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Le bocce: uno sport per
tutte le abilità e per tutte
le culture

Dott.ssa Maria Claudia Cavaliere


Prato 15 febbraio 2013
Le “abilità di vita”.....

Le life skills, ovvero le abilità di vita- al pari
                   delle abilità
 fisiche-, non possono essere raccontate o
      trasmesse tramite la teoria ma sono
              apprese attraverso la
        dimostrazione e la pratica.

                  Dott.ssa Claudia Cavaliere         2
L'EDUCATORE

 L’educatore è colui che aiuta la persona a realizzarsi, la
guida alla personale riflessione e responsabilità, alla sua
specifica umana visione del mondo in ogni momento della
 sua vita e della sua situazione esistenziale. Inizialmente
    l’educatore è colui che si dedica all’ istruzione e al
     governo dei fanciulli, colui che conduce fuori (dal
  significato etimologico di e-ducere) le potenzialità del
minore, le guida e le indirizza sia attraverso un contributo
       di formazione tecnica che di esperienza di vita.
Obiettivi della comunicazione
Per comunicare in maniera efficace
 dobbiamo tenere conto del fatto che


LA COMUNICAZIONE NON E’ MAI
  NEUTRA MA HA SEMPRE UN
         OBIETTIVO
Per essere efficaci…..
Dobbiamo sempre essere consapevoli:

•   Del ruolo dell’educatore
•   Del messaggio che vogliamo inviare
•   Del nostro interlocutore
•   Del nostro stile comunicativo
Nelle bocce……
Considerata la fase evolutiva dei bambini
 che giocano a bocce è importantissimo,
  ispirandosi ai principi e alle tecniche di
questo sport, perseguire la partecipazione
     attiva e prolungata al gioco inteso
       essenzialmente come fonte di
                divertimento.
Motivazione
 E’ fondamentale adattare il gioco e
      l’allenamento alle capacità ed
 aspettative dei bambini in modo che
tutti possano vivere quelle esperienze
    di successo importantissime per
 mantenere sempre vivo l’interesse e
           le motivazioni al gioco.
Il metodo….
Un principio fondamentale della proposta
  sportiva rivolta ai giovani nella scuola è
 quello di privilegiare IL METODO rispetto
              al CONTENUTO.
 Ricordiamoci che la cosa importante in
 questa fase è tutelare il ragazzo e le sue
   aspettative e non il risultato tecnico-
                   sportivo
Modello…..
 Da un punto di vista metodologico si
          procede facendo leva
  sull’apprendimento per imitazione.
Chi si propone come modello eseguirà
   quindi correttamente le abilità che
                insegna.
Approccio…..
 Si parte da un approccio globale al gesto
     tecnico basato proprio sul tentativo di
        riprodurre i modelli conosciuti.
Si passa poi alla precisazione dei particolari
       meno corretti, ponendo attenzione
 dapprima ai più importanti per passare poi
    a quelli successivi dopo aver raggiunto
      una soddisfacente esecuzione degli
               aspetti esaminati.
Correzione degli errori….
Nella correzione degli errori bisogna
    partire dal presupposto che la
tecnica è uno strumento del gioco,
 bisogna quindi far capire al bambino
  che, migliorandola, puà divertirsi di
           più quando gioca.
Che cosa vuol dire allenamento?
• ALLENAMENTO           ---------------- ADATTAMENTO
• ADATTAMENTO= INTELLETTIVO, EMOTIVO, FISICO,
  SOCIALE.
• In età giovanile l'adattamento deve seguire certi criteri:
• ADATTAMENTO PROGRESSIVO
• RISPETTO DELLE TAPPE FORMATIVE
• CONSOLIDAMENTO DELLE SITUAZIONI
  RAGGIUNTE
• VALUTAZIONE E RISPETTO DELL'ETA' BIOLOGICA
Allenare i bambini……
• L'allenamento dell'adulto non può
  essere uguale all'allenamento del
  bambino.
• Devono essere differenti:
              LE PROPOSTE
              LA QUANTITA'
              L' INTENSITA'
Gli obiettivi dell’allenamento
         giovanile sono………
• Apprendimento
• Conoscenza
• Formazione (intellettiva, emotiva,fisica, sociale)
  della personalità
• Miglioramento
• Acquisizione di abilità
• Consolidamento delle abilità
• Capacità di risolvere autonomamente i problemi
• I risultati sono mezzi (indicatori) della
  situazione di apprendimento
Allenare i bambini…..
• UN GRAVE ERRORE E' INTENDERE
  L'ALLENAMENTO INFANTILE COME
  DIMINUZIONE QUANTITATIVA E DI
  INTENSITA' DELL'ALLENAMENTO
  DELL'ADULTO.
• LA DIFFERENZA DOVREBBE ESSERE.
  INVECE SOPRATTUTTO QUALITATIVA E
  TENERE CONTO DELLA NECESSITA' DI
  APPRENDERE DEL BAMBINO E NON DI
  ESSERE ESCLUSIVAMENTE ADDESTRATO
  PER UNO SCOPO, MAGARI PRECOCEMENTE
  ED IN TEMPI PIU' BREVI POSSIBILI
Apprendimento…….
• Apprendere significa essere in grado di
  modificare il proprio comportamento, nel nostro
  caso motorio tramite le esperienze.
• Imparare perfettamente un gesto tecnico ha un
  senso quando questa acquisizione diventa parte
  integrante della crescita della persona, se è
  quindi frutto di un apprendimento intelligente,
  mirato al completamento ed al miglioramento
  delle possibilità individuali.
Apprendimento intelligente….
Perché un apprendimento sia intelligente
 deve coinvolgere totalmente il bambino.
 Egli deve partecipare all'esperienza
 mettendo in gioco tutto se stesso nelle sue
 componenti intellettive, emotive e motorie.
 In caso contrario, se la partecipazione e
 quasi esclusivamente motoria, abbiamo
 solamente addestramento.
Apprendimento corretto…..
• L 'apprendimento corretto rispetta le tappe
  dell’eta' biologica dei bambino e porta
  all’evoluzione positiva della personalità grazie
  alla:
   – - Conquista personale degli obiettivi che diventano
     parte integrante della personalità del bambino
   – - Acquisizione di abilità
   – - Maggior conoscenza di se (limiti e capacità)
   – - Maggior padronanza dei propri mezzi
   – - Sicurezza nelle proprie capacità
   – - Maggior conoscenza e rispetto degli altri
Apprendimento intelligente
•   Coinvolgimento intellettivo emotivo e fisico
•   Attenzione
•   Concentrazione attiva
•   Partecipazione
•   Gioia, piacere
•   Voglia di conoscere
•   Ricerca di novità, di situazioni
•   Voglia di migliorare
•   Voglia di verifica costruttiva
•   Sensazione dell’errore
•   Sensazione dei progressi
Addestramento
•   Condizionamento intellettivo. emotivo e fisico
•   Scarsa attenzione
•   Autoconvinzione
•   Concentrazione imposta
•   Partecipazione imposta
•   Stereotipizzazione dei movimenti
•   Monotonia esecutiva
•   Ricerca spasmodica di perfezione
•   Valutazioni sui risultati
•   Gratificazione in base ai risultati
Se apprende intelligentemente il
            bambino……
• - Sente
•   - Analizza
•   - Ricerca
•   - Associa
•   - Riflette
•   - Modifica
•   L 'errore viene considerato una situazione utile per
    modificare atteggiamenti e strategie e quindi per
    continuare a crescere e migliorare
PASSAGGIO DAL GIOCO ALLO
            SPORT
•   NEL GIOCO:
•   le caratteristiche che contraddistinguono questa fase sono:
•   - l'esplorazione di sé
•   - la conoscenza di sé
•   - esperienze sensoriali
•   - collaudi - prove - verifiche
•   - insuccesso - riprova
•   - successo - progressione - acquisizioni
•   - divertimento - voglia di continuare - gioia - soddisfazione
•   Nel gioco l'impegno fisico può essere più o meno grande.
    L'impegno della personalità è sempre totale
PASSAGGIO DAL GIOCO ALLO
             SPORT
•   NELLA FASE ANTAGONISTlCA
•   il bambino si chiede:
•   - Quanto valgo? …. e quindi:
•   - mi confronto - mi misuro
•   - mi verifico rispetto agli altri
•   - competo
•   - verifico i miei limiti
•   - richiedo il massimo da me stesso
•   - riesco - sono bravo - sono forte- ecc.
•   - acquisto sicurezza - posso osare di più
•   - miglioro
PASSAGGIO DAL GIOCO ALLO
             SPORT
•   LO SPORT
•   Lo SPORT è agonismo, senza agonismo non c'è sport.
•   L’attività sportiva richiede:
•   - grande impegno fisico
•   - grande impegno psichico
•   - grande impegno emotivo
•   - elevate prestazioni
•   - massima capacità di concentrazione
•   - abilità generali e specifiche
•   LO SPORT è selettivo e discriminante per sua natura, quindi esige:
•   - tolleranza alla frustrazione
•   - capacità di analisi del contesto
•   - personalità e preparazione in quanto crea grande stress psicofisico
•   Nel bambino il passaggio dal gioco allo sport deve quindi avvenire
Dal gioco allo sport…….
• Nel bambino il passaggio dal gioco allo sport
  deve quindi avvenire in modo graduale,
  rispettando lo sviluppo dei suoi sistemi
  intellettivo, emotivo ed organico.
• La sua formazione sportiva dovrà essere, al pari
  di quella umana e sociale, basata su una forma
  di apprendimento intelligente e nel rispetto delle
  tappe dell'apprendimento stesso.
CAUSE INTERNE DI
       ABBANDONO (Steiner 82)
• SCARSA REALIZZAZIONE DI SE STESSO: comportamento
  passivo, rassegnato e subordinato
• OBBLIGO A RENDERE: scarsa partecipazione, decisioni non
  autonome risultati non sentiti come progetto della propria attività non
  decisi autonomamente ma come azione inculcata. I risultati vengono
  prodotti senza partecipazione interna
• PROSPETTIVA DI OBIETTIVI A LUNGO TERMINE: obiettivi troppo
  lontani dalla realtà concreta del bambino, mancanza di esperienze
  immediate di successo.
• LA MONOTONIA DELL'ALLENAMENTO: mancanza di gioco e
  divertimento nelle esercitazioni. Allenamento sentito come
  subordinazione totale a determinate norme di rendimento.
• ALLENAMENTO E GARE CON SCOPO DI SELEZIONE: le
  capacità del bambino ed i suoi progressi vengono valutati in base al
  rendimento e ai risultati.
CAUSE INTERNE DI
      ABBANDONO (Steiner 82)
I bisogni infantili sono in questi casi trascurati, quasi in
   modo punitivo, per ottenere uno sviluppo che segua
   queste norme. Il criterio non è più "i progressi del
   singolo individuo", ma le prestazioni “di altri atleti",
   senza sapere come si siano prodotte. Non si crea
   così una motivazione allo sport stabile, interna nel
   bambino, ma una situazione fortemente dipendente
   da fattori e varianti esterne, come: il giudizio degli
   altri, il risultato, la paura, lo stress.
Chiarire sempre quello di cui
        stiamo parlando



