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Progettare nel sociale
                                                   L’arte di costruire
                                                    mondi possibili.
                                               La collaborazione tra
                                                   associazioni.


                                                            Seminario
Ho in mente forme <<cordiali>>                              SASSUOLO
di convivenza, che non rinnegano                        15-22 MARZO 2011
la differenza né la reciproca
dipendenza di soggetti virtuosi – e                     Pierpaola Pierucci
il loro non poter fare a meno gli                          Mauro Serio
uni degli altri. Jurgen Habermas                       Antonietta Pizzichini

     0532-1914353   fax: 0532-1860867   info@arkestudio.org http://www.arkestudio.org
Progettare nel sociale

Costruire mondi

              Vogliamo tutti una società un po’
              diversa da quella che abbiamo
              adesso.

              Pur non essendo un membro del
              movimento anti - globalizzazione,
              mi approprierei del loro slogan: un
              mondo diverso è possibile.


          Questo è vero, ma se entro i
          prossimo vent’anni non riusciamo a
          trovarlo, saremo senza dubbio in
          guai molto seri. Anthony Giddens




                                                    2
Progettare nel sociale

                       Quale mondo?
                                          Credo       che       qualsiasi
                                          intervento             drastico
                                          sull’essere umano o sulla
                                          società sia discutibile.

                                          Supponiamo di avere un
                                          computer che non funziona.
                                          Non sarebbe una buona idea
                                          prenderlo a mazzate, anche
                                          se magari riprenderebbe
                                          casualmente a funzionare.

                                          Le società umane sono
                                          molto più complesse di un
La gente deve essere artefice del         computer, e lo sono anche
proprio cambiamento che non può           gli esseri umani. Non si
essere imposto dall’alto. Noam Chomsky    capisce mai fino in fondo
                                          quello che si sta facendo.


                                                                            3
Progettare nel sociale

                          In che modo?
                                                 Robert Putman fa una
                                                 distinzione tra Bonding
                                                 (tessere     legami)      e
                                                 Bridging (gettare ponti)
                                                 all’interno delle relazioni
                                                 sociali.

                                                 Le      associazioni      che
                                                 operano      attraverso      il
                                                 bonding      sono      rivolte
                                                 all’interno,   tendono       a
                                                 rafforzare         l’identità
                                                 esclusiva e a formare
                                                 gruppi omogenei.

                                                 Quelle      che      operano
Questo, che è lo spazio civico della             attraverso il bridging sono
prossimità agli estranei, diventa ogni giorno    rivolte     all’esterno    e
più debole. Robert Sennet                        comprendono          persone
                                                 differenti.
                                                                                   4
Progettare nel sociale




Il progetto europeo Shared Space sul traffico
elimina regole e divisioni per riconquistare
responsabilità.


Ideato dall’ingegnere della mobilità
Hans Monderman parte da un
concetto semplicissimo: se per
muoverci dobbiamo considerare
anche gli altri, impareremo a
guardarci negli occhi per capire
come coordinarci.

http://www.shared-space.org/




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Progettare nel sociale

A Gerusalemme ci sono due aree ben differenti:

il quartiere dei tedeschi, ben organizzato e dove le
regole sono molto seguite;

e il quartiere dei russi che invece non sono molto ben
organizzati. Ma i russi hanno una fede molto forte,
attraversano la strada quando vogliono, lasciano
andare i bambini per strada da soli e pensano che dio
provvederà.

In quale dei due quartieri pensate che avvenga il
maggior numero di incidenti?
Hans Monderman http://barraventopensiero.blogspot.com/2010/01/locchio-e-il-vigile-hans-monderman.html




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Progettare nel sociale




Costruire un mondo possibile dove nella città
pedoni, ciclisti e automobilisti possano convivere
senza considerarsi degli ostacoli o dei nemici.
Il FINE è rendere la città a              Le azioni:
MISURA DI PERSONE (e non di               1) Eliminazione              della
automobile). Avere una città dove            segnaletica           stradale
sia piacevole muoversi e dove sia            orrizzontale e verticale.
sviluppato il senso della reciprocità.    2) Eliminazione              delle
                                             distinzioni       tra     aree
L’OBIETTIVO        è   la                    dedicate       ai      pedoni,
diminuzione           del                    ciclisti e autoveicoli. Tutti
numero e della gravità                       circolano     in      un’unica
degli incidenti stradali.                    sede stradale.
                                          3) Due sole regole: limite
                                             velocità 30 km/h e
                                             precedenza a destra.
                                                                           7
Progettare nel sociale


Le azioni sono connesse all’obbiettivo
attraverso alcuni presupposti:
1) Quando seguiamo le regole non ci
   occupiamo delle persone. Se togliamo
   regole dobbiamo occuparci delle
   persone.
2) Se dobbiamo occuparci delle persone,
   dobbiamo prestare attenzione al loro
   comportamento e alle loro intenzioni.
3) Se      prestiamo     attenzione    al
   comportamento e alle intenzioni,
   siamo in grado di coordinare le nostre
   azioni, di prevedere incomprensioni e
   di evitare incidenti.
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Progettare nel sociale

