1. Notizie 02/SA/2018
Lunedì, 08 gennaio 2018
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi
Nella settimana n.01 del 2018 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 47 (3 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
Tra i lotti respinti alla frontiera si segnalano notificati: dall’Italia per aflatossine in
nocciole sgusciate provenienti dall’Azerbaijan e per migrazione di nickel e livello
troppo alto di migrazione generale dalla macchina per la pasta proveniente dalla
Cina; dalla Finlandia per sostanza non autorizzata dinotefuran in tè verde
proveniente dal Giappone e per fenvalerato e esfenvalerato in fagioli di giacinto
(Lablab purpureus) provenienti dal Bangladesh; da Latvia per irradiazione non
autorizzata di estratto di lievito di riso rosso proveniente dalla Cina; dalla Francia per
aflatossine in fichi secchi provenienti dalla Turchia; dall’Olanda per Salmonella in
semi di sesamo biologici provenienti dalla Nigeria, per sostanza proibita nitrofurano
(metabolite) furazolidone (AOZ) in gamberetti congelati (Penaeus vannamei)
provenienti dall’ India e per aflatossine in arachidi provenienti dalla Cina; dal Regno
Unito per Salmonella enterica ser. Enteritidis in filetti di petto di pollo crudo congelato
provenienti dalla Tailandia, per assenza di rapporto analitico certificato per for
confetto al pistacchio ricoperto di cioccolato al latte proveniente dalla Turchia, per
assenza di documento di entrata comune (DEC) per uvetta proveniente dall’Iran,
per aflatossine in arachidi per uccelli provenienti dall’Argentina, per assenza di
certificati sanitari, di rapporto analitico certificato e di documento di entrata
comune (DEC) per pistacchi salati e tostati provenienti dall’ Iran e per assenza di
certificati sanitari per gombo congelato proveniente dall’India; dalla Bulgaria per
aflatossine in chicchi di nocciola provenienti dalla Georgia, per contenuto troppo
alto di solfiti in albicocche provenienti dalla Turchia e per ocratossina A in uvetta
proveniente dalla Turchia; dalla Slovenia per assenza di rapporto analitico
certificato per vermicelli di riso provenienti dalla Cina; dalla Spagna per cattivo
stato igienico della sardina pilchardus e dello scomber colias provenienti dal
Marocco con confezione difettosa.
Allerta notificati dall’ Italia: per Listeria monocytogenes in crema di zucca e carota
2. biologica congelata proveniente dall’Italia.
Allerta notificati: dalla Spagna per sostanze non autorizzate sildenafil e tadalafil in
integratore alimentare proveniente dal Regno Unito; dall’Irlanda per Salmonella
enterica ser. Infantis in bastoncini di pollo impanati con sale e peperoncino
congelati provenienti dalla Polonia, via Regno Unito; dal Belgio per alcaloidi
pirrolizidinici in tè alle erbe (Borago officinalis) proveniente dalla Francia; dalla Svezia
per frammenti di plastica in pane congelato proveniente dalla Svezia; dalla
Germania per ossido di etilene in polvere di pepe nero proveniente dall’India, via
Regno Unito; dalla Polonia per migrazione di cadmio e di piombo da set di bicchieri
provenienti dalla Cina, via Repubblica Ceca.
Nella lista delle informative troviamo notificate: dalla Germania per Salmonella in
mangime composto per bovini e suini proveniente dalla Germania, per ocratossina
A in fichi secchi provenienti dalla Turchia, per alto contenuto di caffeina in bevanda
energetica con caffeina e guaranà proveniente dalla Svizzera, per metalli pesanti
(alluminio, cobalto, litio, nickel, cromo e ferro) in teiera in ghisa, per sostanze proibite
nitrofurano (metabolita) furaltadone (AMOZ) e nitrofurano (metabolita) furazolidone
(AOZ) in gamberetti congelati (Litopenaeus vannamei) provenienti dal Vietnam e
per Salmonella in espulsore di colza proveniente dalla Germania; dalla Danimarca
per deterioramento e odore anormale di tubi di calamaro congelati provenienti
dalla Spagna; dalla Repubblica Ceca per clorpirifos in mele provenienti dalla
Polonia; dalla Grecia per contenuto troppo alto di solfiti in albicocche secche
provenienti dalla Turchia; dalla Francia per istamina in tonno refrigerato (Thunnus
albacares) proveniente dallo Sri Lanka, per Vibrio vulnificus in gamberi tigre giganti
crudi selvaggi congelati (Penaeus monodon) provenienti dall’ Indonesia e per data
di scadenza errata di terrina di salmone in crosta refrigerata proveniente dalla
Francia; dalla Svezia per Salmonella in rifilature di manzo refrigerate provenienti
dalla Polonia; dal Belgio per Listeria monocytogenes in formaggio a base di latte
crudo proveniente dalla Francia; dalla Spagna per mercurio in pesce spada
congelato (Xiphias gladius) proveniente da Panama e per contenuto troppo alto di
colorante E 124 - Ponceau 4R / rosso cocciniglia A e di colorante E 129 – Rosso Allura
AC in pasta di zucchero proveniente dal Portogallo; dall’Olanda per Salmonella in
salsicce di maiale e vitello provenienti dall’Olanda.