Cosa intendiamo per
 comunicazione?
DEFINIZIONI
1- Comunicazione come trasmissione e
  passaggio di informazioni

2- Comunicazione come relazione, mettere
  in comune, comprensione
Elementi della comunicazione
                    NON SI Può FARE A MENO DI COMUNICARE

LA COMUNICAZIONE SODDISFA BISOGNI:
1.       FISICI
2.       D’ IDENTITA’
3.       SOCIALI
4.       PRATICI


                        SI COMUNICA IN TANTI MODI DIVERSI
     (PAROLE, ELEMENTI PARALINGIUSTICI, GESTI, IMMAGINI, MOVIMENTI CORPOREI, DISTANZA, SILENZIO…)



          OGNI NOSTRO COMPORTAMENTO è UNA COMUNICAZIONE

     E’ IMPORTANTE PRESTARE ATTENZIONE ALLE             MODALITA’       CON CUI SI COMUNICA
Saper comunicare….
           SAPER COMUNICARE SIGNIFICA FARSI COMPRENDERE
               FARSI COMPRENDERE SIGNIFICA FARSI CAPIRE


FARSI CAPIRE SIGNIFICA: - ESSERE CHIARI E COMPRENSIBILI
               - SUSCITARE INTERESSE
               - NON ACCONTENTARSI DI TRASMETTERE




COMUNICARE: CUM =        CON    MUNIRE =    LEGARE, COSTRUIRE


    PROCESSO di COSTRUZIONE di SIGNIFICATI COMUNI
                    che METTE IN RELAZIONE due o più persone
A cosa serve saper comunicare
    Se L'allievo non ha
        Imparato.....
   L'insegnante non ha
         Insegnato!
La Comunicazione efficace
PERMETTE di CAPIRE il > N° di COSE RISPETTO a QUELLE DETTE


COME NON FAR FALLIRE LA COMUNICAZIONE?
1.   FACENDO USO DI GESTI, PAROLE, ESEMPI CONCRETI

2.   STIMOLANDO: - RICHIAMARE ATTENZIONE

            - VARIANDO GLI STIMOLI (PAROLE, GESTI TECNICI, ESERCIZI..)

            - COINVOLGENDO (CHIAMANDO PER NOME, CON DOMANDE..)

1.   SCEGLIENDO IL LINGUAGGIO DEL DESTINATARIO

2.   USANDO UN LINGUAGGIO CHIARO, SEMPLICE, CONCISO

3.   PENSANDO ALLE CONSEGUENZE DELLE NOSTRE PAROLE
La comunicazione efficace
E’ QUELLA CHE:

1.   E’ COSTRUTTIVA (PROPONE ALTERNATIVE DI COMPORTAMENTO)

2.   SPIEGA IL PERCHE’ DELLE COSE (SUBITO)

3.   CHIEDE, SENZA IMPORRE

4.   NON CRITICA LA PERSONA, MA IL COMPORTAMENTO
     “Sei una delusione”   “Cerca di farmi capire cosa non riesci a fare”

1.   RINFORZA I RISULATI POSITIVI

2.   SPIEGA LE VITTORIE E LE SCONFITTE

3.   USA PAROLE POSITIVE (EVITA IL “NON”)
Importantissimo!!!!!!!

 PRESERVARE
   SEMPRE LA
  DIMENSIONE
      LUDICA
L’EDUCATORE EFFICACE……..
    –   E’ INTROSPETTIVO

    –   DA FIDUCIA E LIBERTA’

    –   COINVOLGE TUTTI ALLO STESSO MODO

    –   SI PONE OBIETTIVI (per se e per il gruppo) E LI CONDIVIDE

    –   PROGRAMMA LE ATTIVITA’

    –   NON SI ACCONTENTA

    –   CREA UN CLIMA DI SERENITA’

    –   DA RINFORZI POSITIVI

    –   TROVA PIU’ DI UNA SOLUZIONE

    –   RISPETTA E SI FA RISPETTARE




“Il generale Eisenhower era solito collocare in terra una fune per far vedere ai suoi ufficiali
     che, se la spingeva, non otteneva alcun risultato, mentre, se era lui a tirarla, la fune lo
                      avrebbe seguito ovunque lui desiderava che andasse.”
……………
PARLARE OSCURAMENTE LO SA FARE
            OGNUNO.
      CHIARO POCHISSIMI.