          <<Ho avuto discussioni con i miei colleghi perché
          volevano mettere un segnale che indicava che la
          strada era piena di fango. Io invece volevo mettere un
          altro cartello, ad esempio che indica che il dottore
          passa alle dodici, i vicini vengono alle dieci, la famiglia
          tornerà forse verso sera. Voglio che ci sia un cartello
          ogni volta che arriva qualcuno. Perché mettere i cartelli
          solo dove c’è una minaccia per le automobili? >>


<<Analogamente anche quando c’è un pericolo per la
società c’è bisogno di un cartello. Come siamo stupidi
con i cartelli. Questo è quello che succede quando il
sistema del traffico prende il sopravvento; ci sono così
tanti segnali che non si riesce più a leggerli e a capirli.>>
Hans Monderman


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Progettare nel sociale

   Progettare




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Progettare nel sociale

Progettazione sociale
        All’interno di un contesto di riferimento,
        può emergere un bisogno, a cui si cerca
        di dare risposte attraverso un progetto, che
        ha degli obiettivi predefiniti e che darà
        dei risultati, i quali si possono dividere in
        output e outcome.

        L’output è il prodotto del progetto, quello
        che si è realizzato concretamente.

        L’outcome rappresenta l’impatto dei
        risultati sui bisogni iniziali, e come questi si
        siano modificati grazie all’intervento messo
        in campo.




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Progettare nel sociale

Progettazione sociale

        La prima cosa da fare è l’individuazione
        di un bisogno nel contesto di
        riferimento, e quindi bisogna chiarire:

        1) il contesto di riferimento (es.: una
        provincia, un comune, un distretto socio
        sanitario o altro);

        2) il bisogno, cioè la carenza che è stata
        riscontrata (es.: nella città di XYZ manca
        uno sportello di ascolto per genitori con figli
        adolescenti).




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Progettare nel sociale

                    Progettazione sociale

Qual è il bisogno di partenza? Posso
giustificare i dati che porto ad esempio?

Laddove si utilizzino dati statistici o da altre
fonti, è necessario citarle.
Alcune affermazioni universalmente riconosciute possono non essere
giustificate, altre no. Ad esempio, si può affermare che <<gli incidenti
stradali sono fra le maggiori cause di morte nella popolazione generale, e
assumono ancora più rilevanza fra i giovani>> senza citare fonti
particolari, in quanto oramai l’argomento è di dominio pubblico.




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Progettare nel sociale

                    Progettazione sociale

Sembra banale, ma è necessario che le azioni
proposte siano coerenti con il bisogno
riscontrato.

La natura dell’intervento che si propone deve
avere la stessa natura del bisogno riscontrato.
Per esempio se il bisogno è di tipo informativo, la risposta dovrà essere
di tipo informativo, se il bisogno è di tipo assistenziale allora ci si dovrà
organizzare per una risposta assistenziale, e così via.




                                                                                14
Progettare nel sociale

                      Progettazione sociale

Le finalità sono gli scopi generali, le aspirazioni
ideali a cui il progetto tende; sono per definizione
astratte e generiche.

Gli obiettivi sono invece concreti, pratici, e definiti.
Ad esempio, in un progetto sulla tutela dell’ambiente:
Finalità: sensibilizzare la popolazione al rispetto dell’ambiente e alla
raccolta differenziata
obiettivo 1: fornire a tutti gli uffici della città contenitori differenziati per le
diverse tipologie di rifiuti;
obiettivo 2: raccogliere, entro i primi 6 mesi di sperimentazione, almeno 1
tonnellata di ogni materiale riciclabile (carta, vetro, alluminio, ecc.)



                                                                                       15
Progettare nel sociale

I fini delle nostre attività

          I fini riguardano il senso del nostro lavorare,
          impegnarci.

          Gli obiettivi riguardano i risultati che ci
          attendiamo da un determinato agire.

          Quando ci focalizziamo solo sugli obiettivi,
          rischiamo di perdere di vista la meta.

          E’ come andare al mare molto velocemente,
          per poi rendersi conto che si voleva andare in
          montagna.




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Progettare nel sociale




                   Obiettivi = f(Azioni)

Dobbiamo individuare una “funzione” che colleghi le azioni
ipotizzate con gli obiettivi previsti.

Questa funzione è una ipotesi del tipo:

“Se aiuto le mamme fragili a risparmiare un po’ di tempo e denaro
offrendo loro qualche ora di babysiteraggio, diminuisco il rischio che
tale mamma possa entrare in una spirale di dipendenza e bisogno:
troppa fatica e stress, perdita del lavoro, perdita di capacità sociali. “




                                                                             17
Progettare nel sociale

         La situazione attuale




Punti di forza                   Punti di debolezza




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Progettare nel sociale

        Ipotesi sul futuro




OPPORTUNITA’                      MINACCE




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Progettare nel sociale




                         20
Progettare nel sociale

TECNICA O TECNICISMO?
   tecniche per l’ascolto, ossia metodi che aiutano
   a capire come i problemi
   sono percepiti dagli stakeholder e dai comuni
   cittadini. Possono essere impiegati soprattutto
   nella fase preliminare, quando si tratta di avviare
   un processo inclusivo, individuare i possibili
   interlocutori e capire quali sono i temi su cui
   lavorare;
   tecniche per l’interazione costruttiva, ossia
   metodi che aiutano i partecipanti a interloquire tra
   di loro e a produrre conclusioni interessanti.
   Possono essere impiegati per organizzare e
   gestire il processo decisionale;
   tecniche per la risoluzione dei conflitti, ossia
   metodi che aiutano ad affrontare questioni
   controverse. Possono essere impiegati quando
   sorge un conflitto.




