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Ufficio Studi

MIC

9

Misery Index Confcommercio
una valutazione macroeconomica del disagio sociale
Prossima uscita: MIC n. 10 (10 gennaio 2014)

·	 In ottobre il disagio sociale scende di 0,1 punti
a 21,2

punti dell’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza
di acquisto, mentre la disoccupazione estesa rimane

·	 La disoccupazione estesa rimane stabile al
16,3%

invariata rispetto al mese precedente.
In ottobre il tasso di disoccupazione ufficiale è rimasto

·	 L’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza
d’acquisto scende di 0,2 punti allo 0,8%

invariato rispetto al mese precedente attestandosi al
12,5%, anche se è in aumento di 1,2 punti rispetto ai 12

Il MIC di ottobre si attesta su un valore stimato di

mesi precedenti. I disoccupati sono 3 milioni 189mila, cifra

21,2 punti, in diminuzione di 0,1 punti rispetto al mese

sostanzialmente invariata rispetto al mese precedente ma

di settembre. Ciò è imputabile alla diminuzione di 0,2

in aumento di 287mila unità (+9,9%) su base annua. Il

1

Tab. 1: Prezzi, disoccupazione e Misery Index Confcommercio (MIC) in Italia
anno

disoccupazione
ufficiale (%)

disoccupazione estesa
(%)*

Δ% prezzi
alta frequenza di acquisto

MIC*

2007

6.1

7.8

2.9

12.0

2008

6.8

8.7

4.9

14.6

2009

7.8

10.6

0.8

14.0

2010

8.4

11.6

2.0

16.1

2011

8.4

11.6

3.6

17.2

2012-I trim.

9.9

13.3

4.4

20.0

2012-II trim.

10.6

13.8

4.4

20.8

2012-III trim.

10.8

14.2

4.3

21.1

2012-IV trim.

11.4

14.5

3.5

21.0

2013-I trim.

11.9

15.1

2.4

20.9

2013-II trim.

12.1

15.4

1.6

20.7

2013-Luglio

12.1

15.6

2.0

21.2

2013-Agosto

12.4

16.0

1.7

21.5

2013-Settembre

12.5

16.3

1.0

21.3

2013-Ottobre

12.5

16.3

0.8

21.2

Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia su dati ISTAT ed INPS.
Legenda: per le definizioni si veda la nota tecnica. * I dati degli ultimi due mesi sono frutto di stime (cfr. la nota tecnica a pag. 3).

1	 Il Misery Index Confcommercio (MIC) misura mensilmente il disagio sociale causato dalla disoccupazione estesa (disoccupati, cassaintegrati e
scoraggiati) e dalla variazione percentuale dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto.
Misery Index Confcommercio

Ufficio Studi · dicembre 2013, numero 9

numero di occupati è rimasto pressoché invariato rispetto

prossimi a quelli registrati nel corso della seconda metà

a settembre (9mila lavoratori in più), ma è diminuito di

del 2009 (0,8%). Continua, dunque, la discesa iniziata

408mila unità rispetto ai 12 mesi precedenti (-1,8%). Il

nel settembre 2012 quando l’incremento dei prezzi dei

quadro occupazionale del paese è, dunque, nel complesso

beni e dei servizi ad alta frequenza di acquisto aveva

fortemente negativo.

raggiunto il picco del 4,7%.

Nel mese di ottobre sono state autorizzate 90,7 milioni

La diminuzione di 0,2 punti dell’inflazione dei beni e

di ore di CIG, in aumento rispetto ai 75 e agli 85 milioni,

servizi ad alta frequenza d’acquisto e l’invarianza della

rispettivamente, di agosto e settembre.

disoccupazione estesa porta il MIC a diminuire di 0,1

Le ore di CIG utilizzate – destagionalizzate e ricondotte

punti.

poi a ULA – sono stimate in lieve aumento. Ciò porta ad

La figura 1 mostra l’andamento del MIC scomposto nei

un lieve incremento del numero di persone in CIG (mille

contributi dati dalle due componenti (in rosso l’inflazione

unità in più), passato dalle 317mila stimate per settembre

dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto ed in blu

alle 318mila previste per ottobre.