          - G. GALILEI -
Uno strumento fondamentale….
             IL FEEDBACK
     Il feedback è l’informazione di ritorno.
 Da Feed (nutrire, alimentare) e Back (indietro)
   E’ l’informazione che serve ad agevolare
                  l’apprendimento.
  Permette a chi ha trasmesso il messaggio di
 capire se l’obiettivo della comunicazione è stato
                      raggiunto
Feedback…
Il feedback è uno straordinario
  strumento per la crescita e la
facilitazione dell’apprendimento.

Il feedback è importante perché
     agisce sulla motivazione.
Il feedback attivo…..

E’ definibile come feedback
 attivo ogni informazione
 relativa ai nostri progressi in
 direzione di mete che ci
 prefiggiamo di raggiungere.
Ricordiamoci sempre che….



    Tutto è
 comunicazione!
Ricordiamoci sempre che….




 Non si può non
  comunicare
Ricordiamoci sempre che….

    Quello che
comunichiamo è ciò
 che l’interlocutore
   ha compreso
Ricordiamoci sempre che….

         La flessibilità
        comunicativa
consente una maggior
  possibilità di essere
              compresi
Ricordiamoci sempre che….

Ogni comunicazione
 avviene attraverso
 due canali
 contemporaneamente
La comunicazione attraverso due
  Materiale cognitivo
                      canali: Materiale Emozionale
       informazioni                            atteggiamenti
       norme                                   apprezzamenti
       consigli                                sentimenti
       idee                                    emozioni
       ipotesi                                 indifferenza
       suggerimenti                            disponibilità
       valutazioni                              rifiuto
       proposte                                 credibilità
Se si comunicano segnali incongruenti e contraddittori fra i due canali,
  il senso del messaggio è dato soprattutto da quello che viene
  compreso sul canale emotivo.
E’ quindi importante ricordare
               che…
Per comunicare in modo efficace si devono
 gestire contemporaneamente tre livelli:

