
progetti che di sociale non
hanno più niente, oppure
realtà che sono ormai dei
piccoli e medi giganti nei
loro contesti locali, solo
perché ci assicurano
prodotti belli, buoni, di
buona qualità, cui i nostri
acquirenti sono ormai
abituati. Chiaro che non si
può rischiare su tutti i
fronti, ma spesso così si
perde di vista l’essenziale.
27. Donata Frigerio
Ci stiamo attrezzando per
mantenere intatto il
messaggio globale del
Commercio Equo, perché
non si riduca alla
compravendita e
mantenga la proposta
originaria di una giustizia
sociale per tutti.
Ma questo deve portare ad
un progressivo aumento
della nostra capacità di
ragionare politicamente, di
intervenire e incidere a
quel livello, né localmente,
né in Europa, né a livello
globale, nonostante i
numerosi attestati di stima
anche istituzionali.
28. Alberto Zoratti
il Commercio Equo non debba rinunciare ad
essere scomodo, ma anche a “stare
scomodo”. È chiaro che se vuoi criticare il
sistema devi essere innanzitutto coerente
al tuo interno, con le tue pratiche. Più sei
visibile e più è tuo dovere politico e morale
farlo.
Al G8 di Genova aveva senso essere
presenti come realtà equosolidali perché
testimoniavamo che era possibile costruire
un’alternativa concreta al sistema
dominante che non fosse soltanto
idealistica, ma portasse un miglioramento
concreto nella vita delle persone.
Oggi non possiamo sederci sui risultati che
abbiamo raggiunto ma dobbiamo
continuare a verificarci alla luce delle
campagne di mobilitazione dei movimenti
sociali. Due temi guida? Clima e sovranità
alimentare.
29. Pensiamoci su…
L’individuo biologico più le sue estensioni
ed interconnessioni (…)
Non sono l’uomo vitruviano, racchiuso in
un singolo cerchio perfetto, che guarda il
mondo
dalle
coordinate
della
mia
personale prospettiva (…).
Io costruisco e sono costruito, in un
processo mutuamente ricorsivo, che
coinvolge continuamente i miei confini
fluidi e permeabili e i miei network che si
diramano all’infinito (Mitchell 2003: 39)
30. L’economia solidale, per noi
Il processo verso la realizzazione della
Rete Italiana di Economia Solidale
(RES) è stato inizialmente promosso
dalla Rete di Lilliput (2001) e si è
sviluppato successivamente con il
sostegno delle Botteghe del Mondo,
della Rete dei Gruppi di Acquisto
Solidali, delle organizzazioni della
finanza etica e di microcredito, del
turismo responsabile e reti di
cooperative sociali.
Tale progetto è aperto a tutte le realtà
che già operano, che si sentono parte,
o che comunque intendono agire
ispirandosi ai valori e ai princìpi
dell'economia solidale.
SOGNO GLOCALE
31. “C” factors
per una nuova economia
Comunità
Cooperazione
Conoscenza
Comunicazione
permettono di
generare entrate,
di intensificare i
rapporti sociali e,
soprattutto,
di rispondere ad
obbiettivi che sono
al contempo
economici, sociali e
culturali
35. Verso Bali…
AoA: stock/sussidi
Trade facilitation
ITA: espansione?
TISA: ma l’Italia
non era contraria?
LDC/development
Policy space!
36. Distretto di Economia Solidale (DES):
definizione
DES come
attivazione di
relazioni (rete)
e di flussi
economici di
prodotti e
servizi
all’interno della
rete (Saroldi)
38. Tre principi e un metodo
Valorizzazione della dimensione locale I distretti
intendono valorizzare le caratteristiche peculiari dei
luoghi (conoscenze, saperi tradizionali, peculiarità
ambientali, ricchezze sociali e relazionali). Tali
peculiarità sono viste come ricchezze (stock) da
accrescere e valorizzare e non come risorse (flussi) da
sfruttare a fini di profitto, nella convinzione che, nel
lungo periodo, tale strategia si mostrerà conveniente
anche sotto il profilo economico.
Economia di giustizia (sostenibilità sociale) I
soggetti appartenenti ai DES si impegnano a
mantenere e a favorire condizioni di equità nella
distribuzione dei proventi delle attività economiche,
sia tra i membri dell'organizzazione produttiva, sia fra
le diverse aree del sistema economico (tanto al Nord
quanto al Sud del Mondo).
39. Tre principi e un metodo/2
• Sostenibilità ecologica I soggetti aderenti ai DES si
impegnano a svolgere le propria attività economica secondo
modalità tali da consentire una riduzione dell'impronta
ecologica del distretto e comunque tali da non
compromettere, anche nel lungo periodo, l'organizzazione
vitale (resilienza) degli ecosistemi. Si ritiene strategico, a
tale fine, favorire la chiusura locale dei cicli bioeconomici.
• La realizzazione pratica dei tre principi fondamentali
enunciati viene perseguita attraverso il metodo della
partecipazione attiva dei soggetti, nell'ambito dei
distretti, alla definizione delle modalità concrete di gestione
dei processi economici propri del distretto stesso. Tale
modalità partecipativa presuppone da parte dei soggetti la
disponibilità a confrontarsi e a condividere con altri idee e
proposte su progetti definiti di volta in volta dai diversi
soggetti, comunque nel rispetto di quei "criteri di
appartenenza" che la RES si riserva di definire in seguito, in
armonia ai principi generali della Carta.