la disoccupazione estesa), mentre l’ingrandimento riporta

Il numero di scoraggiati è stimato in lieve aumento da

l’andamento complessivo del disagio sociale negli ultimi

769mila persone di settembre a 776mila .

otto mesi. Nel medio periodo il MIC è passato dagli 11 punti

Aggiungendo ai disoccupati ufficiali la stima delle persone

di inizio 2007 ad oltre 21 del 2013 – con un picco di quasi

in CIG e degli scoraggiati otteniamo per ottobre un tasso

22 punti nel settembre 2012 – disegnando un percorso di

di disoccupazione esteso del 16,0%, stabile rispetto a

rapida crescita del disagio sociale, che nel corso del 2013

settembre (tabella 1).

appare stabilizzarsi solo grazie al crollo dell’inflazione

L’inflazione dei beni e dei servizi ad alta frequenza

dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, mentre la

di acquisto è diminuita dello 0,2% tornando a livelli

disoccupazione estesa appare in costante aumento.

2

Fig. 1 - Misery Index Confcommercio (MIC)
25

20

15
21,5

21,0

10

20,5

5

2013-10

2013-9

2013-10

2013-7

2013-7

2013-8

2013-4

2013-6

2013-1

2013-5

2012-10

2013-3

2013-4

2012-7

2013-2

2012-4

2012-1

2011-10

2011-7

2011-1

2011-4

2010-10

2010-7

2010-1

2013-1

MIC-DISOCC.

2010-4

2009-10

2009-7

2009-1

2009-4

2008-10

2008-7

2008-4

2008-1

2007-10

2007-7

2007-4

2007-1

0

20,0

MIC-INFL. AF

Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia su dati ISTAT ed INPS.
Legenda: per le definizioni si veda la nota tecnica. I dati degli ultimi due mesi sono frutto di stime (cfr. la nota tecnica a pag. 3).

