1. Processore Centrale - Attenzione -
Apprendimento Specifico (Lettura)
Relatore:
Prof. Francesco Benso
Docente di PSICOBIOLOGIA
e di Psicologia DellAttenzione
presso lUniversit di Genova
2. DIPARTIMENTO DI SCIENZE ANTROPOLOGICHE
UNIVERSIT DI GENOVA
Polo di ricerca e intervento sui disturbi del linguaggio e
dellapprendimento Maria Teresa Bozzo
www.polobozzo.it
3. I Sistemi Centrali, lAttenzione e gli
Apprendimenti (lettura). Normalit e Patologia
Docente di Psicobiologia e di Psicologia dellAttenzione Universit
di Genova
Polo Universitario di ricerca e intervento sui disturbi del
linguaggio e dellapprendimento M.T. Bozzo
Francesco Benso
5. Disturbo specifico di lettura: diagnosi
La caratteristica fondamentale del Disturbo della lettura
竪 data dal fatto che il livello raggiunto, in precisione,
velocit o comprensione della lettura si situa
sostanzialmente al di sotto di quanto ci si
aspetterebbe data let cronologica del soggetto,
mentre la valutazione psicometrica dellintelligenza e
listruzione risultano adeguate allet.
Tale disturbo, inoltre, deve interferire in modo
significativo con lapprendimento scolastico o con le
attivit della vita quotidiana che richiedono capacit
di lettura.
6. Diagnosi criteri di inclusione
Essi sono:
Livello di lettura di due deviazioni standard inferiore alla
media per let e per la classe frequentata in uno o pi湛
parametri quali rapidit e accuratezza. Nel parametro
rapidit si conteggiano le sillabe per unit di tempo, nel
parametro accuratezza si conteggiano gli errori prodotti
nella lettura di un testo.
Quoziente intellettivo (QI) nella norma, quindi il bambino
dislessico pu嘆 avere un livello intellettivo normale, al pari
dei suoi coetanei. Il QI 竪 considerato nella media anche
quando 竪 inferiore alla media di una deviazione standard.
7. Diagnosi criteri di inclusione
Assenza di cause neurologiche e/o sensoriali; I
bambini dislessici hanno difficolt nella lettura
per motivi non legati a deficit neurologici o
visivi, occorre quindi accertarsi che le difficolt
di lettura non siano dovute a una incapacit di
vedere le lettere.
Interferenza significativa con lapprendimento
scolastico e con le attivit della vita quotidiana
che richiedono capacit di lettura
Persistenza del disturbo nonostante listruzione
8. Pertanto la dislessia 竪 un disturbo da non confondere con
le abilit intellettive, ma comunque un disturbo con basi
neuronali che non pu嘆 essere ricuperato con tecniche o
metodi solo di tipo scolastico.
Per il trattamento sono necessari (anche e soprattutto)
interventi mirati sulle abilit sottostanti: memorie,
percezione visiva, linguaggio e per i diversi tipi di
attenzione.
I risultati ottenuti utilizzando questi metodi cominciano a
divenire confortanti (vedi dopo nostra casistica e Dislessia
maggio 2007 due articoli Ripamonti et altri; Wolf)
9. Diagnosi in Italia
In base a recenti evidenze sperimentali (Stella
Biancardi, 1996) 竪 stato dimostrato che i
bambini diagnosticati come dislessici in base
alla loro lentezza nella lettura necessitano di
maggior tempo per il recupero riabilitativo
rispetto a coloro che risultano dislessici in
base al numero di errori commessi.
Esiste quindi una differenza nel grado di
disabilit in base al tipo di indicatori
diagnostici utilizzati: gli errori o i tempi di
lettura.
10. Diagnosi in Italia
Va osservato che la diagnosi di dislessia
cambia da paese a paese, cambiano
infatti la lingua e le sue strutture
ortografiche e fonetiche.
In una lingua trasparente come litaliano,
dove a una certa serie di lettere
corrisponde abbastanza univocamente
un certo suono, la diagnosi di dislessia
non va eseguita sulla base degli errori
commessi, ma in base al tempo di
lettura.
11. Diagnosi in Italia
Recenti osservazioni di Wimmer (1993)
con bambini austriaci, di Stella (2000), di
Stella, di Blasi, Giorgetti e Savelli, (2003)
e di Tressoldi (1998) con bambini italiani,
hanno confermato limportanza critica
della verifica dei tempi per la diagnosi dei
disturbi di lettura.
12. Prime Riflessioni
E molto importante allora conoscere le
sillabe al secondo (velocit di lettura) del
singolo soggetto.
Le sill/s. DOVREBBERO APPARIRE IN
CHIARO SU OGNI CARTELLA
DIAGNOSTICA.
Ci嘆 faciliterebbe la comprensione della vera
difficolt che deve sostenere il Bambino..
13. La lettura si trova pienamente nellarea
patologica essendo al di sotto della
media di ben 3 deviazioni. La bambina
legge come si pu嘆 vedere dai dati in
chiaro 0,41 sillabe al secondo mentre i
pari et sono gi oltre alle 3 sillabe al
secondo.