                                                      21
Progettare nel sociale

La progettazione partecipata




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Progettare nel sociale

                     PREMESSE
           della progettazione partecipata
                                          Dichiarare i                            PROCESSO
                                          propri scopi

                   Accettare le persone
                                                                                   Inclusivo




                                                          Criticare le ragioni
                                                                                 Partecipativo
 Nel progettare                                                                   Discorsivo
                                                                                   Dialogico
     in modo
   partecipato
  è importante                                                                   CONTENUTO
 sia il processo
                                                                                   Fallibile
che il contenuto                                                                  Criticabile
                                                                                  Razionale
                                                                                   Sincero
                                          Esprimere i
                                          propri valori
                                                                                                 23
Progettare nel sociale

                                        PROCESSO

Inclusivo: aperto alla partecipazione di tutti i soggetti interessati

Partecipativo: favorisce l’espressione delle ragioni di tutti i soggetti che partecipano

Discorsivo: permette l’espressione di
ogni idea o pretesa e richiede che
questa idea o pretesa venga
sostenuta da ragioni

Dialogico: favorisce l’espressione
delle differenze, ricerca
l’allargamento dei propri orizzonti
culturali fino al limite ideale della
sovrapposizione.




                                                                                           24
Progettare nel sociale

                                  CONTENUTO

Fallibile: esclude la possibilità che qualcuno possieda la verità

Criticabile: ogni idea o pretesa può essere criticata attraverso ragioni

Razionale: ognuno deve esprimere
ragioni a sostegno delle proprie idee o
pretese.

Sincero: ognuno deve esprimere il
proprio pensiero, i propri scopi e
interessi




                                                                           25
Progettare nel sociale

             PROVA D’ ORCHESTRA
1. OGNI PERSONA DEVE ESSERE TRATTATA ALLO STESSO
MODO
2. OGNI PERSONA DEVE CONTRIBUIRE IN BASE ALLE
PROPRIE POSSIBILITA’


                       Se appare giusta la prima affermazione,
                       appare inaccettabile la seconda. Se invece
                       appare giusta la seconda affermazione,
                       allora è la prima che non può essere
                       accettata.

                       Cosa ne pensate?


                 Comprendersi su questo aspetto è di
             fondamentale importanza per poter lavorare
                              assieme


                                                                    26
QUESTIONI            Etica nella relazione



        Uguaglianza e differenza
   Una regola è non egualitaria quando gli eguali
   hanno parti diseguali e i non eguali hanno parti
   eguali.

   I concetti di eguaglianza e giustizia devono essere
   disciplinati da regole che stabiliscono la ripartizione
   di benefici ed oneri rispetto a determinate
   caratteristiche.

   Un sistema politico che distribuisse parti uguali
   di tutto a tutti sarebbe non egualitario.


                                                             27
QUESTIONI     Etica nella relazione




       Uguaglianza e differenza

  Ognuno contribuisce in modo
  uguale e riceve in modo uguale.

  Ognuno contribuisce in base alle
  proprie capacità e riceve in base
  ai propri bisogni.

                                      28
Progettare nel sociale

                 Qualcosa condiviso da tutti

Dobbiamo fare qualcosa in più
dello scambiarci reciprocamente
delle informazioni: cosa
facciamo, cosa desideriamo,
come lavoriamo. Per lavorare
assieme dobbiamo permettere a
qualcosa che appartiene ad
ognuno di noi di essere condiviso
da tutti noi.

                               Grande Spirito
                    preservami dal giudicare un uomo non
                      prima di aver percorso un miglio
                             nei suoi mocassini.
                              Guerriero Apache Anonimo


                                                           29
Progettare nel sociale

          Condividere una visione del mondo

La visione del mondo che
abbiamo è come una mappa che
ci guida nell’affrontare la vita e la
realtà. Ognuno di noi possiede
una mappa personale che è
sostanzialmente diversa, in molte
parti, da quella degli altri. Per
andare nella stessa direzione
dobbiamo costruire e
condividere una mappa.
Costruire una mappa comune.




                                                 30
Progettare nel sociale

       LA CONDIZIONE INTERSOGGETTIVA

Il primo progetto da costruire
assieme sarà quello di passare
dal puzzle ad un quadro. Un
quadro in cui possiamo mettere
molti colori, ma che sarà più
della somma del contributo di
ognuno. Attraverso quella magia
che possiamo chiamare
condizione intersoggettiva, sarà
la nostra opera, il frutto del
nostro lavorare assieme.




                                            31
Progettare nel sociale

                        Obiettivi, mezzi e fini
L’iniziativa da realizzare non è un fine, ma solo un mezzo per raggiungere
i nostri fini. E’ un obiettivo fintanto che non la realizziamo, ma non
dobbiamo dimenticare che è solamente un mezzo.
Elevata a valore assoluto l’efficienza
mette in ombra lo scopo delle azioni,
la loro direzione, il loro senso, per
attestarsi sulla pura funzionalità
priva di riferimenti.