Fonte: rasff.eu
3. Smartphone a tavola, uno studio del Ministero Salute.
Nuove tecnologie e stili alimentari: questo il nome del recente studio commissionato
dal Ministero della Salute, gestito dall’Ordine degli Psicologi del Lazio e condotto da
un pool multidisciplinare di professionisti. Studio che ha analizzato il modo in cui le
condotte alimentari e l’approccio al cibo possano essere correlati alle nuove
tecnologie digitali.
Cellulari
Smartphone a tavola, principalmente, ma anche televisioni, tablet e device
elettronici. Il campione su cui si è basata l’analisi dei dati è rappresentato da
adolescenti e pre-adolescenti di età compresa tra 11 e 15 anni, tutti
provenienti dagli istituti secondari di primo grado e nel biennio degli istituti secondari
di secondo grado della Regione Lazio.
Dalla ricerca è emerso come l’utilizzo giornaliero dei device tecnologici influenzi la
condotta alimentare a rischio. Nello specifico, al maggiore utilizzo dello strumento è
connesso un più alto consumo calorico.
Rispetto al campione analizzato, 9 ragazzi su 10 dichiarano di utilizzare uno
smartphone durante almeno uno dei pasti della giornata; mentre sono 7 i ragazzi su
10, che considerano l’utilizzo dello smartphone durante il pasto un bisogno positivo
di socializzazione (Social Network).
8. intraprendere impegni e politiche mirati. Fra le azioni da mettere in atto sono state
ricordate: presenza di cibo sano nelle istituzioni pubbliche, introduzione di etichette
“interpretative†(come quelle con i colori), oltre alle già citate misure di tassazione
delle bevande dolci e alla limitazione del marketing destinato ai bambini. (Articolo
di Valeria Balboni)
Fonte: www.ilfattoalimentare.it
Come ti nascondo lo zucchero in etichetta: 40 modi per addolcire i cibi utilizzando
soluzioni alternative che confondono le idee.
Lo zucchero è considerato il nemico numero uno della salute. Un apporto eccessivo
può contribuire allo sviluppo di sovrappeso e diabete di tipo 2 oltre che provocare
seri danni ai denti. Per questo motivo, secondo l’Organizzazione mondiale della
sanità , sarebbe opportuno limitare l’assunzione degli zuccheri aggiunti a 25 g al
giorno. Secondo le raccomandazioni italiane gli zuccheri semplici – contenuti
naturalmente nei cibi e quelli aggiunti agli alimenti – non devono superare il 15%
delle calorie quotidiane, che in una dieta da 2000 kcal, corrispondono a 75 g.
Il problema è che lo zucchero si trova in un gran numero di alimenti insospettabili,
come il pane, le salse di pomodoro e i piatti pronti, e per di più con moltissimi nomi
diversi. Sono tantissimi anche gli edulcoranti, naturali e artificiali, usati per ridurre
l’apporto calorico di alimenti e bevande, ma che, secondo recenti studi, oltre a
rinforzare la nostra abitudine al gusto dolce, possono alterare la flora intestinale. In
totale, sono più di 40 le sostanze che le aziende usano per addolcire gli alimenti, o
per migliorarne il gusto, tant’è che alcune sono presenti anche nei prodotti salati.
Cominciamo dallo zucchero da tavola, il saccarosio, che spesso viene proposto in
9. altre forme, come zucchero di canna o zucchero invertito. A volte per addolcire si
usano altri zuccheri, come il fruttosio (zucchero della frutta), il glucosio, chiamato
anche destrosio, e il lattosio (zucchero del latte). Poi ci sono i derivati dell’amido:
maltosio, maltodestrine, destrine, sciroppo di glucosio, sciroppo di fruttosio
concentrato, sciroppo di glucosio-fruttosio, sciroppo di amido con fruttosio, sciroppo
di malto, succo zuccherato disidratato e succo zuccherato evaporato.