2	 Gli scoraggiati sono definiti come coloro che (1) si dichiarano in cerca di lavoro, (2) sono disponibili a lavorare nelle prossime due settimane
e (3) anche se non lo hanno fatto nelle ultime quattro settimane, affermano di aver compiuto una o più azioni di ricerca da 2 a 3 mesi prima
dell’intervista.
Nota tecnica sul calcolo del Misery Index Confcommercio (MIC)
Il Misery Index (MI) tradizionale è dato dalla semplice somma di tasso di disoccupazione e tasso d’inflazione. I pesi assegnati ai due “mali” sono
dunque identici e pari a 1.
Il Misery Index Confcommercio (MIC) è calcolato in modo da leggere con maggiore precisione la dinamica del disagio sociale, misurato in una
metrica macroeconomica. Le due componenti del MIC sono il tasso di disoccupazione esteso, definito più sotto, e la variazione dei prezzi dei beni e
dei servizi acquistati in alta frequenza (fonte ISTAT): le dinamiche di prezzo di questo paniere dovrebbero influenzare in modo più diretto la percezione
dell’inflazione da parte delle famiglie, correlandosi direttamente con le preoccupazioni (disagio) in merito al proprio potere d’acquisto.
Si assegnano pesi diversi alle due componenti, disoccupazione ed inflazione, rispettivamente 1,2647 e 0,7353. Ciò sulla base degli studi scientifici
internazionali che, utilizzando dati Eurobarometro sul benessere dei cittadini europei (si veda Di Tella, MacCulloch ed Oswald, 2001), hanno dimostrato
come il costo della disoccupazione in termini di soddisfazione di vita sia molto superiore a quello dell’inflazione.
D’altra parte, tutte le recenti ricerche sociali evidenziano come prima preoccupazione dei cittadini sia la questione del lavoro, e quindi la paura
della disoccupazione. Il Misery Index tradizionale, che assegna pesi uguali ai due mali, tende, dunque, a sottostimare i costi economici, psicologici
e sociali - diretti ed indiretti - della disoccupazione. La quantificazione dei due pesi adottata nel MIC si basa sulla regressione 1 della Tabella 2
contenuta in Becchetti, Castriota e Giuntella (2010), in cui si stima che, per lasciare indifferente un cittadino medio europeo, l’aumento di un punto di
disoccupazione deve essere compensato da una diminuzione di 1,72 punti di inflazione. Di conseguenza, i pesi della disoccupazione e dell’inflazione
valgono, rispettivamente, (1,72/2,72)x2=1,2647 e (1/2,72)x2=0,7353. I pesi sono moltiplicati per due in modo da lasciare la loro somma uguale a
due per consentire una lettura non ambigua dei risultati (anche nel calcolo del Misery Index tradizionale la somma dei pesi è pari a due).
Il tasso di disoccupazione esteso è il termine in parentesi quadra a destra nella seguente formula:
MIC=0,7353 × (infl. AF) + 1,2647 × [(disocc.+FL pot.+ CIG)/(occ.+disocc.+FL pot.) × 100]
Al numeratore del tasso di disoccupazione esteso compaiono sia le forze di lavoro potenziali, come definite più sotto, sia i cassaintegrati equivalenti
a zero ore. Questo concetto si esemplifica facilmente: se le ore di cassa integrazione sono otto in un giorno, quattro per una persona e quattro per
un’altra persona, i cassaintegrati equivalenti sono pari a uno dal momento che un dipendente a tempo pieno lavora otto ore. Le forze di lavoro
potenziali correggono opportunamente anche il denominatore, estendendo il concetto tradizionale di forze di lavoro a coloro che hanno svolto
l’ultima azione di ricerca da due a tre mesi fa e che, quindi, sono più facilmente assimilabili ai disoccupati che agli inattivi; i cassaintegrati equivalenti,
invece, non compaiono al denominatore perché già conteggiati (nella rilevazione dell’ISTAT figurano tra gli occupati).
Di seguito la descrizione delle singole variabili e le fonti:
-	

Tasso di inflazione dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto: dati mensili di fonte ISTAT, variazione tendenziale;

-	

Tasso di disoccupazione, occupati e disoccupati: dati mensili destagionalizzati di fonte ISTAT;

-	

Ore CIG: dati mensili INPS sulle ore di CIG effettivamente utilizzate (tiraggio, confronti omogenei);

-	

CIG: numero di CIG-teste, calcolate dividendo le Ore CIG totali per 2000 ore annue (166,6 al mese);

-	

Forze di lavoro potenziali: sottoinsieme delle persone che (1) si dichiarano in cerca di lavoro, (2) sono disponibili a lavorare nelle prossime due
settimane e (3) anche se non lo hanno fatto nelle ultime quattro settimane, affermano di aver compiuto una o più azioni di ricerca da 2 a 3 mesi
prima dell’intervista. I dati sulle forze lavoro potenziali, forniti dall’ISTAT su base trimestrale, sono stati mensilizzati.

Per il presente numero
-	

I dati sulle ore di CIG effettivamente utilizzate negli ultimi due mesi sono stati stimati con TRAMO-SEATS;

-	

I dati sulle forze di lavoro potenziali per gli ultimi due mesi del 2013 sono stimati applicando ai dati trimestrali un modello di previsione che tenga
conto delle ciclicità stagionali (le elaborazioni sono state effettuate con TRAMO-SEATS). La previsione è stata poi opportunamente mensilizzata.

Riferimenti
1.	 Becchetti L., Castriota S., Giuntella O. (2010), “The Effects of Age and Job Protection on the Welfare Costs of Inflation and
Unemployment”, European Journal of Political Economy, Vol. 26, pp. 137-146.
2.	 Di Tella R., MacCulloch R., Oswald A. (2001), “Preferences over Inflation and Unemployment: Evidence from Surveys of Happiness”,
American Economic Review, Vol. 91, pp. 335-341.