14. Ci嘆 fa immediatamente comprendere
come il soggetto in questione necessiti
di pi湛 di 6 volte del tempo utilizzato dai
pari et ed abbia bisogno di una
contestualizzazione orale o di una pre
lettura del materiale che dovr leggere.
15. Sempre per quanto riguarda la lettura
bisogna valutare che, senza opportuna
e costante stimolazione, i soggetti con
difficolt possono guadagnare 0,29
sillabe al secondo lanno; Mentre i
normolettori guadagnano circa 0,5
sillabe al secondo allanno (Stella
Faggella Tressoldi, 2001).
16. Bisogna, inoltre, tener conto dellinevitabile
basso livello di autostima prodotto da questi
bambini che vivono questi disagi. Vanno
sostenuti attraverso approcci delicati e pacati e
soprattutto attraverso il consolidamento delle
abilit (operazione assolutamente necessaria
per raggiungere lautoefficacia e quindi il
potenziamento della motivazione e
dellautostima; vedi De Beni 2006).
NEL SENSO CHE LAUTOSTIMA AUMENTA
CON IL POTENZIAMENTO DIRETTO DELLE
ABILITA CARENTI E NON CON SOSTEGNI
CHE NEL TEMPO DIVENTANO POCO
CREDIBILI PER IL SOGGETTO
17. In questo quadro si innesta la debolezza delle
risorse attentive non sufficienti per
alimentare i processi pi湛 complessi. Tali
risorse non sono ricuperabili attraverso la
volont, ma solo attraverso lesercizio
specifico, spesso tralasciato (non 竪 compito
facile misurare e stimolare lattenzione per chi
non se ne occupa direttamente. Vedi
protocollo Benso, 2004).
18. Secondo punto collegato alla necessit di
conoscere la velocit di lettura:
<< Attenzione alle etichette diagnostiche>>.
Sono fonte di errori metodologici anche nella
ricerca
Creano il rischio di generare spiegazioni circolari,
modelli tautologici e stereotipi insostenibili dal
punto di vista scientifico.
Possono fuorviare le conclusioni e gli interventi
19. Numerodi
casi
Valore
medio
- 2 - 1 + 2
Area di
diagnosi della
dislessia
+ 10
Velocit di lettura
(Sillabe per unit di tempo)
Deviazione
standard
Numerodi
casi
Valore
medio
- 2 - 1 + 2
Area di
diagnosi della
dislessia
+ 10
Numero di errori
Deviazione
standard
21. Classe brano parole Non parole
2属 El M. 2.1
Ds. .56
M 1.69
Ds. .62
M 1.19
Ds. .37
3属 El M 3
Ds. .76
M 2.18
Ds. .65
M 1.38
Ds. .36
4属 El M 3.35
Ds. .67
M 2.62
Ds. .67
M 1.59
Ds. .39
5属 El M 3.8
Ds. .97
M 3.1
Ds. .84
M 1.93
Ds. .58
I Med M 4.2
Ds.1.06
M 3.94
Ds.1.01
M 2.29
Ds. .65
II Med M 4.92
Ds.1.12
M 4.44
Ds. .88
M 2.6
Ds. .65
III Med M 5.32
Ds. .71
M 4.65
Ds. .81
M 2.64
Ds. .5
22. Calcolo punto z
valore ottenuto dal sog. media
Z= -------------------------------------------
deviazione standard
23. Calcolo punto z
Esempio terza elementare.
3 3
Z= ------------------------------------- = 0
0,76
24. Numerodi
casi
Valore
medio
- 2 - 1 + 2
Area di
diagnosi della
dislessia
+ 10
Velocit di lettura
(Sillabe per unit di tempo)
Deviazione
standard
Numerodi
casi
Valore
medio
- 2 - 1 + 2
Area di
diagnosi della
dislessia
+ 10
Numero di errori
Deviazione
standard
25. Es. Bambino di terza elementare media in sillabe al secondo = 3
deviazione St. = .76
3 (0,8 x2) = 3-1,6 = 1,4 valore della media meno due deviazioni.
TUTTI i VALORI < o = a 1,4 cadono nella patologia,
Ma un Bambino che legge ad 1,8 sill/s. che per la convenzione (DSM4
ICD 10) dei manuali diagnostici statistici non cade nellarea
patologica obiettivamente come dovrebbe essere trattato a scuola e a
casa se legge praticamente anche lui con un tempo doppio dei pari
et ?..
Torniamo allimportanza delle sillabe a secondo IN CHIARO
26. Il problema delle cause
sottostanti
Pur riscontrando un certo accordo tra i
ricercatori in merito ai criteri di
inclusione ed esclusione per la diagnosi
della dislessia, per quanto riguarda le
cause a livello cognitivo sono emerse
linee di pensiero molto diverse e,
spesso, in contrasto tra loro. Solo di
recente emergono modelli che portano
ad una certa uniformit.
27. Per capire di pi湛 dobbiamo valutare cosa 竪 e
come funziona un modulo (sistema
specifico) e come intervengono i sistemi
centrali sul modulo stesso
28. ESEMPIO DI UN PROCESSORE CHE
SUPERVISIONA UN MODULO
ASSEMBLATO
PROCESSORE
CENTRALE
MODULO
30. Attenzione
Spiegare cosa 竪 lattenzione non 竪 facile perch辿 竪 un
termine molto utilizzato e quindi ognuno presume di
conoscerla.