    QUELLO CHE SI DICE
       COME LO SI DICE
       A CHI LO SI DICE
Alcuni suggerimenti
• E’ fondamentale che niente sia noioso e
  che nei ragazzi non insorga mai un senso
  di noia
• Fare molta attenzione al linguaggio che si
  usa: discorsi troppo lunghi e frasi o parole
  troppo tecniche possono risultare
  incomprensibili e ingenerare nei ragazzi
  senso di inadeguatezza
Alcuni suggerimenti
• E’ molto importante verificare
  l’acquisizione dei gesti atletici di base
  prima di proseguire con le abilità più
  complesse , rispetto alle quali i ragazzi
  possono non essere pronti e sperimentare
  una serie di insuccessi
Alcuni suggerimenti
• Allenarsi ad utilizzare efficacemente tutti i canali
  di trasmissione delle informazioni
• E’ necessario far si che ogni ragazzino trovi lo
  spazio per un proprio miglioramento personale
• Durante il processo di apprendimento è
  opportuno usare in modo adeguato e senza
  abusarne il commento positivo,la lode e limitare
  quello negativo e le punizioni.
Alcuni suggerimenti
• Le affermazioni che commentano un
  insuccesso o una cosa fatta male possono
  aiutare a costruire l’autostima solo quando
  mostrano interesse nei confronti dell’altro ,
  lo rispettano e lo invitano a migliorare.
• I ragazzi riescono ad apprendere più
  velocemente e a crescere se si sentono
  parte attiva di un progetto.
L’educatore e le emozioni
• Come educatore l’allenatore ha il compito
  fondamentale di insegnare ai ragazzi ad
  accettare, a gestire, a vivere, ad esprimere e a
  condividere le proprie emozioni e soprattutto a
  comprendere che ogni emozione non è buona o
  cattiva in sé ma è una porta verso una maggiore
  conoscenza di sé e dei propri bisogni.
L’educatore come adulto
               autorevole
“Life coach è l’educatore che, nel momento in cui i
   suoi ragazzi lo eleggono a figura di
attaccamento, sa funzionare come base sicura. È
   anche l’educatore sportivo che offre ai ragazzi la
   possibilità di riflettere sugli eventi e di attribuire ad
   essi valore e significati. La capacità di pensare, di
   comprendere i propri stati d‘animo, di rappresentarsi
   mentalmente i propri bisogni e le risposte che ad
   essi vengono date, è una competenza
   estremamente importante che risulta essere un
   elemento fondamentale per la salute mentale”.
L’educatore come base sicura
L’educatore può essere base sicura per i propri
  ragazzi quando risponde alle loro esigenze di
calore, vicinanza, accoglienza e comprensione, ma
  anche quando:
Incoraggia la loro autonomia e la loro capacità di
  autogestirsi;
Trasmette loro fiducia e rispetto e sottintende
  sempre che pensa che siano persone di
valore.
Comunicazione e relazione
La comunicazione è la base della relazione, in
  un certo senso è la relazione.
Nella vita di un bambino la comunicazione è vitale
  perché è attraverso i messaggi che il
mondo invia al bambino stesso che egli ha idea di
  chi sia, del suo valore personale, del suo
essere benvenuto e ben accolto nel mondo .
Soprattutto con i bambini
Quale è la buona comunicazione?
Quella che
• si basa sul rispetto reciproco;
• riconosce il valore dell’altro come
  persona.
Soprattutto con i bambini
• pensare prima di parlare;
• esprimere in maniera consapevole ed organizzata
   i propri sentimenti e pensieri
prefigurandosi quali saranno l’impatto emotivo e le
   reazioni dell’altro.
Inoltre:
La buona comunicazione è quella che parte dalla
   conoscenza di chi sia l’altro, nella
consapevolezza che nessun messaggio può essere
   efficace se ferisce.
Comunicazione con le famiglie
       e gli insegnanti
Tra famiglia, scuola e educatore si deve stabilire
   un’alleanza che ha fra i suoi obiettivi il
benessere psicofisico del ragazzo, il potenziamento
   delle sue capacità, la crescita
armoniosa del suo fisico e della sua mente.
In linea preventiva una buona strada per evitare equivoci e
   fraintendimenti è quella di creare
occasioni formali ed istituzionalizzate di incontro fra
   educatori e insegnanti da un lato e
genitori dall’altro.
Le espressioni non verbali
Posture:
Tenere un atteggiamento rilassato sia in piedi che da
  seduto
Nelle situazioni di spogliatoio e in campo l’educatore è
  opportuno che mostri ai ragazzi il suo corpo di fronte, in
  un atteggiamento di apertura non distorto.
Evitare le braccia conserte, le mani sui fianchi e sulla testa:
  sono posizioni che manifestano in talune circostanze, un
  atteggiamento autoritario, giudicante e di intolleranza agli
  errori.
Le espressioni non verbali
La distanza fra gli interlocutori: da sottolineare l’importanza
  delle strette di mano, degli abbracci e così via, con cui un
  educatore manifesta il proprio affetto, la propria accettazione
  ed il sostegno incondizionato ai ragazzi: E’ QUESTO CHE
  LORO SI ASPETTANO DI RICEVERE!
Quando ci si rivolge ad un singolo bisogna andargli vicino ad
  una distanza di quasi contatto fisico, guardarlo negli occhi,
  orientare il corpo, anche abbassandosi su di lui.
Quando si parla al gruppo l’ideale è disporlo intorno a sé a
  semicerchio in modo che si possa far scorrere il proprio
  sguardo su tutti. Questo confermerà anche il legame che li
  unisce.
Le espressioni non verbali
Movimenti del corpo:
I movimenti del corpo devono essere lenti e mai a scatti per non
   far passare nervosismo. E’ importante ricordare che ogni
   mossa che fa il corpo dell’educatore riflette come esso
   partecipa emotivamente al gioco.
Un educatore che si muove molto lungo il campo senza motivo
   può essere vissuto come una persona agitata e l’ansia viene
   trasmessa loro con grande facilità.
Se invece è bloccato, irrigidito, comunica ai ragazzi un senso di
   paura, di indecisione e anche un giudizio critico o di
   insoddisfazione.
Le espressioni non verbali
La gestualità
I gesti delle mani hanno un forte potere comunicativo. Il palmo
    spostato verso il basso è un segnale che invita alla calma
    (tutti e due, il segnale è ancora più forte)
Il pollice alzato indica soddisfazione (va bene ok), con effetti
    motivanti e di stima.
Applaudire i bambini dopo un buon comportamento è segno di
    soddisfazione ed ha valore di premio sia per il singolo che per
    il gruppo.
Indicare con l’indice il proprio occhio vuol dire per i bambini fare
    più attenzione.
Le espressioni non verbali
Sollevare una o entrambe le mani significa richiamare
   l’attenzione di qualcuno.
Il palmo della mano mosso avanti o indietro, di qua o
   di là rispetto al campo, comunica ai piccoli giocatori i
   movimenti da eseguire durante la gara.
Attenzione a non usare gesti troppo legati alla tecnica-
   tattica che ancora non servono e complicano il
   codice comunicativo!
Le espressioni non verbali
La mimica facciale, le espressioni del viso:
Il sorriso condensa in sé tanti messaggi positivi: fiducia, piacere,
    rinforzo, incoraggiamento, lode, sdrammatizzazione, ricarica,
    rasserenamento degli animi.
Il contatto degli occhi educatore-bambino , il saper guardare
    negli occhi i propri ragazzi quando ci si rivolge a loro, è un
    fatto essenziale per far passare qualsiasi contenuto della
    comunicazione. Questo crea un legame empatico, si attira
    l’attenzione dei bambini e la loro mente (memoria-
    apprendimento) risulta più attiva.
Psicolinguistica sportiva
 Alcune parole chiave da utilizzare con i bambini
                         fino a 8 anni
        RELAZIONE DOMINANTE E’ L’IO-TU
Verbi:accogliere- aiutare- ambientare- ascoltare-
  conoscere- educare- esplorare- divertire- giocare-
  gioire- gratificare- imitare- incoraggiare- indicare-
  lodare- modellare- mostrare- motivare- osservare-
  proteggere- ridere- rinforzare- rispettare-
  sdrammatizzare-sognare-sostenere.
Psicolinguistica sportiva
• Gioca e divertiti
• Stai tranquillo, gioca come piace a te, sii spontaneo
  ed entusiasta
• Guarda bene come faccio io e come fanno gli altri
  tuoi compagni
• Sto vicino a te per aiutarti
• Bravissimo vedo che partecipi con grande passione
  ai giochi……..
• Altre simili………………….
Psicolinguistica sportiva
Alcune parole chiave da utilizzare con i bambini fino da
                      8 a 10 anni
 PREVALENZA NEI RAPPORTI L’IO CON GLI ALTRI IN
                        INTERAZIONE
Accettare- adattare- ampliare- avere fiducia- confrontare-
  consolidare- differenziare- diversificare- divertire-
  elogiare- esplorare- essere di esempio-generare-
  guidare-immaginare- incoraggiare-incrementare- intuire-
  orientare- rassicurare- sperimentare – stabilizzare-
  stimolare- trovare (insieme)- variare
Psicolinguistica sportiva
•   Sii fiducioso con te stesso e verso gli altri
•   Gioca con piacere con i tuoi compagni
•   Quando giocate metteteci tutto il vostro entusiasmo
•   Cerca di muoverti in questo modo
•   Forse è meglio che provi a fare così
•   Sono contento quando vedo che vi state appassionando
•   Mi fa molto piacere quando vedo che vi osservate l’un l’altro
•   Siete stati tutti molto bravi: complimenti ragazzi!
•   Altre simili……………………
Psicolinguistica sportiva
Alcune parole chiave da utilizzare con i bambini
               fino da 10 a 12 anni
    INIZIA IL PERIODO DELLA VOGLIA DI
   APPARTENERE AL GRUPPO. CRESCE IL
BISOGNO DI CONOSCENZA DEL SINGOLO E LA
     MOTIVAZIONE AD APPRENDERE PER
            MIGLIORARE A GIOCARE
Psicolinguistica sportiva
Affinare- apprendere- avere stima- confrontare-
  consolidare- coordinare- divertire- gratificare-
  incrementare- insegnare- integrare-
  intraprendere- mantenere- migliorare-
  organizzare- potenziare- richiamare- riflettere-
  rinforzare- risolvere- saper dire di NO- scegliere-
  stare insieme- strutturare- suggerire
Psicolinguistica sportiva
• Va tutto bene, solo in questo aspetto o in questo gesto
  potresti fare anche così…o evitare questo movimento
• Cercate di fare attenzione quando (o cerca)
• Per il resto siete tutti bravi
• Tu che ne pensi…o voi cosa ne pensate?
• A tuo avviso come potresti fare meglio questa cosa?
• E’ fondamentale il rispetto
• Cerca di collaborare di più con i tuoi amici mentre giochi
Scuola e sport.....

        Molteplici ricerche dimostrano che:
Secondo un vecchio stereotipo: “lo sport sottrae tempo
                       allo studio”
  Secondo la nuova prospettiva evolutiva “Lo sport
         contribuisce alla formazione globale”




                    Dott.ssa Claudia Cavaliere       72
Le “abilità di vita”.....
   In termine tecnico “Life skills”, sono
competenze ritenute centrali per accrescere le
  capacità individuali di orientamento e
   di adattamento autonomo al mondo
      circostante, che sostengono un
  atteggiamento positivo e di fiducia nei
     confronti di sé e della propria vita
                (Caprara, 2001)


                Dott.ssa Claudia Cavaliere   73
Le “abilità di vita”.....

Le life skills, ovvero le abilità di vita- al pari
                   delle abilità
 fisiche-, non possono essere raccontate o
      trasmesse tramite la teoria ma sono
              apprese attraverso la
        dimostrazione e la pratica.

                  Dott.ssa Claudia Cavaliere         74
Il gioco......