Informazioni: Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia · Tel. 06.5866483 Telefax 06.5836757 e-mail: centrostudi@confcommercio.it
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Misery index Confcommercio n 9

  • 1. Ufficio Studi MIC 9 Misery Index Confcommercio una valutazione macroeconomica del disagio sociale Prossima uscita: MIC n. 10 (10 gennaio 2014) · In ottobre il disagio sociale scende di 0,1 punti a 21,2 punti dell’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto, mentre la disoccupazione estesa rimane · La disoccupazione estesa rimane stabile al 16,3% invariata rispetto al mese precedente. In ottobre il tasso di disoccupazione ufficiale è rimasto · L’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto scende di 0,2 punti allo 0,8% invariato rispetto al mese precedente attestandosi al 12,5%, anche se è in aumento di 1,2 punti rispetto ai 12 Il MIC di ottobre si attesta su un valore stimato di mesi precedenti. I disoccupati sono 3 milioni 189mila, cifra 21,2 punti, in diminuzione di 0,1 punti rispetto al mese sostanzialmente invariata rispetto al mese precedente ma di settembre. Ciò è imputabile alla diminuzione di 0,2 in aumento di 287mila unità (+9,9%) su base annua. Il 1 Tab. 1: Prezzi, disoccupazione e Misery Index Confcommercio (MIC) in Italia anno disoccupazione ufficiale (%) disoccupazione estesa (%)* Δ% prezzi alta frequenza di acquisto MIC* 2007 6.1 7.8 2.9 12.0 2008 6.8 8.7 4.9 14.6 2009 7.8 10.6 0.8 14.0 2010 8.4 11.6 2.0 16.1 2011 8.4 11.6 3.6 17.2 2012-I trim. 9.9 13.3 4.4 20.0 2012-II trim. 10.6 13.8 4.4 20.8 2012-III trim. 10.8 14.2 4.3 21.1 2012-IV trim. 11.4 14.5 3.5 21.0 2013-I trim. 11.9 15.1 2.4 20.9 2013-II trim. 12.1 15.4 1.6 20.7 2013-Luglio 12.1 15.6 2.0 21.2 2013-Agosto 12.4 16.0 1.7 21.5 2013-Settembre 12.5 16.3 1.0 21.3 2013-Ottobre 12.5 16.3 0.8 21.2 Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia su dati ISTAT ed INPS. Legenda: per le definizioni si veda la nota tecnica. * I dati degli ultimi due mesi sono frutto di stime (cfr. la nota tecnica a pag. 3). 1 Il Misery Index Confcommercio (MIC) misura mensilmente il disagio sociale causato dalla disoccupazione estesa (disoccupati, cassaintegrati e scoraggiati) e dalla variazione percentuale dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto.
  • 2. Misery Index Confcommercio Ufficio Studi · dicembre 2013, numero 9 numero di occupati è rimasto pressoché invariato rispetto prossimi a quelli registrati nel corso della seconda metà a settembre (9mila lavoratori in più), ma è diminuito di del 2009 (0,8%). Continua, dunque, la discesa iniziata 408mila unità rispetto ai 12 mesi precedenti (-1,8%). Il nel settembre 2012 quando l’incremento dei prezzi dei quadro occupazionale del paese è, dunque, nel complesso beni e dei servizi ad alta frequenza di acquisto aveva fortemente negativo. raggiunto il picco del 4,7%. Nel mese di ottobre sono state autorizzate 90,7 milioni La diminuzione di 0,2 punti dell’inflazione dei beni e di ore di CIG, in aumento rispetto ai 75 e agli 85 milioni, servizi ad alta frequenza d’acquisto e l’invarianza della rispettivamente, di agosto e settembre. disoccupazione estesa porta il MIC a diminuire di 0,1 Le ore di CIG utilizzate – destagionalizzate e ricondotte punti. poi a ULA – sono stimate in lieve aumento. Ciò porta ad La figura 1 mostra l’andamento del MIC scomposto nei un lieve incremento del numero di persone in CIG (mille contributi dati dalle due componenti (in rosso l’inflazione unità in più), passato dalle 317mila stimate per settembre dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto ed in blu alle 318mila previste per ottobre. la disoccupazione estesa), mentre l’ingrandimento riporta Il numero di scoraggiati è stimato in lieve aumento da l’andamento complessivo del disagio sociale negli ultimi 769mila persone di settembre a 776mila . otto mesi. Nel medio periodo il MIC è passato dagli 11 punti Aggiungendo ai disoccupati ufficiali la stima delle persone di inizio 2007 ad oltre 21 del 2013 – con un picco di quasi in CIG e degli scoraggiati otteniamo per ottobre un tasso 22 punti nel settembre 2012 – disegnando un percorso di di disoccupazione esteso del 16,0%, stabile rispetto a rapida crescita del disagio sociale, che nel corso del 2013 settembre (tabella 1). appare stabilizzarsi solo grazie al crollo dell’inflazione L’inflazione dei beni e dei servizi ad alta frequenza dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, mentre la di acquisto è diminuita dello 0,2% tornando a livelli disoccupazione estesa appare in costante aumento. 2 Fig. 1 - Misery Index Confcommercio (MIC) 25 20 15 21,5 21,0 10 20,5 5 2013-10 2013-9 2013-10 2013-7 2013-7 2013-8 2013-4 2013-6 2013-1 2013-5 2012-10 2013-3 2013-4 2012-7 2013-2 2012-4 2012-1 2011-10 2011-7 2011-1 2011-4 2010-10 2010-7 2010-1 2013-1 MIC-DISOCC. 2010-4 2009-10 2009-7 2009-1 2009-4 2008-10 2008-7 2008-4 2008-1 2007-10 2007-7 2007-4 2007-1 0 20,0 MIC-INFL. AF Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia su dati ISTAT ed INPS. Legenda: per le definizioni si veda la nota tecnica. I dati degli ultimi due mesi sono frutto di stime (cfr. la nota tecnica a pag. 3). 2 Gli scoraggiati sono definiti come coloro che (1) si dichiarano in cerca di lavoro, (2) sono disponibili a lavorare nelle prossime due settimane e (3) anche se non lo hanno fatto nelle ultime quattro settimane, affermano di aver compiuto una o più azioni di ricerca da 2 a 3 mesi prima dell’intervista.
  • 3. Nota tecnica sul calcolo del Misery Index Confcommercio (MIC) Il Misery Index (MI) tradizionale è dato dalla semplice somma di tasso di disoccupazione e tasso d’inflazione. I pesi assegnati ai due “mali” sono dunque identici e pari a 1. Il Misery Index Confcommercio (MIC) è calcolato in modo da leggere con maggiore precisione la dinamica del disagio sociale, misurato in una metrica macroeconomica. Le due componenti del MIC sono il tasso di disoccupazione esteso, definito più sotto, e la variazione dei prezzi dei beni e dei servizi acquistati in alta frequenza (fonte ISTAT): le dinamiche di prezzo di questo paniere dovrebbero influenzare in modo più diretto la percezione dell’inflazione da parte delle famiglie, correlandosi direttamente con le preoccupazioni (disagio) in merito al proprio potere d’acquisto. Si assegnano pesi diversi alle due componenti, disoccupazione ed inflazione, rispettivamente 1,2647 e 0,7353. Ciò sulla base degli studi scientifici internazionali che, utilizzando dati Eurobarometro sul benessere dei cittadini europei (si veda Di Tella, MacCulloch ed Oswald, 2001), hanno dimostrato come il costo della disoccupazione in termini di soddisfazione di vita sia molto superiore a quello dell’inflazione. D’altra parte, tutte le recenti ricerche sociali evidenziano come prima preoccupazione dei cittadini sia la questione del lavoro, e quindi la paura della disoccupazione. Il Misery Index tradizionale, che assegna pesi uguali ai due mali, tende, dunque, a sottostimare i costi economici, psicologici e sociali - diretti ed indiretti - della disoccupazione. La quantificazione dei due pesi adottata nel MIC si