Lattenzione 竪 un processo di filtro e selezione delle
numerose informazioni che bombardano i sistemi
sensoriali.E altres狸 un sistema che deve fornire risorse
che sono limitate per svolgere compiti che richiedono
concentrazione, vigilanza, allerta..
Ognuna di questi aspetti 竪 valutabile e misurabile con
strumenti relativamente poco costosi, ma tecnicamente
molto sofisticati e soprattutto 竪 allenabile
31. Quando le risorse attentive sono poche il soggetto ha
difficolt a concentrarsi ad essere pronto a svolgere
compiti protratti nel tempo e soprattutto a richiamere
volontariamente lattenzione.
Dire: <<stai attento !>> ad un soggetto debole nelle
risorse attentive 竪 paradossale come dire: <<dormi!>>
a chi soffre di insonnia.
In questi casi lattenzione pu嘆 essere richiamata
dallesterno, ma deve e pu嘆 essere sviluppata con
specifici training.
Vedi Benso (2004) Neuropsicologia dellAttenzione.
32. Lattenzione 竪 implicata nella dislessia come in
qualsiasi tipo apprendimento se si sa misurare si
trova sempre un aspetto attentivo collegato.
Questo implica che per trattare i disturbi oltre che
lavorare direttamente sui tipi di apprendimenti
sofferenti 竪 necessario stimolare lintero sistema
attentivo.
Il modello di Moscovitch e Umilt fornisce copertura
teorica a quanto affermato (vedi dopo)
Cos狸 come confermano i risultati da noi ottenuti nei
traumatizzati adulti(e pubblicati) nel recupero della
memoria, delle funzioni linguistiche e percettive, e
NEI SOGGETTI DISLESSICI (vedi )
33. PROCESSORE CENTRALE
o Sistema Esecutivo o Sistema Attentivo
Supervisore (SAS; Shallice, 1989), si colloca
come substrato anatomico prevalentemente nei
lobi frontali, nei gangli della base e nel
cervelletto;竪 multicomponenziale.
34. Esso 竪 deputato a:
fornire risorse attentive (che sono a
capacit limitata);
a sostenere lattenzione;
alle funzioni di controllo del pensiero e
dellazione;
ad inibire i distrattori;
allorganizzazione, alla pianificazione;
a mantenere la concentrazione sullo
scopo;
alla modularizzazione delle funzioni
specifiche (es. apprendimento motorio);
a fornire le risorse attentive ai processi di
memorizzazione in genere.
36. Multicomponenzialit del sistema
esecutivo.
Da queste osservazioni si comincia a comprendere
che il SAS 竪 multicomponenziale e diventa
necessario ampliare la batteria testistica per riuscire
a fornire prove oggettive della caduta dellesecutivo
(per non limitare la diagnosi allosservazione
inevitabilmente soggettiva attraverso questionari).
37. Multicomponenzialit del sistema
esecutivo.
In questo momento vi 竪 un grosso fermento
scientifico per analizzare e far risalire allesecutivo
molte patologie, ad esempio, Ozonoff e Jensen
(1999) osservano diversi profili dellesecutivo in
sindromi diverse. Nella sindrome di Tourette, i
pazienti cadono nellinibizione di impulsi
prepotenti; nellautismo, cadono nella flessibilit e
pianificazione; nel DDA/I, cadono nellattenzione
sostenuta e nellinibizione. E appunto ci嘆 che
sostengo nella teoria dei trattamenti: che lesecutivo
竪 sottostante a tutte le abilit,
39. BREVE EXCURSUS TEORICO
Teoria modulare di FODOR (1976)
Shallice (1990) afferma sulla teoria di Fodor che: << .. per
gli scopi della neuropsicologia, i criteri che egli suggerisce
potrebbero risultare troppo specifici e i sistemi ai quali si
potrebbero applicare troppo limitati.>>.
Sempre Shallice (1990) per ridefinire il concetto di
modulo cita: Marr (1982; sistemi relativamente isolabili),
Posner (1978; sottosistemi isolabili) e propone la
definizione di sottosistema funzionale. Quando la
funzione 竪 almeno parzialmente governata da principi
diversi utilizza il termine modulare.
40. BREVE EXCURSUS TEORICO
Nel frattempo:
In et dello sviluppo si innesta la critica di KARMILOFF-
SMITH (1992). I sistemi si modularizzano nellarco
dello sviluppo.Questa tesi tempera innatismo fodoriano e
costruttivismo piagetiano.
Poco prima viene pubblicata la teoria modulare di
MOSCOVITCH e UMILT (1990) che negando soprattutto
uno dei principi forti di Fodor, la non assemblabilit
attraverso esempi ed osservazioni di casi e patologie in
doppia dissociazione costruisce una gerarchia tra i
moduli.
41. BREVE EXCURSUS TEORICO
Semplificando; per Fodor sono moduli solo i
sistemi di input percettivi e il linguaggio.