Una insensatezza per cui gli
“obiettivi” diventano “fini” per
conseguire ulteriori “mezzi”, dove il
semplice “fare” trova la sua
giustificazione nel “fare”
indipendentemente da quello che si
fa.


                                                                             32
Progettare nel sociale

                   Responsabilità e Conseguenze
E’ difficile prevedere le conseguenze del nostro comportamento, a volte
impossibile. Solo a posteriori possiamo comprenderle nella loro realtà.
Responsabilità significa non sottrarsi, comunque, a questo difficile
compito di comprensione.
Il Re non vedeva di buon occhio che il
figlio abbandonasse le strade controllate,
si aggirasse per le campagne per formarsi
un giudizio sul mondo; perciò gli regalò
carrozza e cavalli.
“Ora non hai più bisogno di andare a
piedi” furono le sue parole.
“Ora non ti è più consentito di farlo” fu il
loro significato.
“Ora non puoi più farlo” fu il loro effetto.

     Se padre e figlio avessero deciso assieme, le conseguenze della decisione
                              sarebbero state le stesse?


                                                                                 33
Progettare nel sociale

                         SCEGLIERE, DECIDERE
Abbiamo bisogno, per scegliere e decidere, di collegare gli obiettivi ai fini, e di
collegare le attività agli obiettivi. Possiamo utilizzare alcune indicazioni guida per
la scelta:

EFFICACIA: la potenzialità
dell’attività di raggiungere
l’obiettivo.
EFFICIENZA: quante risorse
useremo, quanti risultati
otteniamo
REALTA’: la probabilità di riuscire a
realizzare l’attività
PIACEVOLEZZA: quanto ci piace,
diverte, l’attività sia nella
costruzione che nello svolgimento




                                                                                         34
Progettare nel sociale
                         35
Realizzare la nostra scelta
Ora l’iniziativa da realizzare diventa il nostro obiettivo, ma non
dimentichiamo che è un mezzo per raggiungere i nostri fini. Diventa il
nostro obiettivo in modo temporaneo.
Tutte le nostre energie, la
nostra attenzione, verrà
focalizzata per realizzare la
nostra scelta.

Una volta realizzata dovremo
tornare a considerarla un
mezzo e recuperare il
significato di quello che
facciamo, guardare
nuovamente ai fini delle nostre
attività.


                                                                         36
Organizzazione
Fatte le scelte per partire: è necessario definire un minimo di
organizzazione, per usare bene le energie, per suddividere le attività, per
coordinare le persone, per verificare i risultati. Ci può aiutare rispondere
ad alcune domande:
                                      •Chi fa che cosa?
                                      •A chi ci si rivolge in caso di
                                      difficoltà?
                                      •Chi riunisce il gruppo di
                                      progetto?
                                      •Come vengono mantenuti i
                                      contatti tra i diversi gruppi?
                                      •Quando verifichiamo a che
                                      punto siamo con
                                      l’avanzamento dei lavori?
                                                                               37
Progettare nel sociale

                        I bisogni della comunità

Solitamente si parla di bisogni della comunità, non delle persone. Probabilmente ci si
riferisce alla definizione “sociale” dei problemi, o dei bisogni, da affrontare. Questo
processo viene chiamato “incorniciamento” [framing], e serve a identificare verso
quali tematiche si vuole focalizzare l’attenzione.

 Domande:
 Chi definisce la cornice problema, o
 la cornice bisogno?
 In che modo, con quale processo,
 avviene la definizione delle cornici
 [frame]?
 La mia associazione in che modo
 partecipa alla definizione delle
 cornici [frame] (problemi, bisogni)?




                                                                                          38
Progettare nel sociale

                            I soggetti interessati

Ritengo che si presti sempre poca attenzione, rispetto alla rilevanza del problema,
alla identificazione dei soggetti interessati [stakeholders]. Il loro coinvolgimento è
elemento essenziale per una buona progettazione.
  Domande:
  Come individuiamo i soggetti interessati?
  Come possiamo rientrare tra i soggetti
  interessanti?
  In che modo vengono informati?
  Come possiamo informarci?
  Cosa facciamo per coinvolgerli nel
  processo?
  Come possiamo coinvolgerci?




                                                                                         39
Progettare nel sociale

                   Il processo della progettazione

In generale un processo è una rete di cambiamenti, attività o azioni collegate tra loro.
Nella progettazione il processo riguarda i modi, le forme, le finalità, i canali usati nella
comunicazione [media] tra i soggetti coinvolti.



                                                   Domande:
                                                   Chi informa chi?
                                                   Come avviene la comunicazione?
                                                   Attraverso quali strumenti si
                                                   comunica?
                                                   Chi organizza temi, tempi, rilevanza
                                                   della comunicazione?




                                                                                           40
Progettare nel sociale

             PROCESSI DECISIONALI INCLUSIVI
                Negli ultimi anni si è assistito in Italia e in Europa ad un radicale
                cambiamento, che ha visto nuovi modelli di governance aggiungersi a
                quelli più consolidati di government. Questo passaggio ha portato ad
                una crescente diffusione di progetti e strutture tese a coinvolgere
                cittadini e attori organizzati nei processi decisionali in campo
                urbanistico, della sostenibilità ambientale, della vivibilità degli spazi,
                nella pianificazione dei servizi, e più in generale delle politiche di
                sviluppo locale e delle politiche pubbliche integrate.