Il gioco è uno dei più straordinari paradossi con i
  quali ci troviamo ad avere a che fare: il bambino
     nel gioco fa quel che più desidera, perchè il
               gioco è legato al piacere.
Nello stesso tempo però impara anche a seguire
   le regole, a sottomettersi ad esse, a rinunciare
       ad agire secondo l'impulso immediato...


                   Dott.ssa Claudia Cavaliere     75
Scuola e sport.....
 Molteplici ricerche dimostrano
                che:
Secondo un vecchio stereotipo:
   “lo sport sottrae tempo allo
               studio”
 Secondo la nuova prospettiva
 evolutiva “Lo sport contribuisce
     alla formazione globale”
            Dott.ssa Claudia Cavaliere   76
• Per concludere citando EINSTEIN


• “NONPUOI DIRE DI SAPERE
 VERAMENTE UNA COSA
 FINCHE’ NON SEI IN GRADO DI
 SPIEGARLA A TUA NONNA!

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Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le culture

  • 1. Le bocce: uno sport per tutte le abilità e per tutte le culture Dott.ssa Maria Claudia Cavaliere Prato 15 febbraio 2013
  • 2. Le “abilità di vita”..... Le life skills, ovvero le abilità di vita- al pari delle abilità fisiche-, non possono essere raccontate o trasmesse tramite la teoria ma sono apprese attraverso la dimostrazione e la pratica. Dott.ssa Claudia Cavaliere 2
  • 3. L'EDUCATORE L’educatore è colui che aiuta la persona a realizzarsi, la guida alla personale riflessione e responsabilità, alla sua specifica umana visione del mondo in ogni momento della sua vita e della sua situazione esistenziale. Inizialmente l’educatore è colui che si dedica all’ istruzione e al governo dei fanciulli, colui che conduce fuori (dal significato etimologico di e-ducere) le potenzialità del minore, le guida e le indirizza sia attraverso un contributo di formazione tecnica che di esperienza di vita.
  • 4. Obiettivi della comunicazione Per comunicare in maniera efficace dobbiamo tenere conto del fatto che LA COMUNICAZIONE NON E’ MAI NEUTRA MA HA SEMPRE UN OBIETTIVO
  • 5. Per essere efficaci….. Dobbiamo sempre essere consapevoli: • Del ruolo dell’educatore • Del messaggio che vogliamo inviare • Del nostro interlocutore • Del nostro stile comunicativo
  • 6. Nelle bocce…… Considerata la fase evolutiva dei bambini che giocano a bocce è importantissimo, ispirandosi ai principi e alle tecniche di questo sport, perseguire la partecipazione attiva e prolungata al gioco inteso essenzialmente come fonte di divertimento.
  • 7. Motivazione E’ fondamentale adattare il gioco e l’allenamento alle capacità ed aspettative dei bambini in modo che tutti possano vivere quelle esperienze di successo importantissime per mantenere sempre vivo l’interesse e le motivazioni al gioco.
  • 8. Il metodo…. Un principio fondamentale della proposta sportiva rivolta ai giovani nella scuola è quello di privilegiare IL METODO rispetto al CONTENUTO. Ricordiamoci che la cosa importante in questa fase è tutelare il ragazzo e le sue aspettative e non il risultato tecnico- sportivo
  • 9. Modello….. Da un punto di vista metodologico si procede facendo leva sull’apprendimento per imitazione. Chi si propone come modello eseguirà quindi correttamente le abilità che insegna.
  • 10. Approccio….. Si parte da un approccio globale al gesto tecnico basato proprio sul tentativo di riprodurre i modelli conosciuti. Si passa poi alla precisazione dei particolari meno corretti, ponendo attenzione dapprima ai più importanti per passare poi a quelli successivi dopo aver raggiunto una soddisfacente esecuzione degli aspetti esaminati.
  • 11. Correzione degli errori…. Nella correzione degli errori bisogna partire dal presupposto che la tecnica è uno strumento del gioco, bisogna quindi far capire al bambino che, migliorandola, puà divertirsi di più quando gioca.
  • 12. Che cosa vuol dire allenamento? • ALLENAMENTO ---------------- ADATTAMENTO • ADATTAMENTO= INTELLETTIVO, EMOTIVO, FISICO, SOCIALE. • In età giovanile l'adattamento deve seguire certi criteri: • ADATTAMENTO PROGRESSIVO • RISPETTO DELLE TAPPE FORMATIVE • CONSOLIDAMENTO DELLE SITUAZIONI RAGGIUNTE • VALUTAZIONE E RISPETTO DELL'ETA' BIOLOGICA
  • 13. Allenare i bambini…… • L'allenamento dell'adulto non può essere uguale all'allenamento del bambino. • Devono essere differenti: LE PROPOSTE LA QUANTITA' L' INTENSITA'
  • 14. Gli obiettivi dell’allenamento giovanile sono……… • Apprendimento • Conoscenza • Formazione (intellettiva, emotiva,fisica, sociale) della personalità • Miglioramento • Acquisizione di abilità • Consolidamento delle abilità • Capacità di risolvere autonomamente i problemi • I risultati sono mezzi (indicatori) della situazione di apprendimento
  • 15. Allenare i bambini….. • UN GRAVE ERRORE E' INTENDERE L'ALLENAMENTO INFANTILE COME DIMINUZIONE QUANTITATIVA E DI INTENSITA' DELL'ALLENAMENTO DELL'ADULTO. • LA DIFFERENZA DOVREBBE ESSERE. INVECE SOPRATTUTTO QUALITATIVA E TENERE CONTO DELLA NECESSITA' DI APPRENDERE DEL BAMBINO E NON DI ESSERE ESCLUSIVAMENTE ADDESTRATO PER UNO SCOPO, MAGARI PRECOCEMENTE ED IN TEMPI PIU' BREVI POSSIBILI
  • 16. Apprendimento……. • Apprendere significa essere in grado di modificare il proprio comportamento, nel nostro caso motorio tramite le esperienze. • Imparare perfettamente un gesto tecnico ha un senso quando questa acquisizione diventa parte integrante della crescita della persona, se è quindi frutto di un apprendimento intelligente, mirato al completamento ed al miglioramento delle possibilità individuali.
  • 17. Apprendimento intelligente…. Perché un apprendimento sia intelligente deve coinvolgere totalmente il bambino. Egli deve partecipare all'esperienza mettendo in gioco tutto se stesso nelle sue componenti intellettive, emotive e motorie. In caso contrario, se la partecipazione e quasi esclusivamente motoria, abbiamo solamente addestramento.
  • 18. Apprendimento corretto….. • L 'apprendimento corretto rispetta le tappe dell’eta' biologica dei bambino e porta all’evoluzione positiva della personalità grazie alla: – - Conquista personale degli obiettivi che diventano parte integrante della personalità del bambino – - Acquisizione di abilità – - Maggior conoscenza di se (limiti e capacità) – - Maggior padronanza dei propri mezzi – - Sicurezza nelle proprie capacità – - Maggior conoscenza e rispetto degli altri
  • 19. Apprendimento intelligente • Coinvolgimento intellettivo emotivo e fisico • Attenzione • Concentrazione attiva • Partecipazione • Gioia, piacere • Voglia di conoscere • Ricerca di novità, di situazioni • Voglia di migliorare • Voglia di verifica costruttiva • Sensazione dell’errore • Sensazione dei progressi