Per la neuropsicologia cognitiva sono definiti
moduli tutti i sistemi funzionalmente separabili e
quindi lo sono anche tutti i tipi di apprendimento
dopo che 竪 avvenuto il processo di
modularizzazione come direbbe KARMILOFF-
SMITH (1992).
42. BREVE EXCURSUS TEORICO
La distanza che attualmente intercorre con
la rigida teoria di Fodor la si pu嘆 valutare
da una definizione molto recente di
Sternberg (2006): I moduli sono parti in un
certo modo indipendenti che hanno funzioni
differenti (contro lincapsulamento rigido di
Fodor). Un modulo pu嘆 esso stesso essere
composto da moduli (contro la non
assemblabilit di Fodor).
43. SISTEMI CENTRALI
Output significativo e profondo
che pu嘆 accedere alla coscienza
Output periferico, deve essere
interpretato dai sistemi centrali
MODULI
Trasduttori
44. TEORIA MODULARE DI FODOR (1976)
MODULI:
Veloci
Automatizzati
Dominio-specifici
Dal funzionamento obbligato
Insensibili a finalit cognitive centrali
Architettura neurale fissa
Geneticamente determinati
Informazionalmente incapsulati
Non assemblabili
45. TEORIA MODULARE DI MOSCOVITCH E
UMILT (1990)
Esistono 3 tipi di moduli:
Moduli di 1属 tipo, alla Fodor: non assemblati
e con una specificit funzionale, Ad esempio,
sarebbero moduli di primo tipo la percezione
dei colori, delle frequenze acustiche, della
localizzazione del suono e visiva, della
profondit, dei visi
46. TEORIA MODULARE DI MOSCOVITCH E
UMILT (1990)
Moduli di 2属 tipo, assemblati su base innata, con
linput integrato da un elaboratore centrale, che
sembra distaccare risorse per dedicarle
definitivamente al modulo (processore dedicato).
Esempi di moduli di secondo tipo sono le abilit
linguistiche e il riconoscimento degli oggetti.
47. Posner e Di Girolamo (2000) citano un
lavoro con bambini di 18 mesi. I risultati
portano alla conclusione che lo sviluppo
del Sistema Attentivo Supervisore 竪
importante per lapprendimento di
strutture complesse e per il controllo del
linguaggio durante il secondo anno di vita.
Anche e Clohessy, Posner, Rothbart
(2001) trovano risultati sui bambini di 18
mesi coerenti con quanto detto da Posner
e Di Girolamo.
48. TEORIA MODULARE DI MOSCOVITCH E
UMILT (1990) TEORIA MODULARE DI
MOSCOVITCH E UMILT (1990)
I moduli di terzo tipo, infine, sono
quelli assemblati su base esperenziale (es.
lettura e capacit motorie); in questo
caso il processore 竪 fortemente implicato
attraverso un atto consapevole, cosciente
e volitivo.
49. Camminare e parlare: moduli di secondo tipo
Sciare e leggere: moduli di terzo tipo.
Lattivit motoria complessa pu嘆 essere
utile per aumentare le risorse del
processore centrale, poi comunque va
stimolato anche in modo specifico il modulo
che non funziona.
Questi due interventi (sviluppo delle risorse
attentive e stimolazione mirata del modulo)
sono ASSOLUTAMENTE NECESSARI in un
protocollo preventivo, rieducativo,
riabilitativo.
50. Percezione di
configurazioni
Semplici.
MODULO I tipo
Percezione di suoni
elementari
MODULO I tipo
Coordinamento
delle unit
percepite
MODULO I tipo
Coordinamento
fonatorio
MODULO I tipo
Risorse attentive implicite
PROCESSORE DEDICATO
Risorse attentive implicite
PROCESSORE DEDICATO
Risorse attentive esplicite
PROCESSORE CENTRALE
Mod. II tipo PERCEZIONE VISIVA Mod. II tipo LINGUAGGIO
LETTURA LETTURA
Mod. III tipo
Percezione di
configurazioni
semplici.
MODULO I tipo
Percezione di suoni
elementari
MODULO I tipo
Coordinamento delle
unit percepite
MODULO I tipo
Coordinamento
fonatorio
MODULO I tipo
Risorse attentive implicite
PROCESSORE DEDICATO
Risorse attentive implicite
PROCESSORE DEDICATO
Risorse attentive esplicite
PROCESSORE CENTRALE
Mod. II tipo PERCEZIONE VISIVA Mod. II tipo LINGUAGGIO
LETTURA LETTURA
Mod. III tipo
51. 51
Se si riporta questa osservazione sul
modello di figura si pu嘆 capire come sia
possibile tanta variet di interpretazioni. Dal
modello possiamo dire che il disturbo di
lettura pu嘆 dipendere da un iposviluppo o
danno di una o pi湛 delle diverse sotto-
componenti.
52. 52
Un modulo di terzo tipo come quello della lettura,
fonde laspetto linguistico fonologico a quello
percettivo attraverso le risorse fornite dal
processore centrale.
Ci嘆 implica che per fare prevenzione o per predire
bisogna valutare le seguenti aree:
Metafonologia:es. Fusione, segmentazione ritmi,
rime (Baddeley 1986).