Alla base di strumenti come l’Agenda 21 Locale, i Progetti
Integrati Territoriali, i Programmi Comunitari quali Leader,
Equal o Interreg, i Piani Sociali di Zona, i Piani Strategici
per le città e altri, ci sono( o dovrebbero esserci) processi
decisionali inclusivi che necessitano di metodologie per
facilitare la partecipazione attiva delle persone.




                                                                                             41
Progettare nel sociale

                 Struttura del contesto
La qualità dell’interazione dipende in
larga misura dalla struttura del
contesto (del setting, della cornice)
entro cui si svolge.

La    cornice    non   pregiudica   il
contenuto     delle  scelte,  ma    è
fondamentale per permettere che i
partecipanti possano arrivare a
formulare delle conclusioni (qualsiasi
esse siano) riconoscendosi in esse e
ricavandone la convinzione di aver
fatto un buon lavoro. L’esperienza
dimostra che questa ipotesi funziona
benissimo.



                                              42

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Progettazione Partecipata

  • 1. Progettare nel sociale L’arte di costruire mondi possibili. La collaborazione tra associazioni. Seminario Ho in mente forme <<cordiali>> SASSUOLO di convivenza, che non rinnegano 15-22 MARZO 2011 la differenza né la reciproca dipendenza di soggetti virtuosi – e Pierpaola Pierucci il loro non poter fare a meno gli Mauro Serio uni degli altri. Jurgen Habermas Antonietta Pizzichini 0532-1914353 fax: 0532-1860867 info@arkestudio.org http://www.arkestudio.org
  • 2. Progettare nel sociale Costruire mondi Vogliamo tutti una società un po’ diversa da quella che abbiamo adesso. Pur non essendo un membro del movimento anti - globalizzazione, mi approprierei del loro slogan: un mondo diverso è possibile. Questo è vero, ma se entro i prossimo vent’anni non riusciamo a trovarlo, saremo senza dubbio in guai molto seri. Anthony Giddens 2
  • 3. Progettare nel sociale Quale mondo? Credo che qualsiasi intervento drastico sull’essere umano o sulla società sia discutibile. Supponiamo di avere un computer che non funziona. Non sarebbe una buona idea prenderlo a mazzate, anche se magari riprenderebbe casualmente a funzionare. Le società umane sono molto più complesse di un La gente deve essere artefice del computer, e lo sono anche proprio cambiamento che non può gli esseri umani. Non si essere imposto dall’alto. Noam Chomsky capisce mai fino in fondo quello che si sta facendo. 3
  • 4. Progettare nel sociale In che modo? Robert Putman fa una distinzione tra Bonding (tessere legami) e Bridging (gettare ponti) all’interno delle relazioni sociali. Le associazioni che operano attraverso il bonding sono rivolte all’interno, tendono a rafforzare l’identità esclusiva e a formare gruppi omogenei. Quelle che operano Questo, che è lo spazio civico della attraverso il bridging sono prossimità agli estranei, diventa ogni giorno rivolte all’esterno e più debole. Robert Sennet comprendono persone differenti. 4
  • 5. Progettare nel sociale Il progetto europeo Shared Space sul traffico elimina regole e divisioni per riconquistare responsabilità. Ideato dall’ingegnere della mobilità Hans Monderman parte da un concetto semplicissimo: se per muoverci dobbiamo considerare anche gli altri, impareremo a guardarci negli occhi per capire come coordinarci. http://www.shared-space.org/ 5
  • 6. Progettare nel sociale A Gerusalemme ci sono due aree ben differenti: il quartiere dei tedeschi, ben organizzato e dove le regole sono molto seguite; e il quartiere dei russi che invece non sono molto ben organizzati. Ma i russi hanno una fede molto forte, attraversano la strada quando vogliono, lasciano andare i bambini per strada da soli e pensano che dio provvederà. In quale dei due quartieri pensate che avvenga il maggior numero di incidenti? Hans Monderman http://barraventopensiero.blogspot.com/2010/01/locchio-e-il-vigile-hans-monderman.html 6
  • 7. Progettare nel sociale Costruire un mondo possibile dove nella città pedoni, ciclisti e automobilisti possano convivere senza considerarsi degli ostacoli o dei nemici. Il FINE è rendere la città a Le azioni: MISURA DI PERSONE (e non di 1) Eliminazione della automobile). Avere una città dove segnaletica stradale sia piacevole muoversi e dove sia orrizzontale e verticale. sviluppato il senso della reciprocità. 2) Eliminazione delle distinzioni tra aree L’OBIETTIVO è la dedicate ai pedoni, diminuzione del ciclisti e autoveicoli. Tutti numero e della gravità circolano in un’unica degli incidenti stradali. sede stradale. 3) Due sole regole: limite velocità 30 km/h e precedenza a destra. 7
  • 8. Progettare nel sociale Le azioni sono connesse all’obbiettivo attraverso alcuni presupposti: 1) Quando seguiamo le regole non ci occupiamo delle persone. Se togliamo regole dobbiamo occuparci delle persone. 2) Se dobbiamo occuparci delle persone, dobbiamo prestare attenzione al loro comportamento e alle loro intenzioni. 3) Se prestiamo attenzione al comportamento e alle intenzioni, siamo in grado di coordinare le nostre azioni, di prevedere incomprensioni e di evitare incidenti. 8