40. Il «quinto elemento» da solo
non basterà
A partire dai movimenti sociali come “quinto elemento” a tutela dei
quattro elementi naturali a rischio mercificazione, pensare che
possano essere i mercati, ed il privato, anche se Green, a rimettere a
posto le cose è pura ideologia.
La transizione, quella vera, parla di una partecipazione diretta delle
comunità e di una responsabilità diffusa, a cominciare dagli stili di
vita di ognuno.
E della consapevolezza che tutto questo non sarà una passeggiata,
che i conflitti con l’attuale modello di sviluppo sono dietro l’angolo e
che non basterà sensibilizzare ed informare, ma bisognerà mettersi
in gioco, a cominciare dai propri territori.
41. Un diverso quadro legislativo
Elinor Ostrom recentemente
scomparsa, ha vinto il premio Nobel
per l’economia, con il suo lavoro
“Governing the commons. The
evolutions of institutions for
collective actions”, pubblicato nel
1988, dopo diversi anni di studi e
ricerche.
In esso la Ostrom si pone il
problema fondamentale di come un
gruppo di soggetti, nel testo definiti
“principals”, interdipendenti tra di
loro, possano auto-organizzarsi e
autogovernarsi al fine di ottenere
benefici collettivi di lungo periodo,
superando la tentazione di
comportamenti free-riding e, più in
generale, di tipo opportunistico.
42. Le fabbriche recuperate
Esperienze come le fabbriche autogestite in
Argentina hanno creato un cambiamento
anche legale nella relazione tra «padroni» e
«lavoratori», provocando un corto circuito
intorno al lavoro.
Pochi ricordano la legge sui «provvedimenti
per il credito alla cooperazione e misure
urgenti a salvaguardia dei livelli di
occupazione», approvata in Italia nell’85, la
legge «Marcora».
Si comincia a studiare e immaginare nuovi
percorsi che possono riguardare il nord come
il sud del mondo, le fabbriche come gli
ospedali, le cave oppure gli alberghi, ma
soprattutto movimenti e singoli lavoratori, se
non altro nutre di speranza l’idea di
cambiamento sociale.
Ma tutto questo è anche un modo, come
suggerisce lo scrittore e giornalista Raúl
Zibechi, per «reinventare la vita dal lavoro».
43. Alternative trade mandate in
EU
“Over the past years, the Alternative Trade
Mandate Alliance, an alliance of currently almost
50 organisations from across Europe, has been
discussing an alternative vision for European
trade policy - one that puts people and the
planet before big business.
Our belief is that Europe’s trade has to be
fundamentally changed. Our alternative respects
human rights, and is democratically controlled
by parliamentarians and the public. It’s
ecological, respects gender equality and creates
justice between countries, social classes and
ethnicities. We propose a trade policy that
increases economic, social and environmental
well-being globally.
On 26 and 27 November, shortly before the
next ministerial of the World Trade Organisation
in Bali, we want to present this alternative
to the world”.
44. In Ecuador e Bolivia…
I beni pubblici e i diritti della
madre terra sono entrati nei
testi costituzionali
In Italia la Commissione
Rodotà ha lavorato per la
riforma della tutela della
proprietà privata nel Codice
civile
Nel 2007 fu istituita una
commissione parlamentare,
presieduta dal Prof. Stefano
Rodotà per studiare e
proporre una riforma del
Libro III della Proprietà del
Codice Civile. Il disegno di
legge, presentato in Senato,
non è mai stato discusso.
45. La Costituente dei beni comuni
Il 13 aprile 2013 a Roma al teatro Valle si è costituita un’inedita alleanza
tra pratiche di lotta e mondo degli studiosi: a partire dagli spazi, dalle
lotte, dalle soggettività che costruiscono conflitto, intelligenza politica e
partecipazione
Si sono riaperti così i lavori di una commissione di studio sulla base dei
risultati della Commissione ministeriale per la Riforma del Libro III
“Della Proprietà” del Codice Civile (Commissione Rodotà).
Il lavoro collettivo si svolge su due piani:
a partire dalle innovazioni sperimentate nelle lotte - usi civici, sentenze,
Statuti, .. - indagare quali strumenti giuridici siano da potenziare o da
creare: una produzione giuridico-normativa sui beni comuni che la
Commissione – composta da giuristi e studiosi di alto profilo - possa
ascoltare e tradurre in articolati e proposte legislative.
* la produzione collettiva di una scrittura politica – multitestuale,
partecipata, emendabile e aperta – per potenziare lo spazio pubblico di
discorso e di azione nell'orizzonte condiviso dei beni comuni. Un processo
generativo capace di generalizzare lotte diverse e costruire immaginario.
46. Una nuova vision politica!
«Chi cerca di sfuggire alla terra non trova Dio, trova solo un
altro mondo, il suo mondo, più buono, più bello, più tranquillo,
un mondo ai margini, ma non il Regno di Dio, che comincia in
questo mondo» Dietrich Bonhoeffer