Educazione allimmagine ed esplorazione visiva:
copia, descrizione, confronto( Farah 1994).
Attenzione pi湛 modulare: oggetti, spazio,
attentional template (Benso 2004)
Sistema Attentivo Supervisore (processore
centrale): Attenzione sostenuta, doppi compiti,
gestione dell interferenza, controllo, gestione
della frustrazione, costruire, pianificare
organizzare.
53. 53
Le cose in realt sono ancora pi湛 complesse
se si pensa allarchitettura funzionale
completa della lettura, mi riferisco al
modello a due vie (vedi ad es. Shallice
1988). Il solo sistema di conversione
grafico /fonologico 竪 gi un modulo di terzo
tipo !
55. Riprendendo sulle cause sottostanti
In base a quanto osservato con un tentativo
di sintesi, Benso, Stella, Zanzurino e
Chiorri (2005) (pubblicato su Dislessia
ed.Erickson) hanno cercato di individuare
nella letteratura le conclusioni comuni sulle
cause del fenomeno.
56. Dal loro articolo 竪 emerso che i modelli e le
cause della dislessia sembrerebbero tante e
variegate, ma possiamo ridurre il tutto a tre
grandi categorie: deficit a livello di
linguaggio, percezione e attenzione.
57. Gli autori propongono anche un modello
unificatore derivato da Moscovitch e Umilt
1990 e da Benso (2007) in grado di
considerare i tre fattori cognitivi pi湛
rilevanti per la dislessia, divenendo quindi
uno strumento utile ed operativo per
suggerire nuove prove di valutazione e di
intervento.
60. Il locus di non funzionamento
potrebbe essere uno o pi湛 delle
numerosissime combinazioni
del modulo complesso, del
processore dedicato e di alcuni
aspetti delle diverse
componenti del sistema
esecutivo
61. Pertanto, pur inserendo i dislessici
sotto una stessa etichetta
diagnostica che si valuta con prove
di lettura, di memoria e di
intelligenza se si vanno ad indagare
le strutture pi湛 sottostanti 竪 raro
incontrare un dislessico uguale ad
un altro.
Lunico punto fermo per qualsiasi
disturbo di apprendimento 竪 che vi 竪
sempre e comunque un disturbo
attentivo.
62. altre componenti moltiplicano le
possibilit in quanto influiscono
molto sul processore centrale e
quindi sui moduli di terzo tipo
MOTIVAZIONE ED EMOZIONI
(Damasio 1994)
63. Pertanto bisogna:
favorire una stimolazione
preventiva sia del modulo che
dellesecutivo (sempre);
poter assemblare una testistica
appropriata;
costruire protocolli di
riabilitazione coerenti e mirati
sui veri problemi.
64. La nuova complessit nasce dal fatto che non
si pu嘆 trattare il modulo e lesecutivo come
due sistemi separati.
Un esecutivo debole non favorir un buon
sviluppo modulare (un aspetto centrale debole
non favorisce la periferia)
Un modulo debole non favorir il sistema
esecutivo specialmente nellaspetto di
sviluppo delle funzioni e del processore a lui
dedicato (un aspetto periferico debole non
nutre i sistemi centrali)
65. Come una debolezza di risorse cognitive penalizza
inevitabilmente anche lattivit di sviluppo modulare, cos狸 il
mancato o parziale sviluppo di un modulo indebolir la
parte di esecutivo a quel modulo dedicata. Non solo
laspetto centrale influisce sulla periferia, ma anche la
periferia fa risalire le sue influenze fino ai sistemi centrali.
Come le scoperte sulla plasticit cerebrale insegnano vedi
Merzenich e coll. (1983)
Ci嘆 comporta che a qualsiasi livello del circuito sia il
problema, comunque si evidenzieranno cadute sia del
modulo sia del processore centrale ed ogni soggetto sar
diverso. La letteratura 竪 ricca di evidenze in proposito ed
alcuni nostri lavori di controllo del modello vanno verso la
conferma.
66. LA TEORIA DEL CONTINUUM
I trattamenti riabilitativi pertanto devono riguardare sia la
struttura specificamente deficitaria sia il sistema esecutivo.
Con questo metodo integrato Si sono ottenuti interessanti
risultati nel recupero mnestico da trauma cranico e nei disturbi
di apprendimento (Benso, 2004 G.I.D.).
Per fornire un parametro quantitativo misurabile si possono
citare i risultati ottenuti su soggetti dislessici. Alcuni Centri
che attuano il metodo integrato ottengono miglioramenti di 0,9
sillabe al secondo nella lettura in pochi mesi (quando 竪 noto
che i buoni lettori guadagnano circa 0,5 sillabe/sec allanno;
Stella, Faggella e Tressoldi)