  • 9. Progettare nel sociale <<Ho avuto discussioni con i miei colleghi perché volevano mettere un segnale che indicava che la strada era piena di fango. Io invece volevo mettere un altro cartello, ad esempio che indica che il dottore passa alle dodici, i vicini vengono alle dieci, la famiglia tornerà forse verso sera. Voglio che ci sia un cartello ogni volta che arriva qualcuno. Perché mettere i cartelli solo dove c’è una minaccia per le automobili? >> <<Analogamente anche quando c’è un pericolo per la società c’è bisogno di un cartello. Come siamo stupidi con i cartelli. Questo è quello che succede quando il sistema del traffico prende il sopravvento; ci sono così tanti segnali che non si riesce più a leggerli e a capirli.>> Hans Monderman 9
  • 10. Progettare nel sociale Progettare 10
  • 11. Progettare nel sociale Progettazione sociale All’interno di un contesto di riferimento, può emergere un bisogno, a cui si cerca di dare risposte attraverso un progetto, che ha degli obiettivi predefiniti e che darà dei risultati, i quali si possono dividere in output e outcome. L’output è il prodotto del progetto, quello che si è realizzato concretamente. L’outcome rappresenta l’impatto dei risultati sui bisogni iniziali, e come questi si siano modificati grazie all’intervento messo in campo. 11
  • 12. Progettare nel sociale Progettazione sociale La prima cosa da fare è l’individuazione di un bisogno nel contesto di riferimento, e quindi bisogna chiarire: 1) il contesto di riferimento (es.: una provincia, un comune, un distretto socio sanitario o altro); 2) il bisogno, cioè la carenza che è stata riscontrata (es.: nella città di XYZ manca uno sportello di ascolto per genitori con figli adolescenti). 12
  • 13. Progettare nel sociale Progettazione sociale Qual è il bisogno di partenza? Posso giustificare i dati che porto ad esempio? Laddove si utilizzino dati statistici o da altre fonti, è necessario citarle. Alcune affermazioni universalmente riconosciute possono non essere giustificate, altre no. Ad esempio, si può affermare che <<gli incidenti stradali sono fra le maggiori cause di morte nella popolazione generale, e assumono ancora più rilevanza fra i giovani>> senza citare fonti particolari, in quanto oramai l’argomento è di dominio pubblico. 13
  • 14. Progettare nel sociale Progettazione sociale Sembra banale, ma è necessario che le azioni proposte siano coerenti con il bisogno riscontrato. La natura dell’intervento che si propone deve avere la stessa natura del bisogno riscontrato. Per esempio se il bisogno è di tipo informativo, la risposta dovrà essere di tipo informativo, se il bisogno è di tipo assistenziale allora ci si dovrà organizzare per una risposta assistenziale, e così via. 14
  • 15. Progettare nel sociale Progettazione sociale Le finalità sono gli scopi generali, le aspirazioni ideali a cui il progetto tende; sono per definizione astratte e generiche. Gli obiettivi sono invece concreti, pratici, e definiti. Ad esempio, in un progetto sulla tutela dell’ambiente: Finalità: sensibilizzare la popolazione al rispetto dell’ambiente e alla raccolta differenziata obiettivo 1: fornire a tutti gli uffici della città contenitori differenziati per le diverse tipologie di rifiuti; obiettivo 2: raccogliere, entro i primi 6 mesi di sperimentazione, almeno 1 tonnellata di ogni materiale riciclabile (carta, vetro, alluminio, ecc.) 15
  • 16. Progettare nel sociale I fini delle nostre attività I fini riguardano il senso del nostro lavorare, impegnarci. Gli obiettivi riguardano i risultati che ci attendiamo da un determinato agire. Quando ci focalizziamo solo sugli obiettivi, rischiamo di perdere di vista la meta. E’ come andare al mare molto velocemente, per poi rendersi conto che si voleva andare in montagna. 16
  • 17. Progettare nel sociale Obiettivi = f(Azioni) Dobbiamo individuare una “funzione” che colleghi le azioni ipotizzate con gli obiettivi previsti. Questa funzione è una ipotesi del tipo: “Se aiuto le mamme fragili a risparmiare un po’ di tempo e denaro offrendo loro qualche ora di babysiteraggio, diminuisco il rischio che tale mamma possa entrare in una spirale di dipendenza e bisogno: troppa fatica e stress, perdita del lavoro, perdita di capacità sociali. “ 17
  • 18. Progettare nel sociale La situazione attuale Punti di forza Punti di debolezza 18
  • 19. Progettare nel sociale Ipotesi sul futuro OPPORTUNITA’ MINACCE 19