basa sulla regressione 1 della Tabella 2 contenuta in Becchetti, Castriota e Giuntella (2010), in cui si stima che, per lasciare indifferente un cittadino medio europeo, l’aumento di un punto di disoccupazione deve essere compensato da una diminuzione di 1,72 punti di inflazione. Di conseguenza, i pesi della disoccupazione e dell’inflazione valgono, rispettivamente, (1,72/2,72)x2=1,2647 e (1/2,72)x2=0,7353. I pesi sono moltiplicati per due in modo da lasciare la loro somma uguale a due per consentire una lettura non ambigua dei risultati (anche nel calcolo del Misery Index tradizionale la somma dei pesi è pari a due). Il tasso di disoccupazione esteso è il termine in parentesi quadra a destra nella seguente formula: MIC=0,7353 × (infl. AF) + 1,2647 × [(disocc.+FL pot.+ CIG)/(occ.+disocc.+FL pot.) × 100] Al numeratore del tasso di disoccupazione esteso compaiono sia le forze di lavoro potenziali, come definite più sotto, sia i cassaintegrati equivalenti a zero ore. Questo concetto si esemplifica facilmente: se le ore di cassa integrazione sono otto in un giorno, quattro per una persona e quattro per un’altra persona, i cassaintegrati equivalenti sono pari a uno dal momento che un dipendente a tempo pieno lavora otto ore. Le forze di lavoro potenziali correggono opportunamente anche il denominatore, estendendo il concetto tradizionale di forze di lavoro a coloro che hanno svolto l’ultima azione di ricerca da due a tre mesi fa e che, quindi, sono più facilmente assimilabili ai disoccupati che agli inattivi; i cassaintegrati equivalenti, invece, non compaiono al denominatore perché già conteggiati (nella rilevazione dell’ISTAT figurano tra gli occupati). Di seguito la descrizione delle singole variabili e le fonti: - Tasso di inflazione dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto: dati mensili di fonte ISTAT, variazione tendenziale; - Tasso di disoccupazione, occupati e disoccupati: dati mensili destagionalizzati di fonte ISTAT; - Ore CIG: dati mensili INPS sulle ore di CIG effettivamente utilizzate (tiraggio, confronti omogenei); - CIG: numero di CIG-teste, calcolate dividendo le Ore CIG totali per 2000 ore annue (166,6 al mese); - Forze di lavoro potenziali: sottoinsieme delle persone che (1) si dichiarano in cerca di lavoro, (2) sono disponibili a lavorare nelle prossime due settimane e (3) anche se non lo hanno fatto nelle ultime quattro settimane, affermano di aver compiuto una o più azioni di ricerca da 2 a 3 mesi prima dell’intervista. I dati sulle forze lavoro potenziali, forniti dall’ISTAT su base trimestrale, sono stati mensilizzati. Per il presente numero - I dati sulle ore di CIG effettivamente utilizzate negli ultimi due mesi sono stati stimati con TRAMO-SEATS; - I dati sulle forze di lavoro potenziali per gli ultimi due mesi del 2013 sono stimati applicando ai dati trimestrali un modello di previsione che tenga conto delle ciclicità stagionali (le elaborazioni sono state effettuate con TRAMO-SEATS). La previsione è stata poi opportunamente mensilizzata. Riferimenti 1. Becchetti L., Castriota S., Giuntella O. (2010), “The Effects of Age and Job Protection on the Welfare Costs of Inflation and Unemployment”, European Journal of Political Economy, Vol. 26, pp. 137-146. 2. Di Tella R., MacCulloch R., Oswald A. (2001), “Preferences over Inflation and Unemployment: Evidence from Surveys of Happiness”, American Economic Review, Vol. 91, pp. 335-341. Informazioni: Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia · Tel. 06.5866483 Telefax 06.5836757 e-mail: centrostudi@confcommercio.it