67. Tressoldi Faggella e Stella.
Dati relativi alla progressione della velocit di lettura di
parole e nonparole dei normolettori e dei dislessici:
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
4
4,5
5
2 3 4 5 6 7 8
parole
nonparole
par_norm
npar_norm
- parole: normolettori [ ,53] dislessici [,29]
-nonparole :normolettori [,28], dislessici [,14]
68. GENN MAGGIO
Raven lettura (sill/sec) lettura (sill/sec)
NOMI classe parole punz non parolepunz parole punt z non parolePunt z
1 4 95% 1,65 -1,45 1 -1,51 2,96 0,507 1,76 0,44
2 4 75% 0,93 -2,52 0,84 -1,92 1,44 -1,761 0,9 -1,8
3 5 23% 0,99 -2,51 0,88 -1,81 1,36 -2,071 1,19 -1,3
4 5 75% 1,46 -1,95 0,7 -2,12 2,58 -0,619 1,41 -0,9
5 5 48% 1,94 -1,38 0,97 -1,66 2,15 -1,131 1,32 -1,1
6 5 90% 1,1 -2,38 0,94 -1,71 1,5 -1,905 1,51 -0,7
7 4 20% 1,32 -1,94 0,77 -2,1 1,73 -1,328 1,32 -0,7
8 5 30% 1,17 -2,3 0,7 -2,12 2,1 -1,19 1,38 -0,9
9 5 12% 0,97 -2,54 0,9 -1,78 1,86 -1,476 1,47 -0,8
10 5 50 1,95 -1,37 0,91 -1,76 3,97 1,036 2,03 0,17
11 5 18% 1,27 -2,18 0,61 -2,28 3,03 -0,083 2,18 0,43
Medie 1,3409 -2,05 0,838182 -1,89 2,243636 -0,911 1,497273 -0,6
Diff Parole in 4 mesi -0,9 sillabe al secondo differenza aspettata ottimistica 0,3
Notare anche il rientro dei punti z in alcuni soggetti
Progetto Le Tracce
Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Loano
Direzione Didattica Scuola Valerga
69. Effetto dei trattamenti nei Centri di
Neuropsichiatria Infantile del VCO
Rilevamento dopo un anno.
Guadagno di circa 1 sillaba al secondo contro
le 0,3 previste
S RAVEN
perc BRANO PAROLE NON PAROLE BRANO PAROLE NON PAROLE
sill/sec punto z sill/sec punto z sill/sec punto z sill/sec punto z sill/sec punto z
sill/sec punto z
1 75 2,20 -1,72 1,38 -1,85 1,22 -0,94 2,56 -1,56 2,43 -1,49 1,57 -0,80
2 75 1,67 -2,39 1,32 -2,60 1,28 -1,55 2,31 -2,33 1,82 -2,98 1,53 -1,65
3 50 2,49 -2,16 2,06 -2,70 1,48 -1,72 3,45 -2,63 2,64 -2,48 2,02 -1,24
4 25 1,47 -1,13 1,18 -0,80 1,41 0,59 3,01 0,01 1,87 -0,48 2,44 2,94
5 25 1,35 -2,16 1,35 -1,27 1,16 -0,08 1,87 -1,49 1,52 -1,02 1,30 -0,22
6 25 1,79 -2,07 1,98 -1,33 1,12 -1,40 3,11 -1,03 3,10 -0,83 1,67 -0,95
7 25 0,86 -2,81 0,61 -2,41 0,70 -1,89 1,87 -2,21 1,57 -1,58 1,20 -1,00
8 50 2,20 -1,72 2,27 -0,99 1,61 -0,55 2,72 -1,13 3,10 0,00 2,12 0,33
9 35 1,06 -1,86 0,99 -1,13 0,72 -1,27 2,01 -1,30 1,76 -0,65 1,30 -0,22
10 50 1,70 -1,71 1,51 -1,03 1,01 -1,03 2,83 -0,78 2,06 -0,84 1,61 0,05
11 75 1,55 -2,32 1,44 -1,98 1,19 -1,28 2,28 -1,81 2,12 -1,80 1,59 -1,07
12 60 2,51 -1,25 1,75 -1,30 1 -1,51 2,64 -1,19 3,06 -0,05 1,42 -0,88
M 47,5 1,74 -1,94 1,49 -1,60 1,16 -1,05 2,76 -1,45 2,25 -1,18 1,65 -0,39
D 20,5 0,53 0,48 0,47 0,67 0,28 0,72 0,50 0,73 0,60 0,92 0,37 1,20
70. Risultati
Recuperi
medi s/s
BRANO PAROLE NON
PAROLE
Gruppo 1,375 1,117857142 0,721429
Dislessici 1,445 1,181667 1,03
In difficolt 1,3225 1,07 0,49
Dati sommati di diversi centri italiani che utilizzano il
metodo Benso (2004). Torino, Milano, La Spezia,
Biella, Domodossola, Gravellona, Genova.
Media del tempo 1 anno e 4 mesi con interruzioni in
diverse realt durante la pausa estiva.
Prossima pubblicazione su Dislessia.
71. Risultati
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
s/s brano05 s/s brano
06
s/s
parole05
s/s parole
06
s/s
nonpar05
s/s non par
06
gruppo
dislessici
in difficolt
Il grafico illustra chiaramente lo spostamento dei
risultati nella velocit di lettura di parole, non
parole e brano prima e dopo il trattamento. Le
linee orizzontali stanno a indicare lentit del
cambiamento naturale atteso (dopo due anni) in
soggetti dislessici in assenza di trattamento
(Tressoldi, Stella e Fagella, 2001) .