  • 21. Progettare nel sociale TECNICA O TECNICISMO? tecniche per l’ascolto, ossia metodi che aiutano a capire come i problemi sono percepiti dagli stakeholder e dai comuni cittadini. Possono essere impiegati soprattutto nella fase preliminare, quando si tratta di avviare un processo inclusivo, individuare i possibili interlocutori e capire quali sono i temi su cui lavorare; tecniche per l’interazione costruttiva, ossia metodi che aiutano i partecipanti a interloquire tra di loro e a produrre conclusioni interessanti. Possono essere impiegati per organizzare e gestire il processo decisionale; tecniche per la risoluzione dei conflitti, ossia metodi che aiutano ad affrontare questioni controverse. Possono essere impiegati quando sorge un conflitto. 21
  • 22. Progettare nel sociale La progettazione partecipata 22
  • 23. Progettare nel sociale PREMESSE della progettazione partecipata Dichiarare i PROCESSO propri scopi Accettare le persone Inclusivo Criticare le ragioni Partecipativo Nel progettare Discorsivo Dialogico in modo partecipato è importante CONTENUTO sia il processo Fallibile che il contenuto Criticabile Razionale Sincero Esprimere i propri valori 23
  • 24. Progettare nel sociale PROCESSO Inclusivo: aperto alla partecipazione di tutti i soggetti interessati Partecipativo: favorisce l’espressione delle ragioni di tutti i soggetti che partecipano Discorsivo: permette l’espressione di ogni idea o pretesa e richiede che questa idea o pretesa venga sostenuta da ragioni Dialogico: favorisce l’espressione delle differenze, ricerca l’allargamento dei propri orizzonti culturali fino al limite ideale della sovrapposizione. 24
  • 25. Progettare nel sociale CONTENUTO Fallibile: esclude la possibilità che qualcuno possieda la verità Criticabile: ogni idea o pretesa può essere criticata attraverso ragioni Razionale: ognuno deve esprimere ragioni a sostegno delle proprie idee o pretese. Sincero: ognuno deve esprimere il proprio pensiero, i propri scopi e interessi 25
  • 26. Progettare nel sociale PROVA D’ ORCHESTRA 1. OGNI PERSONA DEVE ESSERE TRATTATA ALLO STESSO MODO 2. OGNI PERSONA DEVE CONTRIBUIRE IN BASE ALLE PROPRIE POSSIBILITA’ Se appare giusta la prima affermazione, appare inaccettabile la seconda. Se invece appare giusta la seconda affermazione, allora è la prima che non può essere accettata. Cosa ne pensate? Comprendersi su questo aspetto è di fondamentale importanza per poter lavorare assieme 26
  • 27. QUESTIONI Etica nella relazione Uguaglianza e differenza Una regola è non egualitaria quando gli eguali hanno parti diseguali e i non eguali hanno parti eguali. I concetti di eguaglianza e giustizia devono essere disciplinati da regole che stabiliscono la ripartizione di benefici ed oneri rispetto a determinate caratteristiche. Un sistema politico che distribuisse parti uguali di tutto a tutti sarebbe non egualitario. 27
  • 28. QUESTIONI Etica nella relazione Uguaglianza e differenza Ognuno contribuisce in modo uguale e riceve in modo uguale. Ognuno contribuisce in base alle proprie capacità e riceve in base ai propri bisogni. 28
  • 29. Progettare nel sociale Qualcosa condiviso da tutti Dobbiamo fare qualcosa in più dello scambiarci reciprocamente delle informazioni: cosa facciamo, cosa desideriamo, come lavoriamo. Per lavorare assieme dobbiamo permettere a qualcosa che appartiene ad ognuno di noi di essere condiviso da tutti noi. Grande Spirito preservami dal giudicare un uomo non prima di aver percorso un miglio nei suoi mocassini. Guerriero Apache Anonimo 29
  • 30. Progettare nel sociale Condividere una visione del mondo La visione del mondo che abbiamo è come una mappa che ci guida nell’affrontare la vita e la realtà. Ognuno di noi possiede una mappa personale che è sostanzialmente diversa, in molte parti, da quella degli altri. Per andare nella stessa direzione dobbiamo costruire e condividere una mappa. Costruire una mappa comune. 30
  • 31. Progettare nel sociale LA CONDIZIONE INTERSOGGETTIVA Il primo progetto da costruire assieme sarà quello di passare dal puzzle ad un quadro. Un quadro in cui possiamo mettere molti colori, ma che sarà più della somma del contributo di ognuno. Attraverso quella magia che possiamo chiamare condizione intersoggettiva, sarà la nostra opera, il frutto del nostro lavorare assieme. 31
  • 32. Progettare nel sociale Obiettivi, mezzi e fini L’iniziativa da realizzare non è un fine, ma solo un mezzo per raggiungere i nostri fini. E’ un obiettivo fintanto che non la realizziamo, ma non dobbiamo dimenticare che è solamente un mezzo. Elevata a valore assoluto l’efficienza mette in ombra lo scopo delle azioni, la loro direzione, il loro senso, per attestarsi sulla pura funzionalità priva di riferimenti. Una insensatezza per cui gli “obiettivi” diventano “fini” per conseguire ulteriori “mezzi”, dove il semplice “fare” trova la sua giustificazione nel “fare” indipendentemente da quello che si fa. 32