  • 20. Addestramento • Condizionamento intellettivo. emotivo e fisico • Scarsa attenzione • Autoconvinzione • Concentrazione imposta • Partecipazione imposta • Stereotipizzazione dei movimenti • Monotonia esecutiva • Ricerca spasmodica di perfezione • Valutazioni sui risultati • Gratificazione in base ai risultati
  • 21. Se apprende intelligentemente il bambino…… • - Sente • - Analizza • - Ricerca • - Associa • - Riflette • - Modifica • L 'errore viene considerato una situazione utile per modificare atteggiamenti e strategie e quindi per continuare a crescere e migliorare
  • 22. PASSAGGIO DAL GIOCO ALLO SPORT • NEL GIOCO: • le caratteristiche che contraddistinguono questa fase sono: • - l'esplorazione di sé • - la conoscenza di sé • - esperienze sensoriali • - collaudi - prove - verifiche • - insuccesso - riprova • - successo - progressione - acquisizioni • - divertimento - voglia di continuare - gioia - soddisfazione • Nel gioco l'impegno fisico può essere più o meno grande. L'impegno della personalità è sempre totale
  • 23. PASSAGGIO DAL GIOCO ALLO SPORT • NELLA FASE ANTAGONISTlCA • il bambino si chiede: • - Quanto valgo? …. e quindi: • - mi confronto - mi misuro • - mi verifico rispetto agli altri • - competo • - verifico i miei limiti • - richiedo il massimo da me stesso • - riesco - sono bravo - sono forte- ecc. • - acquisto sicurezza - posso osare di più • - miglioro
  • 24. PASSAGGIO DAL GIOCO ALLO SPORT • LO SPORT • Lo SPORT è agonismo, senza agonismo non c'è sport. • L’attività sportiva richiede: • - grande impegno fisico • - grande impegno psichico • - grande impegno emotivo • - elevate prestazioni • - massima capacità di concentrazione • - abilità generali e specifiche • LO SPORT è selettivo e discriminante per sua natura, quindi esige: • - tolleranza alla frustrazione • - capacità di analisi del contesto • - personalità e preparazione in quanto crea grande stress psicofisico • Nel bambino il passaggio dal gioco allo sport deve quindi avvenire
  • 25. Dal gioco allo sport……. • Nel bambino il passaggio dal gioco allo sport deve quindi avvenire in modo graduale, rispettando lo sviluppo dei suoi sistemi intellettivo, emotivo ed organico. • La sua formazione sportiva dovrà essere, al pari di quella umana e sociale, basata su una forma di apprendimento intelligente e nel rispetto delle tappe dell'apprendimento stesso.
  • 26. CAUSE INTERNE DI ABBANDONO (Steiner 82) • SCARSA REALIZZAZIONE DI SE STESSO: comportamento passivo, rassegnato e subordinato • OBBLIGO A RENDERE: scarsa partecipazione, decisioni non autonome risultati non sentiti come progetto della propria attività non decisi autonomamente ma come azione inculcata. I risultati vengono prodotti senza partecipazione interna • PROSPETTIVA DI OBIETTIVI A LUNGO TERMINE: obiettivi troppo lontani dalla realtà concreta del bambino, mancanza di esperienze immediate di successo. • LA MONOTONIA DELL'ALLENAMENTO: mancanza di gioco e divertimento nelle esercitazioni. Allenamento sentito come subordinazione totale a determinate norme di rendimento. • ALLENAMENTO E GARE CON SCOPO DI SELEZIONE: le capacità del bambino ed i suoi progressi vengono valutati in base al rendimento e ai risultati.
  • 27. CAUSE INTERNE DI ABBANDONO (Steiner 82) I bisogni infantili sono in questi casi trascurati, quasi in modo punitivo, per ottenere uno sviluppo che segua queste norme. Il criterio non è più "i progressi del singolo individuo", ma le prestazioni “di altri atleti", senza sapere come si siano prodotte. Non si crea così una motivazione allo sport stabile, interna nel bambino, ma una situazione fortemente dipendente da fattori e varianti esterne, come: il giudizio degli altri, il risultato, la paura, lo stress.
  • 28. Chiarire sempre quello di cui stiamo parlando Cosa intendiamo per comunicazione?
  • 29. DEFINIZIONI 1- Comunicazione come trasmissione e passaggio di informazioni 2- Comunicazione come relazione, mettere in comune, comprensione
  • 30. Elementi della comunicazione NON SI Può FARE A MENO DI COMUNICARE LA COMUNICAZIONE SODDISFA BISOGNI: 1. FISICI 2. D’ IDENTITA’ 3. SOCIALI 4. PRATICI SI COMUNICA IN TANTI MODI DIVERSI (PAROLE, ELEMENTI PARALINGIUSTICI, GESTI, IMMAGINI, MOVIMENTI CORPOREI, DISTANZA, SILENZIO…) OGNI NOSTRO COMPORTAMENTO è UNA COMUNICAZIONE E’ IMPORTANTE PRESTARE ATTENZIONE ALLE MODALITA’ CON CUI SI COMUNICA
  • 31. Saper comunicare…. SAPER COMUNICARE SIGNIFICA FARSI COMPRENDERE FARSI COMPRENDERE SIGNIFICA FARSI CAPIRE FARSI CAPIRE SIGNIFICA: - ESSERE CHIARI E COMPRENSIBILI - SUSCITARE INTERESSE - NON ACCONTENTARSI DI TRASMETTERE COMUNICARE: CUM = CON MUNIRE = LEGARE, COSTRUIRE PROCESSO di COSTRUZIONE di SIGNIFICATI COMUNI che METTE IN RELAZIONE due o più persone
  • 32. A cosa serve saper comunicare Se L'allievo non ha Imparato..... L'insegnante non ha Insegnato!
  • 33. La Comunicazione efficace PERMETTE di CAPIRE il > N° di COSE RISPETTO a QUELLE DETTE COME NON FAR FALLIRE LA COMUNICAZIONE? 1. FACENDO USO DI GESTI, PAROLE, ESEMPI CONCRETI 2. STIMOLANDO: - RICHIAMARE ATTENZIONE - VARIANDO GLI STIMOLI (PAROLE, GESTI TECNICI, ESERCIZI..) - COINVOLGENDO (CHIAMANDO PER NOME, CON DOMANDE..) 1. SCEGLIENDO IL LINGUAGGIO DEL DESTINATARIO 2. USANDO UN LINGUAGGIO CHIARO, SEMPLICE, CONCISO 3. PENSANDO ALLE CONSEGUENZE DELLE NOSTRE PAROLE
  • 34. La comunicazione efficace E’ QUELLA CHE: 1. E’ COSTRUTTIVA (PROPONE ALTERNATIVE DI COMPORTAMENTO) 2. SPIEGA IL PERCHE’ DELLE COSE (SUBITO) 3. CHIEDE, SENZA IMPORRE 4. NON CRITICA LA PERSONA, MA IL COMPORTAMENTO “Sei una delusione” “Cerca di farmi capire cosa non riesci a fare” 1. RINFORZA I RISULATI POSITIVI 2. SPIEGA LE VITTORIE E LE SCONFITTE 3. USA PAROLE POSITIVE (EVITA IL “NON”)
  • 35. Importantissimo!!!!!!! PRESERVARE SEMPRE LA DIMENSIONE LUDICA
  • 36. L’EDUCATORE EFFICACE…….. – E’ INTROSPETTIVO – DA FIDUCIA E LIBERTA’ – COINVOLGE TUTTI ALLO STESSO MODO – SI PONE OBIETTIVI (per se e per il gruppo) E LI CONDIVIDE – PROGRAMMA LE ATTIVITA’ – NON SI ACCONTENTA – CREA UN CLIMA DI SERENITA’ – DA RINFORZI POSITIVI – TROVA PIU’ DI UNA SOLUZIONE – RISPETTA E SI FA RISPETTARE “Il generale Eisenhower era solito collocare in terra una fune per far vedere ai suoi ufficiali che, se la spingeva, non otteneva alcun risultato, mentre, se era lui a tirarla, la fune lo avrebbe seguito ovunque lui desiderava che andasse.”
  • 37. …………… PARLARE OSCURAMENTE LO SA FARE OGNUNO. CHIARO POCHISSIMI. - G. GALILEI -