72. Una veloce considerazione sulla
riabilitazione. Un esempio che vale per
molti altri aspetti.
Soffermiamoci un attimo sui movimenti
oculari..
74. Tra parentesi ( questo fa parte della teoria della riabilitazione)
Importanza di raggiungere i 200 ms. (tempo minimo di
programmazione di una saccade) di esposizione con il
Tachistoscopio per centrare il movimento oculare e favorire la
lettura attraverso la via lessicale
Quindi iniziare con parole bisillabe piane (mare, cane, topo)
per cercare di facilitare per scendere appena possibile sotto i
200 ms di esposizione, piuttosto che con: gnomo, consiglio,
giglio; lette per ore di (inutile) training a 800 / 1000 ms.di
esposizione.
Osservazione: se non si conoscono i meccanismi fisiologici,
funzionali e neuropsicologici cognitivi che sottendono il
processo di lettura gli strumenti riabilitativi vengono mal
utilizzati.
Il tachistoscopio 竪 uno strumento utile solo se adoperato
secondo certi criteri (ci嘆 vale per tutti gli strumenti di questo
genere). Esercitarsi per mesi con il tachistoscopio tutti i giorni
sopra i 200 ms. di esposizione serve a poco, cos狸 come lasciare
imparare le liste di parole a memoria diventa una perdita di
tempo e altro.. (vedi Benso, 2004)
75. Prime conclusioni
La lettura 竪 un modulo complesso formato da aspetti
percettivi, linguistici, attentivi (attenzione intesa come
processo prima e poi come sistema che forniscono
risorse).
Per stimolare meglio il modulo (lapprendimento
automatizzato) bisogna occuparsi anche dellattenzione.
Il disturbo di apprendimento in quanto tale 竪 lemergere
di disfunzioni anche lievi a livello neuronale che non
sono recuperabili pi湛 con interventi prettamente
scolastici (sicuramente utili come rifinitura e contorno
delle riabilitazioni dei processi sottostanti: percezione
memorie e sistemi attentivi)
76. Il clinico, linsegnante e il genitore devono conoscere i dati
delle diagnosi e soprattutto nella dislessia le sillabe al
secondo.
I protocolli per i trattamenti devono avere basi
neuroscientifiche solide e modelli di guida validati
scientificamente in modo che si possano sfruttare al meglio
gli strumenti proposti.
I nostri lavori di ricerca (centro di Neuroscienze e Polo
Bozzo) stanno progredendo, siamo in grado di fornire
protocolli per la diagnosi e i trattamenti a diverse realt
italiane.
77. Diversamente dai trattamenti la testistica che vuole
misurare le funzioni attentive ed esecutive deve
poter sottrarre linfluenza del modulo collegato nel
continuum
78. PRIMA PARTE
ESECUTIVO + MODULO
SOTTRAZIONE
ESECUTIVO
+
MODULO
MODULO ESECUTIVO
_
=
_ =
STRUTTURA DEI TEST
79. Ad esempio: il test delle campanelle misura veramente
ci嘆 che afferma di misurare ? Quanto 竪 valido ? Chi pu嘆
dire, in particolari casi, se invece dellattenzione selettiva
non misuri la lentezza motoria a cancellare la campanella
bersaglio ?
82. TEST DI NUMERAZIONE
AVANTI E INDIETRO
Conteggio da 1 a 100 progressivo e
regressivo
Formula di compensazione tempo/errori
Sottrazione della componente modulo
(1/100) alla parte modulo + esecutivo
(100/1) per ottenere una misura pura
dellesecutivo.
83. SWITCH DI CALCOLO
Articolazione del test: due pagine contenenti ciascuna
65 operazioni semplici con cifre non superiori al 5.
Prima pagina: operazioni raggruppate.
Seconda pagina: operazioni random.
Formula di compensazione tempo/errori.
2属 pagina 1属 pagina = prestazione nel cambiamento
di compito
(mod+esec) modulo = esecutivo
86. NAVON
F F F F F F
F F F
F F F
F F F F F F F F
F F F
F F F
F F F
H H H H H H
H H H
H H H
H H H H H H H H
H H H
H H H
H H H
Il test 竪 qui
utilizzato per
valutare
lefficienza
dellattenzione
selettiva.
89. 1) AA BB DD EE NN TT VV Uguali Maiuscole (Visivo)
2) FF MM ZZ OO PP GG UU
3) ii ff gg aa ee vv zz Uguali Minuscole (Visivo)
4) cc ff aa ii vv tt rr
5) uv un bd pq qd tf ae Diverse visiv. Simili
(Visivo)
6) ai oi fo zi de vr mi Diverse visivamente
diverse (Visivo)
7) AB BF DM EG HO NB TN Diverse Maiuscole
(Visivo)
8) Db Td Vf Mn Pb Cg Lr Diverse Fon.. Simili
(Fonetico)
9) Ab Bf De Gr Mo Ns Pi Diverse Fon. diverse
(Fonetico)
10) Aa Bb Dd Ee Nn Tt Vv Uguali Foneticamente
(Fonetico)
90. Benso F. e Stella G.
controllo media 561 581 571 576 765 639 673 799 692 876
dev stand 74 70 82 74 104 114 94 154 114 155
n 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10
dislessicimedia 587 592 607 594 863 696 716 867 7101042
dev stand 71 64 90 53 171 123 105 229 120 180
n 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10
93. 93
I pre-requisiti dell'apprendimento
nella scuola dellinfanzia
I pre-requisiti dell'apprendimento sono le abilit trasversali che servono per
regolare qualsiasi apprendimento che non sia una procedura da automatizzare,
e le abilit o aspetti del pensiero che incidono sulla motivazione
all'apprendimento stesso.