  • 33. Progettare nel sociale Responsabilità e Conseguenze E’ difficile prevedere le conseguenze del nostro comportamento, a volte impossibile. Solo a posteriori possiamo comprenderle nella loro realtà. Responsabilità significa non sottrarsi, comunque, a questo difficile compito di comprensione. Il Re non vedeva di buon occhio che il figlio abbandonasse le strade controllate, si aggirasse per le campagne per formarsi un giudizio sul mondo; perciò gli regalò carrozza e cavalli. “Ora non hai più bisogno di andare a piedi” furono le sue parole. “Ora non ti è più consentito di farlo” fu il loro significato. “Ora non puoi più farlo” fu il loro effetto. Se padre e figlio avessero deciso assieme, le conseguenze della decisione sarebbero state le stesse? 33
  • 34. Progettare nel sociale SCEGLIERE, DECIDERE Abbiamo bisogno, per scegliere e decidere, di collegare gli obiettivi ai fini, e di collegare le attività agli obiettivi. Possiamo utilizzare alcune indicazioni guida per la scelta: EFFICACIA: la potenzialità dell’attività di raggiungere l’obiettivo. EFFICIENZA: quante risorse useremo, quanti risultati otteniamo REALTA’: la probabilità di riuscire a realizzare l’attività PIACEVOLEZZA: quanto ci piace, diverte, l’attività sia nella costruzione che nello svolgimento 34
  • 36. Realizzare la nostra scelta Ora l’iniziativa da realizzare diventa il nostro obiettivo, ma non dimentichiamo che è un mezzo per raggiungere i nostri fini. Diventa il nostro obiettivo in modo temporaneo. Tutte le nostre energie, la nostra attenzione, verrà focalizzata per realizzare la nostra scelta. Una volta realizzata dovremo tornare a considerarla un mezzo e recuperare il significato di quello che facciamo, guardare nuovamente ai fini delle nostre attività. 36
  • 37. Organizzazione Fatte le scelte per partire: è necessario definire un minimo di organizzazione, per usare bene le energie, per suddividere le attività, per coordinare le persone, per verificare i risultati. Ci può aiutare rispondere ad alcune domande: •Chi fa che cosa? •A chi ci si rivolge in caso di difficoltà? •Chi riunisce il gruppo di progetto? •Come vengono mantenuti i contatti tra i diversi gruppi? •Quando verifichiamo a che punto siamo con l’avanzamento dei lavori? 37
  • 38. Progettare nel sociale I bisogni della comunità Solitamente si parla di bisogni della comunità, non delle persone. Probabilmente ci si riferisce alla definizione “sociale” dei problemi, o dei bisogni, da affrontare. Questo processo viene chiamato “incorniciamento” [framing], e serve a identificare verso quali tematiche si vuole focalizzare l’attenzione. Domande: Chi definisce la cornice problema, o la cornice bisogno? In che modo, con quale processo, avviene la definizione delle cornici [frame]? La mia associazione in che modo partecipa alla definizione delle cornici [frame] (problemi, bisogni)? 38
  • 39. Progettare nel sociale I soggetti interessati Ritengo che si presti sempre poca attenzione, rispetto alla rilevanza del problema, alla identificazione dei soggetti interessati [stakeholders]. Il loro coinvolgimento è elemento essenziale per una buona progettazione. Domande: Come individuiamo i soggetti interessati? Come possiamo rientrare tra i soggetti interessanti? In che modo vengono informati? Come possiamo informarci? Cosa facciamo per coinvolgerli nel processo? Come possiamo coinvolgerci? 39
  • 40. Progettare nel sociale Il processo della progettazione In generale un processo è una rete di cambiamenti, attività o azioni collegate tra loro. Nella progettazione il processo riguarda i modi, le forme, le finalità, i canali usati nella comunicazione [media] tra i soggetti coinvolti. Domande: Chi informa chi? Come avviene la comunicazione? Attraverso quali strumenti si comunica? Chi organizza temi, tempi, rilevanza della comunicazione? 40
  • 41. Progettare nel sociale PROCESSI DECISIONALI INCLUSIVI Negli ultimi anni si è assistito in Italia e in Europa ad un radicale cambiamento, che ha visto nuovi modelli di governance aggiungersi a quelli più consolidati di government. Questo passaggio ha portato ad una crescente diffusione di progetti e strutture tese a coinvolgere cittadini e attori organizzati nei processi decisionali in campo urbanistico, della sostenibilità ambientale, della vivibilità degli spazi, nella pianificazione dei servizi, e più in generale delle politiche di sviluppo locale e delle politiche pubbliche integrate. Alla base di strumenti come l’Agenda 21 Locale, i Progetti Integrati Territoriali, i Programmi Comunitari quali Leader, Equal o Interreg, i Piani Sociali di Zona, i Piani Strategici per le città e altri, ci sono( o dovrebbero esserci) processi decisionali inclusivi che necessitano di metodologie per facilitare la partecipazione attiva delle persone. 41
  • 42. Progettare nel sociale Struttura del contesto La qualità dell’interazione dipende in larga misura dalla struttura del contesto (del setting, della cornice) entro cui si svolge. La cornice non pregiudica il contenuto delle scelte, ma è fondamentale per permettere che i partecipanti possano arrivare a formulare delle conclusioni (qualsiasi esse siano) riconoscendosi in esse e ricavandone la convinzione di aver fatto un buon lavoro. L’esperienza dimostra che questa ipotesi funziona benissimo. 42