Una sezione sempre più importante è quella delle alternative “naturali†che
comprendono: miele, succo di frutta concentrato, melassa, zucchero d’uva, succo
di mele concentrato, succo di pera concentrato, sciroppo d’acero, sciroppo di riso,
sciroppo di sorgo, sciroppo d’agave e zucchero di betulla. Le alternative, sebbene
naturali, non sono migliori per la salute. Si tratta sempre di zucchero, anche se
spesso i consumatori non se ne rendono cont0. Certo, miele, melassa e altre
sostanze alternative contengono anche minerali, ma le quantità sono così piccole
che apportano un beneficio limitato sulla salute.
Non tutte le alternative naturali allo zucchero da tavola sono migliori per la salute (clicca per ingrandire la tabella)
In alcuni casi bisogna le sostanze alternative vanno assunte con attenzione. Ad
esempio, lo sciroppo d’agave, il miele e il succo di pera concentrato devono essere
consumati con moderazione per l’elevato contenuto di fruttosio, che secondo
alcuni studi potrebbe alterare il metabolismo e ridurre la sensibilità del fegato
all’insulina, aumentando quindi il rischio di diabete. C’è solo un’alternativa
“naturale†con un profilo migliore rispetto allo zucchero: si tratta dello zucchero di
betulla, che contiene meno calorie rispetto al quello da tavola e influenza solo
10. marginalmente la glicemia.
Chiudiamo infine con i dolcificanti. La stevia (presente in etichetta anche come
glicosidi stevolioci o stevioside) è un edulcorante naturale molto in voga negli ultimi
anni. Si tratta di un estratto ottenuto dalle foglie dell’arbusto sudamericano Stevia
rebaudiana, con un ottimo potere dolcificante e un apporto calorico pari a zero. Ci
sono poi gli zuccheri derivati dal glucosio, con un potere calorico inferiore: si tratta di
sorbitolo, xilitolo, mannitolo, isomalto, maltitolo. In fondo alla lista troviamo i
dolcificanti artificiali usati per bevande e alcuni alimenti. Nell’elenco troviamo la
saccarina, l’aspartame, l’acesulfame K, e i meno conosciuti ciclammati e sucralosio.
Fonte: www.ilfattoalimentare.it
Relazione sul controllo ufficiale alimenti e bevande, i dati del 2016.
Il 15 dicembre 2017 è stata trasmessa a Camera e Senato la relazione Vigilanza e
controllo degli alimenti e delle bevande in Italia - anno 2016
(http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2683_allegato.pdf)
Il controllo ufficiale degli alimenti e delle bevande ha la finalità di verificare e
garantire la conformità dei prodotti alle disposizioni dirette a prevenire i rischi per la
salute pubblica, a proteggere gli interessi dei consumatori ed assicurare la lealtÃ
delle transizioni commerciali.
Il controllo riguarda sia i prodotti alimentari, indipendentemente dall’origine e
provenienza, destinati ad essere commercializzati sul territorio nazionale che quelli
destinati ad essere spediti in un altro Stato dell'Unione europea oppure esportati in
uno Stato terzo.
I controlli ufficiali sono eseguiti in qualsiasi fase della produzione, della
trasformazione, della distribuzione, del magazzinaggio, del trasporto, del commercio
e della somministrazione.
Nel corso del 2016:
le unità controllate sono state 279.897 pari al 19,9%, più o meno come nel
2015, quando le unità controllate sono state il 19,3%.
417.496 il numero complessivo delle ispezioni effettuate
i laboratori del controllo ufficiale hanno sottoposto all’analisi 39.944 campioni
ed effettuato complessivamente 98.995 analisi, riscontrando 931 non
conformità .
il 72,25% delle analisi effettuate ha riguardato la ricerca di microrganismi sia
11. patogeni che indicatori di igiene dei processi di lavorazione.
sul totale delle irregolarità microbiologiche la percentuale più alta si è
registrata per il genere Salmonella (33,5%), seguito da L. monocytogenes (21,
41%) ed E. coli (14,73%), incluso il gruppo degli E. coli STEC
il maggior numero di non conformità risulta essere di natura
microbiologica, riscontrabili principalmente su campioni di carne e latte.
Fonte: www.salute.gov.it
L’arte del pizzaiuolo napoletano diventa patrimonio dell’Unesco.
L’Arte della pizzaiuolo napoletano è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dal
Comitato per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’umanitÃ
dell’Unesco. A renderlo noto, il comunicato stampa rilasciato dal Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali il 7 dicembre 2017.