Il modello del modulo lettura di Moscovitch e Umilt ha gi dato indicazioni
sui sootosistemi implicati e da valutare.
Riflettiamo ora sulla abilit di denominazione veloce di numeri, oggetti e
colori, che sembrano prove altamente predittive per lapprendimento della
lettura.
Vi sono indubbiamente dei fattori linguistici importanti ma vi pu嘆 essere
anche un deficit delle funzioni esecutive e della memoria associativa che sono
necessarie anche per la ricerca visiva complessa.
In questo caso non si formano attentional template (memoria del target da
rilevare in mezzo ai distrattori, ad esempio quadrato rosso piccolo)
94. 94
I pre-requisiti dell'apprendimento
nella scuola dellinfanzia
In particolare la disponibilit di risorse attentive e mnestiche sufficienti, garantita
da un corretto funzionamento del Sistema Esecutivo permette il consolidamento
delle informazioni in memoria, e la configurazione di un attentional template
efficace, che costituisce un presupposto fondamentale per la ricerca visiva
volontaria e strategica e molto probabilmente un pre-requisito dell'abilit di
lettura (Benso, 2004).
103. 103
Analisi dei Dati - I
Sono stati sottoposti alla batteria di prove 52 soggetti, di cui 6 non hanno
terminato una o pi湛 prove, e sono pertanto stati esclusi dal campione
definitivo (listwise deletion).
Il campione effettivo sottoposto a tutte le prove risulta essere di 46 soggetti,
ma 3 soggetti hanno mostrato prestazioni anomale (outliers).
Il campione definitivo risulta composto da 43 soggetti, di cui 16 maschi e
27 femmine.
Sogg.
Media Media D.S. Media Media D.S. Media Media D.S.
Err. (sec) Err. (sec) Err. (sec)
43 1,39 39,83 12,26 0,52 98,22 24,01 0,09 47,00 13,40
Due D.S. pari 26,44 Due D.S. pari 44,32 Due D.S. pari 26,26
M -2 D.S. 14,58 M -2D.S. 50,54 M -2D.S. 21,32
M +2D.S. 67,46 M +2D.S. 139,18 M +2D.S. 73,84
Nomin. NUMERI Nomin. OGGETTI - RAN Nomin. COLORI
104. 104
Discussione dei Risultati - I
Le corrrelazioni ottenute (r di Pearson) fra le tre diverse prove, anche se non
particolarmente elevate, sono comunque sufficienti (r2 0,10), e sostengono
lipotesi che le prove utilizzate possano servire a misurare aspetti dello stesso
costrutto.
Ci嘆 conferma la possibilit di utilizzare anche il test di nominazione veloce dei
colori come eventuale predittore di disturbi di apprendimento, e quindi
l'opportunit di proseguire la ricerca.
CORRELAZIONI ( R DI PEARSON) - CAMPIONE TOTALE (43 SOGGETTI)
Nomin. Numeri Nomin. Oggetti RAN Nomin. Colori
Nomin. Numeri 1,00 0,32 0,51
Nomin. Oggetti RAN 0,32 1,00 0,39
Nomin. Colori 0,51 0,39 1,00
* Livello di significativit 0.05 (2 -tailed).
105. 105
Discussione dei Risultati - II
E stato inoltre eseguito un confronto fra le medie del campione normativo (n = 443)
dei dati IPDA e il campione osservato nel presente studio (n = 43), che non 竪 risultato
statisticamente significativo
(test t per campioni indipendenti, t484 = 0.339, p = .735).
La nostra ricerca 竪 stata realizzata nell'ultimo trimestre del 2005, e nel confronto sono
stati congruentemente utilizzati i dati normativi IPDA relativi ai mesi di novembre-
dicembre;
con il presente lavoro abbiamo pertanto riconfermato relativamente al RAN i dati
presentati nell' IPDA di Tretti et al;
relativamente alla denominazione veloce di numeri, i dati IPDA erano gi stati
riconfermati nel lavoro presentato da Benso, Marinelli e Zanzurino al congresso
AIRIPA 2005.
CORRELAZIONI ( R DI PEARSON) - CAMPIONE TOTALE (43 SOGGETTI)
Nomin. Numeri Nomin. Oggetti RAN Nomin. Colori
Nomin. Numeri 1,00 0,32 0,51
Nomin. Oggetti RAN 0,32 1,00 0,39
Nomin. Colori 0,51 0,39 1,00
* Livello di significativit 0.05 (2 -tailed).