  • 38. Uno strumento fondamentale…. IL FEEDBACK Il feedback è l’informazione di ritorno. Da Feed (nutrire, alimentare) e Back (indietro) E’ l’informazione che serve ad agevolare l’apprendimento. Permette a chi ha trasmesso il messaggio di capire se l’obiettivo della comunicazione è stato raggiunto
  • 39. Feedback… Il feedback è uno straordinario strumento per la crescita e la facilitazione dell’apprendimento. Il feedback è importante perché agisce sulla motivazione.
  • 40. Il feedback attivo….. E’ definibile come feedback attivo ogni informazione relativa ai nostri progressi in direzione di mete che ci prefiggiamo di raggiungere.
  • 41. Ricordiamoci sempre che…. Tutto è comunicazione!
  • 42. Ricordiamoci sempre che…. Non si può non comunicare
  • 43. Ricordiamoci sempre che…. Quello che comunichiamo è ciò che l’interlocutore ha compreso
  • 44. Ricordiamoci sempre che…. La flessibilità comunicativa consente una maggior possibilità di essere compresi
  • 45. Ricordiamoci sempre che…. Ogni comunicazione avviene attraverso due canali contemporaneamente
  • 46. La comunicazione attraverso due Materiale cognitivo canali: Materiale Emozionale informazioni atteggiamenti norme apprezzamenti consigli sentimenti idee emozioni ipotesi indifferenza suggerimenti disponibilità valutazioni rifiuto proposte credibilità Se si comunicano segnali incongruenti e contraddittori fra i due canali, il senso del messaggio è dato soprattutto da quello che viene compreso sul canale emotivo.
  • 47. E’ quindi importante ricordare che… Per comunicare in modo efficace si devono gestire contemporaneamente tre livelli: QUELLO CHE SI DICE COME LO SI DICE A CHI LO SI DICE
  • 48. Alcuni suggerimenti • E’ fondamentale che niente sia noioso e che nei ragazzi non insorga mai un senso di noia • Fare molta attenzione al linguaggio che si usa: discorsi troppo lunghi e frasi o parole troppo tecniche possono risultare incomprensibili e ingenerare nei ragazzi senso di inadeguatezza
  • 49. Alcuni suggerimenti • E’ molto importante verificare l’acquisizione dei gesti atletici di base prima di proseguire con le abilità più complesse , rispetto alle quali i ragazzi possono non essere pronti e sperimentare una serie di insuccessi
  • 50. Alcuni suggerimenti • Allenarsi ad utilizzare efficacemente tutti i canali di trasmissione delle informazioni • E’ necessario far si che ogni ragazzino trovi lo spazio per un proprio miglioramento personale • Durante il processo di apprendimento è opportuno usare in modo adeguato e senza abusarne il commento positivo,la lode e limitare quello negativo e le punizioni.
  • 51. Alcuni suggerimenti • Le affermazioni che commentano un insuccesso o una cosa fatta male possono aiutare a costruire l’autostima solo quando mostrano interesse nei confronti dell’altro , lo rispettano e lo invitano a migliorare. • I ragazzi riescono ad apprendere più velocemente e a crescere se si sentono parte attiva di un progetto.
  • 52. L’educatore e le emozioni • Come educatore l’allenatore ha il compito fondamentale di insegnare ai ragazzi ad accettare, a gestire, a vivere, ad esprimere e a condividere le proprie emozioni e soprattutto a comprendere che ogni emozione non è buona o cattiva in sé ma è una porta verso una maggiore conoscenza di sé e dei propri bisogni.
  • 53. L’educatore come adulto autorevole “Life coach è l’educatore che, nel momento in cui i suoi ragazzi lo eleggono a figura di attaccamento, sa funzionare come base sicura. È anche l’educatore sportivo che offre ai ragazzi la possibilità di riflettere sugli eventi e di attribuire ad essi valore e significati. La capacità di pensare, di comprendere i propri stati d‘animo, di rappresentarsi mentalmente i propri bisogni e le risposte che ad essi vengono date, è una competenza estremamente importante che risulta essere un elemento fondamentale per la salute mentale”.
  • 54. L’educatore come base sicura L’educatore può essere base sicura per i propri ragazzi quando risponde alle loro esigenze di calore, vicinanza, accoglienza e comprensione, ma anche quando: Incoraggia la loro autonomia e la loro capacità di autogestirsi; Trasmette loro fiducia e rispetto e sottintende sempre che pensa che siano persone di valore.
  • 55. Comunicazione e relazione La comunicazione è la base della relazione, in un certo senso è la relazione. Nella vita di un bambino la comunicazione è vitale perché è attraverso i messaggi che il mondo invia al bambino stesso che egli ha idea di chi sia, del suo valore personale, del suo essere benvenuto e ben accolto nel mondo .
  • 56. Soprattutto con i bambini Quale è la buona comunicazione? Quella che • si basa sul rispetto reciproco; • riconosce il valore dell’altro come persona.
  • 57. Soprattutto con i bambini • pensare prima di parlare; • esprimere in maniera consapevole ed organizzata i propri sentimenti e pensieri prefigurandosi quali saranno l’impatto emotivo e le reazioni dell’altro. Inoltre: La buona comunicazione è quella che parte dalla conoscenza di chi sia l’altro, nella consapevolezza che nessun messaggio può essere efficace se ferisce.
  • 58. Comunicazione con le famiglie e gli insegnanti Tra famiglia, scuola e educatore si deve stabilire un’alleanza che ha fra i suoi obiettivi il benessere psicofisico del ragazzo, il potenziamento delle sue capacità, la crescita armoniosa del suo fisico e della sua mente. In linea preventiva una buona strada per evitare equivoci e fraintendimenti è quella di creare occasioni formali ed istituzionalizzate di incontro fra educatori e insegnanti da un lato e genitori dall’altro.
  • 59. Le espressioni non verbali Posture: Tenere un atteggiamento rilassato sia in piedi che da seduto Nelle situazioni di spogliatoio e in campo l’educatore è opportuno che mostri ai ragazzi il suo corpo di fronte, in un atteggiamento di apertura non distorto. Evitare le braccia conserte, le mani sui fianchi e sulla testa: sono posizioni che manifestano in talune circostanze, un atteggiamento autoritario, giudicante e di intolleranza agli errori.
  • 60. Le espressioni non verbali La distanza fra gli interlocutori: da sottolineare l’importanza delle strette di mano, degli abbracci e così via, con cui un educatore manifesta il proprio affetto, la propria accettazione ed il sostegno incondizionato ai ragazzi: E’ QUESTO CHE LORO SI ASPETTANO DI RICEVERE! Quando ci si rivolge ad un singolo bisogna andargli vicino ad una distanza di quasi contatto fisico, guardarlo negli occhi, orientare il corpo, anche abbassandosi su di lui. Quando si parla al gruppo l’ideale è disporlo intorno a sé a semicerchio in modo che si possa far scorrere il proprio sguardo su tutti. Questo confermerà anche il legame che li unisce.
  • 61. Le espressioni non verbali Movimenti del corpo: I movimenti del corpo devono essere lenti e mai a scatti per non far passare nervosismo. E’ importante ricordare che ogni mossa che fa il corpo dell’educatore riflette come esso partecipa emotivamente al gioco. Un educatore che si muove molto lungo il campo senza motivo può essere vissuto come una persona agitata e l’ansia viene trasmessa loro con grande facilità. Se invece è bloccato, irrigidito, comunica ai ragazzi un senso di paura, di indecisione e anche un giudizio critico o di insoddisfazione.
  • 62. Le espressioni non verbali La gestualità I gesti delle mani hanno un forte potere comunicativo. Il palmo spostato verso il basso è un segnale che invita alla calma (tutti e due, il segnale è ancora più forte) Il pollice alzato indica soddisfazione (va bene ok), con effetti motivanti e di stima. Applaudire i bambini dopo un buon comportamento è segno di soddisfazione ed ha valore di premio sia per il singolo che per il gruppo. Indicare con l’indice il proprio occhio vuol dire per i bambini fare più attenzione.
  • 63. Le espressioni non verbali Sollevare una o entrambe le mani significa richiamare l’attenzione di qualcuno. Il palmo della mano mosso avanti o indietro, di qua o di là rispetto al campo, comunica ai piccoli giocatori i movimenti da eseguire durante la gara. Attenzione a non usare gesti troppo legati alla tecnica- tattica che ancora non servono e complicano il codice comunicativo!
  • 64. Le espressioni non verbali La mimica facciale, le espressioni del viso: Il sorriso condensa in sé tanti messaggi positivi: fiducia, piacere, rinforzo, incoraggiamento, lode, sdrammatizzazione, ricarica, rasserenamento degli animi. Il contatto degli occhi educatore-bambino , il saper guardare negli occhi i propri ragazzi quando ci si rivolge a loro, è un fatto essenziale per far passare qualsiasi contenuto della comunicazione. Questo crea un legame empatico, si attira l’attenzione dei bambini e la loro mente (memoria- apprendimento) risulta più attiva.
  • 65. Psicolinguistica sportiva Alcune parole chiave da utilizzare con i bambini fino a 8 anni RELAZIONE DOMINANTE E’ L’IO-TU Verbi:accogliere- aiutare- ambientare- ascoltare- conoscere- educare- esplorare- divertire- giocare- gioire- gratificare- imitare- incoraggiare- indicare- lodare- modellare- mostrare- motivare- osservare- proteggere- ridere- rinforzare- rispettare- sdrammatizzare-sognare-sostenere.
  • 66. Psicolinguistica sportiva • Gioca e divertiti • Stai tranquillo, gioca come piace a te, sii spontaneo ed entusiasta • Guarda bene come faccio io e come fanno gli altri tuoi compagni • Sto vicino a te per aiutarti • Bravissimo vedo che partecipi con grande passione ai giochi…….. • Altre simili………………….
  • 67. Psicolinguistica sportiva Alcune parole chiave da utilizzare con i bambini fino da 8 a 10 anni PREVALENZA NEI RAPPORTI L’IO CON GLI ALTRI IN INTERAZIONE Accettare- adattare- ampliare- avere fiducia- confrontare- consolidare- differenziare- diversificare- divertire- elogiare- esplorare- essere di esempio-generare- guidare-immaginare- incoraggiare-incrementare- intuire- orientare- rassicurare- sperimentare – stabilizzare- stimolare- trovare (insieme)- variare
  • 68. Psicolinguistica sportiva • Sii fiducioso con te stesso e verso gli altri • Gioca con piacere con i tuoi compagni • Quando giocate metteteci tutto il vostro entusiasmo • Cerca di muoverti in questo modo • Forse è meglio che provi a fare così • Sono contento quando vedo che vi state appassionando • Mi fa molto piacere quando vedo che vi osservate l’un l’altro • Siete stati tutti molto bravi: complimenti ragazzi! • Altre simili……………………
  • 69. Psicolinguistica sportiva Alcune parole chiave da utilizzare con i bambini fino da 10 a 12 anni INIZIA IL PERIODO DELLA VOGLIA DI APPARTENERE AL GRUPPO. CRESCE IL BISOGNO DI CONOSCENZA DEL SINGOLO E LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE PER MIGLIORARE A GIOCARE
  • 70. Psicolinguistica sportiva Affinare- apprendere- avere stima- confrontare- consolidare- coordinare- divertire- gratificare- incrementare- insegnare- integrare- intraprendere- mantenere- migliorare- organizzare- potenziare- richiamare- riflettere- rinforzare- risolvere- saper dire di NO- scegliere- stare insieme- strutturare- suggerire
  • 71. Psicolinguistica sportiva • Va tutto bene, solo in questo aspetto o in questo gesto potresti fare anche così…o evitare questo movimento • Cercate di fare attenzione quando (o cerca) • Per il resto siete tutti bravi • Tu che ne pensi…o voi cosa ne pensate? • A tuo avviso come potresti fare meglio questa cosa? • E’ fondamentale il rispetto • Cerca di collaborare di più con i tuoi amici mentre giochi
  • 72. Scuola e sport..... Molteplici ricerche dimostrano che: Secondo un vecchio stereotipo: “lo sport sottrae tempo allo studio” Secondo la nuova prospettiva evolutiva “Lo sport contribuisce alla formazione globale” Dott.ssa Claudia Cavaliere 72
  • 73. Le “abilità di vita”..... In termine tecnico “Life skills”, sono competenze ritenute centrali per accrescere le capacità individuali di orientamento e di adattamento autonomo al mondo circostante, che sostengono un atteggiamento positivo e di fiducia nei confronti di sé e della propria vita (Caprara, 2001) Dott.ssa Claudia Cavaliere 73
  • 74. Le “abilità di vita”..... Le life skills, ovvero le abilità di vita- al pari delle abilità fisiche-, non possono essere raccontate o trasmesse tramite la teoria ma sono apprese attraverso la dimostrazione e la pratica. Dott.ssa Claudia Cavaliere 74
  • 75. Il gioco...... Il gioco è uno dei più straordinari paradossi con i quali ci troviamo ad avere a che fare: il bambino nel gioco fa quel che più desidera, perchè il gioco è legato al piacere. Nello stesso tempo però impara anche a seguire le regole, a sottomettersi ad esse, a rinunciare ad agire secondo l'impulso immediato... Dott.ssa Claudia Cavaliere 75
  • 76. Scuola e sport..... Molteplici ricerche dimostrano che: Secondo un vecchio stereotipo: “lo sport sottrae tempo allo studio” Secondo la nuova prospettiva evolutiva “Lo sport contribuisce alla formazione globale” Dott.ssa Claudia Cavaliere 76
  • 77. • Per concludere citando EINSTEIN • “NONPUOI DIRE DI SAPERE VERAMENTE UNA COSA FINCHE’ NON SEI IN GRADO DI SPIEGARLA A TUA NONNA!